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L'intervista

Ferrara Nostra, cala il sipario. Savini: “Fiera delle battaglie, ora con Fabbri. Assessorato? Perché no”

La consigliera spiega la fine del gruppo e ripercorre le sfide su Feris, Darsena (con frecciata a Fusari) e taser

Ferrara Nostra non esiste più. O meglio, il sipario calerà a fine mandato. A darne notizia è la capogruppo, Francesca Savini, che per l’occasione traccia un bilancio delle battaglie portate avanti in questi anni (anche contro lo stesso sindaco Alan Fabbri) e cerca di immaginare il futuro. Un ‘domani’ che la vedrà sempre al fianco del primo cittadino, magari anche in un ruolo più importante rispetto a quello di consigliera. O almeno, su questo, lei non chiude la porta…

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Partiamo dalla fine. La fine di Ferrara Nostra.
“Finito il mandato abbandoniamo il logo e il progetto, così come lo si conosce adesso. In tal senso stiamo mettendo a punto le ultime scelte. Posso, dunque, parlare a livello personale: io affiancherò il sindaco Alan Fabbri nella sua lista alle prossime elezioni”.

Prima dentro la Lega, puoi fuori, ora lei torna con Fabbri. Ci aiuta a capire questo percorso?
“Siamo partiti nel gruppo Lega, sposando il programma del primo cittadino, poi circa un anno e mezzo fa ci siamo staccati (Savini, Caprini e Pignatti, ndr) perché avevamo idee differenti su alcuni temi. Qualche volta abbiamo fatto fatica a lavorare all’interno del nostro stesso gruppo, perché non avevamo il sostegno necessario, ma volevamo essere autonomi. Con Fabbri è comunque sempre rimasta una condivisione dell’idea di città, oltre che un ottimo rapporto. Presentarsi nella sua lista, a giugno, sarà un prosieguo naturale di questo percorso”.

Tante battaglie, anche in contrapposizione allo stesso sindaco, pur essendo all’interno della maggioranza: rifarebbe tutto?
“Assolutamente sì, sono orgogliosa di quanto è stato fatto e non sono per nulla pentita”.

Scendendo nel concreto, la prima vostra battaglia è stata la riqualificazione della Darsena. Come è andata?
“E’ stato faticosissimo portare a casa il risultato, ma ce l’abbiamo fatta. Abbiamo cambiato un progetto già esistente, togliendo cemento e rendendo quella zona più ‘green’. La sinistra parla tanto di ambiente, ma il loro progetto dell’ex Mof non lo era per nulla: era un atto violento nei confronti di quella porzione di città. La consigliera Fusari non si deve vergognare delle proprie idee, ma non può fare marcia indietro adesso: l’indirizzo era quello. Ora l’obiettivo sarà quello di trasformare il parcheggio, che diventerà davvero più ‘green’, ma rimarrà a raso e gratuito”.

Altra questione: il Feris. E altre polemiche. Perché vi siete schierati contro?
“All’interno di Ferrara Nostra, sin dall’inizio, abbiamo avuto una visione chiara del progetto e abbiamo ritenuto che quella proposta non potesse essere la soluzione. Servivano e servono alternative. Siamo stati contrari e, anche qui, ce l’abbiamo fatta. Il motivo è semplice e si torna sempre al discorso della città verde”.

Ripartire da capo necessita di tempo: quanto ce ne vorrà?
“E’ complicato fare una stima dei tempi. Con il sindaco e l’assessore Balboni siamo già al lavoro per capire le esigenze della città e come reimpostare da capo il progetto, anche attraverso un percorso partecipato. Quello che posso dire è che questo è un tema caro all’amministrazione. E mi permetta: in relazione a questo aspetto, c’è una buona notizia”.

Ovvero?
“L’acquisto di una porzione di terreno in via Caldirolo da un privato per ricavarne un bosco. Si tratta di un’ottima operazione di visione futura della città, condotta perfettamente dallo stesso sindaco e dall’assessore Balboni”.

Cambiamo argomento: il taser. E’ un’altra vittoria per lei?
“E’ un risultato importante, frutto della battaglia soprattutto di Luca Caprini, di cui beneficiano sia la polizia locale, sia i cittadini. Quello che mi sento di dire è che se l’amministrazione non fosse cambiata, nel 2019, oggi non saremmo arrivati a dotare gli agenti di questo strumento”.

Lei è impegnata anche sull’area di via Favero: in che termini?
“Sto svolgendo un lavoro per la Commissione di indagine su quella porzione di territorio. Sono particolarmente orgogliosa di esser riuscita a portare la questione a questo punto, perché vorrei dare un senso di giustizia ai cittadini, che sono stati privati di un bene. C’è stato un iter amministrativo a dir poco opaco. Quell’area merita di rimanere verde”.

Il sindaco Fabbri non ha escluso un eventuale rimpasto in Giunta in caso di rielezione. Le piacerebbe fare l’assessore?
“Una eventuale delega che mi fosse proposta e fosse alla mia portata, la terrei sicuramente in considerazione. Ho lo spirito e la voglia per intraprendere un percorso del genere. In questi anni, lavorando come consigliera, ho imparato tanto e desidererei proseguire l’esperienza, soprattutto perché mi piace stare a contatto con i cittadini. Se fosse ancora in questo ruolo (di consigliera, ndr), andrebbe comunque benissimo”.

Si sbilanci. Se Fabbri decidesse di affidarle un assessorato, quale sentirebbe più suo?
“Per la mia natura, amo approcciarmi concretamente alle cose, quindi mi piacerebbe un assessorato con temi in questa direzione. Per quanto detto fino ad ora, potrei lavorare sull’Ambiente o sull’Urbanistica. Ma forse anche sui Lavori pubblici”.

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