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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'intervista

Elezioni, Talmelli (Pd) su periferie e frazioni: "Problema non si risolve con un Ufficio mobile"

Il segretario Dem ha sottolineato l'importanza delle Consulte civiche territoriali come centri deliberanti

Al cuore della coalizione che riunisce le forze politiche e civiche di centrosinistra, in appoggio all'avvocato Anselmo, trova posto il Partito Democratico. Uno scenario caratterizzato anche dalla presenza di realtà come il Movimento 5 Stelle, La Sinistra per Ferrara e il Partito della Rifondazione Comunista, Azione e il Partito Repubblicano, oltre alla lista 'i Civici'. A indicare su quali argomenti verrà orientata la campagna elettorale Dem, all'interno di questo contesto, è il segretario dell'Unione Comunale Pd Alessandro Talmelli.

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Per le prossime elezioni amministrative, il Partito Democratico ha puntato sulla figura di un civico come l'avvocato Anselmo, e non di un politico in senso stretto. A cosa è dovuta questa decisione? E' stato complesso convincerlo ad accettare la candidatura?
"Essendo quella di Fabio Anselmo una candidatura civica, non è il Pd che è andato a chiedergli di potersi candidare. C'è stato un percorso, nel quale il Pd ha impostato un lavoro di relazione con il territorio. L'avvocato rappresenta un'espressione della società civile, non ha tessere politiche in tasca, e pensiamo che abbia le caratteristiche per riportare credibilità e futuro alla nostra città. Il risultato di questo percorso è una coalizione molto ampia che lo sostiene, da Azione a Rifondazione Comunista, dal M5S al Pd, con una componente civica".    

Il suo impegno professionale su un tema come la compressione della libertà e la sua sensibilità verso i diritti degli ultimi sono qualità trasversalmente riconosciute. Quanto conterà un lavoro politico di squadra per supportarlo?      
"E' la novità di queste elezioni amministrative. All'alto portato valoriale associa la consapevolezza dei propri limiti per ciò che riguarda l'esperienza amministrativa. E l'impegno durante le riunioni ha dimostrato proprio una sua attitudine a sottolineare l'importanza del 'noi', della squadra, del team, della competenza delle forze che lo sostengono per gestire gli aspetti più delicati della macchina amministrativa".     

Il panorama politico alternativo all'attuale Amministrazione, una volta concluso il percorso del Tavolo dell'alternativa, appare caratterizzato dalla frammentazione. Non crede che questo scenario rischi di confondere l'elettorato? 
"Rispetto alle elezioni del 2019, dove era maggiore il numero di candidati, il quadro è più semplificato. Complessivamente ci sono quattro candidature. Noi abbiamo costruito un programma, molti punti del quale sono anche nel programma de La Comune a sostegno di Zonari. Dall'altra parte c'è la coalizione di centrodestra in appoggio del sindaco, e poi c'è il candidato Botti che in precedenza ha sostenuto Fabbri e che vuole dare una risposta a quella crepa che si è aperta nel centrodestra".       

Alla manifestazione contro i Cpr hanno partecipato i candidati Anselmo e Zonari. Cosa ha rappresentato la loro presenza insieme, e quella stretta di mano?
"Anselmo e Zonari si conoscono da tempo per attività svolte in relazione a Mediterranea Saving Humans. L'approccio dell'avvocato  è rispettoso nei confronti di tutti. Un rispetto che non è sempre presente nella parte politica della coalizione di destra".

A proposito dell'attuale Giunta, quali pensa siano i punti di forza del sindaco uscente?
"Il punto di forza di Alan Fabbri è la consapevolezza di essere l'unico a tenere insieme posizioni eterogenee. Anche se qualche pezzo si è staccato e l'autorevolezza del senatore Balboni rischia di essere un problema".

Su un tema come la crisi del commercio, da parte del Pd sono state proposte soluzioni come il blocco dell'indicizzazione Istat sugli affitti di chi opera negli immobili comunali, l'introduzione di sconti Imu per chi affitta locali alle attività di vicinato, la riduzione dei canoni di locazione tramite meccanismi di compensazione con bandi comunali di sostegno alle microimprese più fragili. Quale rappresenta una delle più praticabili?
"Abbiamo delle direttrici chiare, che saranno illustrate nel nostro programma, e che indicano una desertificazione sia commerciale che demografica. E quella commerciale è drammaticamente riscontrata oggi anche nel centro storico. Una situazione che richiederà l'attuazione di politiche per i giovani al fine di indurre ripopolamenti e la valorizzazione delle associazioni e delle attività di vicinato".

Un'altra questione è relativa alla lotta alla denatalità. Su quale elemento il vostro programma può fare leva per invertire la tendenza?
"Le nostre misure per la denatalità puntano sui servizi pubblici, non solo comunali, rivolti all'infanzia, all'assistenza sociale e sanitaria. Noi siamo per ricostruire le Consulte civiche territoriali, con la presenza del Comune e delle realtà del Terzo settore, in una logica nella quale le 'vecchie' circoscrizioni siano funzionali a nuovi bisogni e rappresentino dei centri deliberanti, non solo consultivi. Una questione che non si risolve con il tour di un Ufficio mobile".

Ulteriore tema sul quale ponete attenzione è il lavoro. A questo proposito, in quale misura il Petrolchimico può costituire un'opportunità?
"C'è un'area industriale che non può essere abbandonata per le ripercussioni ambientali che comporta. E' bene che vi sia una produzione tradizionale, della quale il Petrolchimico non può fare a meno. Ma l'Amministrazione, insieme all'Università, alle associazioni di categoria e a tutti gli stakeholder, deve trovare una sintesi fra domanda e offerta anche al di fuori del Petrolchimico. Il settore della formazione e della ricerca sulla Chimica può fare da traino, in un contesto di piccole e medie aziende, caratterizzato dall'artigianato diffuso e dai servizi. E poi c'è un altro aspetto".

Quale?
"Quello della sinergia con i territori vicini della provincia. Se questo Comune pensa di vincere, chiudendosi in una condizione di isolamento, commette un errore madornale. Occorre recuperare quella relazione fra città capoluogo e Comuni della provincia, sul solco tracciato dal Patto per il lavoro e per il clima - Focus Ferrara, fondato su sostenibilità ambientale, economica e sociale".   

Sul piano del turismo, la politica dell'attuale Amministrazione è orientata verso la prosecuzione dei grandi eventi. Cosa non vi convince di questa strategia?
"Noi non siamo contrari a priori ai grandi eventi, che devono però essere inseriti in un calendario di pianificazione a lungo termine. Bisogna trovare un equilibrio con le esigenze di chi vive e lavora in città. Le operazioni culturali devono avere un lungo respiro, grazie al lavoro di agenzie che svolgono promozione tutto l'anno. Per quanto riguarda il turismo, occorre agire perché gli spostamenti dei visitatori siano accompagnati da pernottamenti, e la città capoluogo si metta in relazione con le città del territorio, dell'Alto e del Basso ferrarese".     

Dai furti al vandalismo e alle truffe, la sicurezza è spesso alla ribalta delle cronache. Nei primi incontri che state avendo con cittadini e abitanti delle frazioni, quali priorità sono emerse e cosa suggerite per arginare il fenomeno?
"C'è un'analisi sullo stato di fatto della situazione che indica che l'area intorno al Grattacielo, prima al centro delle problematiche relative alla criminalità, è migliorata a discapito di altre aree della città. Da parte dell'Amministrazione c'è stata una grande opera di maquillage, che però nasconde un problema cronico. Se la Questura e la Prefettura, a più riprese, richiedono una videosorveglianza in tutto il nostro territorio, la questione va affrontata. Non si possono, inoltre, sostenere i grandi eventi soltanto in piazza Trento e Trieste. Ma è necessario un sostegno anche ad associazioni che promuovono eventi in luoghi meno frequentati per accendervi più luci, in un'ottica di maggiori relazioni ai fini sia della sicurezza che dell'economia".    

Sempre a proposito di sicurezza, all'interno del Pd quale è l'opinione prevalente su uno strumento come il taser?
"Premettendo che ringrazio il lavoro costante del personale della polizia locale, anche sulla nuova interpretazione del proprio ruolo, credo che, se non investiamo soprattutto sulla formazione, il problema sarà dello stesso operatore prima ancora che dei cittadini. C'è bisogno, in particolare oggi, di una figura come il vigile di quartiere".   

Un'ultima battuta sugli spazi di aggregazione giovanile, e per le famiglie. Quanto sono centrali nel vostro programma?
"Rappresentano uno degli argomenti centrali. A questo proposito, c'è un denso capitolo del programma proprio su genitorialità e servizi dell'infanzia". 

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