Spal da impazzire, tris al Rimini: pioggia di gol ed emozioni nel derby

Spal da impazzire. Il sole che irradia il prato del Mazza al novantesimo del derby contro il Rimini è quello che ora splende nel cuore dei tifosi e negli occhi di Antenucci e compagni. Una luce che rischiara la stagione, dopo la burrasca dei primi mesi. E, tornando al match, dopo quella dei primi minuti. Perché la sfida delle 14 comincia sotto una pioggia decisa, che si trasforma in una sorta di nubifragio intorno al quarto d’ora. Per poi rischiarare sul finale. Come detto, è quasi la fotografia perfetta dell’annata di Maistro e soci.

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E’ anche quello, il quarto d’ora appunto, il momento in cui il derby (monco sugli spalti, per assenza dei tifosi romagnoli, causa obbligo di tessera fedeltà) inizia a carburare, dopo una fase di studio francamente noiosetta. Poi nel giro di due minuti, Lamesta ci prova dai 30 metri, Carraro scheggia la traversa e Malagrida sbaglia dall’interno dell’area. Fuochi d’artificio, nel momento di massima intensità dell’acqua. Follie del calcio. Ma non saranno le uniche di un pomeriggio da consegnare, bello infiocchettato, agli annali della storia.

Che il terreno sia zuppo lo dimostra un’entrata in scivolata di Morra ai danni di Di Carlo. Sì sì, proprio del mister, che evita l’intervento con un balzo felino, come quando in campo c’era lui. Poi stretta di mano. Ma il siparietto fa ridere. Ed è anche la cosa più interessante che combinano gli ospiti nel loro piuttosto scialbo primo tempo. La Spal, invece, accelera. Al 31esimo, Colombi vola – pardon il gioco di parole, ma chi siamo noi per correggere l’anagrafe – all’incrocio per togliere ragnatele e tiro a giro di Dalmonte. Cinque minuti più tardi, però, non può nulla sul batti e ribatti in area acceso da un calcio d’angolo di Maistro.

Azione degna della telecronaca da radiolina fantozziana, con tocco finale in rete in comproprietà di Peda (subentrato da un paio di minuti a Ghiringhelli, azzoppato) e Gigli. Ci penserà la Lega a dipanare la matassa e ad assegnare a chicchessia il gol, ma importa poi relativamente. Conta l’1-0 all’intervallo e una pioggia di emozioni – quella vera è in fase calante – che ancora deve vedere il proprio apice.

Nel secondo tempo, infatti, lo spartito propone melodie a senso unico: note profonde a tinte biancazzurre, qualche urletto stridulo romagnolo. Al minuto 48 Petrovic fa sponda per Peda che di testa incoccia ancora contro il legno orizzontale, poi Dalmonte da due passi si fa murare il tiro. Lamesta non ha miglior fortuna, Antenucci non inquadra il bersaglio, Maistro spara fuori da buona posizione: ingredienti preparatori per il dolce finale.

Al 71esimo, sempre il 37 entra in area da destra e scarica per il capitano che di sinistro, di prima, insacca. E’ il doppio vantaggio chiamato ancora, profeticamente, dalla Curva Ovest giusto qualche giro di lancette prima. Ma il cuore di chi ha scelto nella vita di tifare Spal è destinato a soffrire. Da qualche parte, nell’etere, è scritto. E così è anche nel pomeriggio del derby, perché dopo centoventi secondi Gigli insacca ancora in rete. Ma stavolta in quella giusta. E fa 2-1. E fa tremare.

Ma c’è una luce che inizia a filtrare nel cielo plumbeo. L’abbiamo detto. E’ un segno, un segnale, per alcuni un mezzo miracolo. La storia è lì che aspetta e a scriverla, a -2 dal gong è Tripaldelli, che sveste i panni del ‘bidone’ e indossa quelli di un Alberto Tomba qualsiasi a Calgary 88. Minuto come l’anno. Storia per storia. Slalom tra i difensori del Rimini e tiro secco all’angolino. Gioco, partita, incontro. Sipario su un derby dominato, inzuppato da una pioggia d’emozioni, iniziato nell’ombra e finito alla luce del sole. Come la classifica della Spal. Oggi di nuovo luminosa. Dopo mesi di nuvole nere, nerissime.