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Imprenditoria / Cento

Scuola di sviluppo territoriale, studenti in visita alle imprese

Le realtà coinvolte sono il pastificio Andalini e la Artec Pneumatic

Nella scorsa giornata di venerdì 8 marzo, gli studenti della Scuola di sviluppo territoriale di Ferrara hanno visitato due realtà del settore produttivo e manifatturiero di Cento. Nel dettaglio, le imprese coinvolte sono state il pastificio Andalini e la Artec pneumatic. Storie di artigiani, industriali che – ognuno nel suo settore – sono riusciti ad affermarsi diventando delle vere e proprie eccellenze.

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Gli studenti hanno infatti avuto la possibilità di conoscere i macchinari dello stabilimento che produce pasta, fra gli stampi e i trafilatori. Il titolare Massimo Andalini li ha portati per mano in un tuffo all'indietro nella storia. Erano gli anni Trenta, e il pastificio non era altro che una piccola bottega. Ora conta 40 dipendenti nello stabilimento centese, e altri 40 nello stabilimento pugliese. Una sensazione è più o meno analoga, tra gli allumini, le frese e le macchine all'avanguardia della Artec.

Un momento della visita all'impresa Artec

Gallerani ha ripercorso la sua esperienza di ragazzo poco più che ventenne, vigile del fuoco, ma con il desiderio incomprimibile di aprire un'azienda in proprio. Prima cinque anni di doppio lavoro, nel garage di casa assieme alla moglie. Poi, la decisione e il salto nel buio. L'azienda oggi è tra le eccellenze del settore, con un export che rappresenta il 65% dell'intero fatturato. Quella "manifattura culturale" che "tutto il mondo invidia e apprezza", a detta di Marco Bettiol, docente di Economia e gestione delle imprese all'Università di Padova, che ha tenuto una lezione apprezzata dagli studenti al Cen Tec di Cento, dopo i saluti della presidente della fondazione della Cassa di Risparmio di Cento Raffaella Cavicchi e l'excursus sull'orientamento in ingresso a Unife del docente Marcello Bonfé. 

Sull'unicità del Made in Italy, Bettiol ha evidenziato la vera chiave di volta della produzione italiana è il "non aver mai interrotto il rapporto fra industria e artigianato", e i prodotti italiani "che diventano veicoli di cultura" sono il frutto di una "sinergia di valore tra competenze tecniche ed estro artigiano". Al centro, le storie di tradizione e innovazione che "le imprese, ancora oggi, faticano a raccontare talvolta ma che sono esse stesse un grandissimo patrimonio". Sul tema, il sindaco di Cento Edoardo Accorsi ha sottolineato che "sosteniamo convintamente la Scuola di sviluppo perché rappresenta un unicum per il nostro territorio che, mai come ora, ha una grande necessità di giovani che si mettano al servizio delle loro comunità. La vera sfida è quella di creare una governance territoriale di qualità". 

Il segretario di Confartigianato Paolo Cirelli ha evidenziato che "dialogando con i ragazzi che hanno ricevuto, dai loro colleghi, il mandato di rappresentarli ci mettiamo in sintonia. Ciò che ci accomuna è proprio la rappresentanza. E dunque è fondamentale che i giovani portino all’interno delle loro classi l'esperienza della Scuola di sviluppo e le sensazioni che hanno provato visitando le imprese. Aziende strutturate, ma legate al valore e allo spirito artigiano". Il presidente provinciale di Cna Davide Bellotti ha concluso che "il lavoro che abbiamo impostato alla Scuola di sviluppo è a lungo termine. Servono persone, nell'ottica della collaborazione tra pubblico e privato, in grado di pensare allo sviluppo di domani".

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