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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Verso le elezioni, Fabbri su Anselmo: "Agguerrito e istintivo, ma anche autocelebrativo"

Il sindaco traccia l'identikit del possibile sfidante: "Rimpasto se vinco? Tutto può succedere"

Elezioni. Una sola parola che racchiude i prossimi sei mesi. Quello in procinto di iniziare sarà, infatti, un anno cruciale per Ferrara, alle prese con la scelta più importante: confermare Alan Fabbri al timone o riconsegnare lo scettro al Centrosinistra. A chi di preciso, in questo secondo caso, non è ancora dato sapere. Le discussioni per il candidato sindaco tra i Dem, infatti, proseguono. Nel frattempo, a fare il punto della situazione sulla politica locale (e su Anselmo) è chi il ruolo di primo cittadino lo detiene dal 2019. E cercherà di tenerselo stretto per altri cinque anni.

Fabbri, non avere ancora un avversario politico ‘ufficiale’, quando è già l’inizio del 2024, rende il suo avvicinamento alle amministrative più semplice o più complesso?
“Solitamente i candidati non escono mai prima di gennaio o febbraio e la scelta di rimandare così tanto la condivido. Non so dire se sia più facile o complesso, dipende da molti fattori. Io sono abituato a concentrarmi sul mio lavoro, ma se proprio devo esprimere un'opinione, direi che secondo me hanno sbagliato a dare così tanta visibilità ai loro tavoli, soprattutto in presenza di idee diametralmente opposte”.

Il nome più plausibile è comunque quello di Fabio Anselmo: quale caratteristica apprezza di più?
“Gli avversari solitamente giocano allo stesso gioco, ma non è questo il caso. Io sono un amministratore da molti anni; lui, un avvocato. Anselmo è molto bravo nel suo lavoro e ha condotto battaglie che io stesso ho condiviso, come nel caso Aldrovandi. Ed è questo ciò che apprezzo”.

Dovesse essere il suo sfidante, cosa si aspetta?
“Non mi aspetto molto altro di ciò che abbiamo già visto in questi mesi e anni: credo sia tanto agguerrito quanto istintivo, troppo autocelebrativo e con una buona dose di confusione su ciò che sta facendo. Agguerrito perché si è di fatto imposto al famoso Tavolo con modi e parole autoritarie, come abbiamo potuto leggere dalla lunga lettera della sua sfidante Calafà. Basta poi ascoltare la sua diretta streaming di presentazione agli iscritti del PD per farsi la stessa idea. Si rivolge a loro in un modo che io ritengo davvero irrispettoso”.

Diceva anche ‘istintivo e autocelebrativo’.
“Istintivo perché spesso è portato a reagire con aggressività, senza riflettere troppo sulle sue parole, come quando disse pubblicamente che io avrei bisogno di una terapia psicologica. Autocelebrativo perché parla solo di sé stesso e dei suoi successi in campo giudiziario. Nessuno l’ha mai sentito parlare di comunità, quindi temo non sappia cosa significhi fare squadra, aspetto imprescindibile per amministrare un comune. E infine estremamente confuso perché dice - testualmente - che “non gli interessa nulla fare il candidato o il sindaco, ma solo eliminare il sistema di potere che io avrei creato”.    

Pensa già ad un possibile faccia a faccia?
“Questo è un lavoro che si vive tra le strade giorno dopo giorno e non tra codici e aule di tribunale. Durante queste elezioni sarà difficile riuscire a incontrarci: parliamo e parleremo sempre lingue totalmente diverse”. 

In caso di vittoria, a livello di Giunta, è possibile attendersi un rimpasto a giugno?
“Certamente, tutto può succedere. Nessuno è scontato e voglio sempre il massimo impegno da parte di tutti. Le preferenze degli elettori decidono da sempre gli equilibri interni”.

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