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Arte / Centro Storico / Corso Ercole I d'Este, 21

'Rinascimento a Ferrara', i capolavori di Ercole de' Roberti e Lorenzo Costa raccontano il mecenatismo degli Este

La mostra in programma fino al 19 giugno segue il percorso dei due artisti nella seconda metà del Quattrocento

Un viaggio che accoglie i visitatori nelle atmosfere della seconda metà del Quattrocento, per accompagnarli sala dopo sala fino al pieno Rinascimento. A scandire le tappe di questa immersione, in un periodo storico caratterizzato dal mecenatismo degli Este, le opere d'arte di Ercole de' Roberti e Lorenzo Costa. Un itinerario composto da oltre cento capolavori provenienti da collezioni private e pubbliche del mondo, dal Canada a diversi Paesi europei. E ad affiancare i due protagonisti dell'esposizione, alcuni maestri nobili e compagni di viaggio contemporanei come Mantegna, Niccolò dell'Arca, Marco Zoppo che ne costituiscono il punto di partenza, mentre Antonio da Crevalcore, Guido Mazzoni, Boccaccio Boccaccino, Francesco Francia e Perugino offrono una sponda di dialogo. 

'Rinascimento a Ferrara - Ercole de' Roberti e Lorenzo Costa' è la mostra a cura di Vittorio Sgarbi e di Michele Danieli, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio musei d'arte del Comune, in collaborazione con la Direzione generale musei e la Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero della Cultura, in programma a palazzo Diamanti fino al prossimo 19 giugno. Un viaggio scandito dalle varie tappe della loro vita artistica, fruibili dai visitatori anche in virtù di importanti prestiti internazionali. "Un momento di altissimo livello - ha commentato Marco Gulinelli, assessore comunale alla Cultura - dedicato al Rinascimento, una vera e propria età dell'oro per la nostra città".

Dotato di un incredibile talento compositivo, straordinario per qualità ed espressività emotiva, Ercole de' Roberti (Ferrara, 1450 - 1496) era l’erede dell'Officina ferrarese, il più giovane e intelligente tra quanti parteciparono al clima culturale di Palazzo Schifanoia, negli ultimi anni del governo di Borso d'Este. Operò a più riprese a Bologna, dove lasciò una impronta profondissima, ma non vi è dubbio che a Ferrara trovò l'ambiente più adatto in cui esprimersi durante l'ultimo decennio della sua vita, trascorso alle dipendenze della corte.

Fu Lorenzo Costa (Ferrara, 1460 - Mantova, 1535), di dieci anni più giovane, a raccoglierne l'eredità e a continuarne lo stile nelle opere giovanili. Ma durante un lungo soggiorno a Bologna la sua pittura mutò in direzione di una maggiore morbidezza, di una classicità calma e distesa. Il mondo stava cambiando, Leonardo e Perugino stavano imponendo una nuova 'maniera', che Costa comprese subito e della quale fu tra i maggiori interpreti, anche dopo il trasferimento a Mantova alla corte dei Gonzaga.

Spazio pertanto alla carriera di Ercole attraverso oltre venti opere, dagli esordi alla compiuta maturità. Tra le prove giovanili sono presenti gli scomparti del polittico Griffoni, eseguito a fianco di Francesco del Cossa, e i luminosi Ritratti di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio che arrivano da Washington, una commissione che sancisce il prestigio raggiunto nella vicina Bologna. Le sale dedicate agli ultimi anni, quando Ercole dopo il rientro in patria era divenuto pittore di corte degli Este, sono impreziosite da quattro dipinti di rara raffinatezza, grazie al prestito eccezionale concesso dalla National Gallery di Londra: oltre al dittico che appartenne alla duchessa Eleonora d'Aragona, la Raccolta della manna e l'Istituzione dell'Eucarestia, forse provenienti da una chiesa ferrarese. Dal Kimbell Art Museum di Forth Worth giunge la tavola con Porzia e Bruto che sarà ricongiunta alla compagna con Lucrezia, Bruto e Collatino della Galleria Estense di Modena.

L'intervento di Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi, presidente di Ferrara Arte, definendo "sublime" la città estense, si è soffermato sulla mostra che si svolse a palazzo Diamanti nel 1933, dal titolo 'Esposizione della Pittura ferrarese del Rinascimento' e sul saggio 'Officina Ferrarese' scritto dallo storico dell'arte Roberto Longhi il quale, a proposito dell'artista de' Roberti, affermò che "per merito di Ercole, Ferrara siede, verso l'ultimo decennio del secolo, più in alto che in qualunque altro punto d'Italia".   
 
Non meno ricca la selezione di lavori di Costa, che prende avvio dal periodo giovanile, durante il quale il pittore è impegnato in un fruttuoso confronto con Ercole, come dimostrano le Storie degli Argonauti, nell'occasione riunite per la prima volta. Questa fase, che passa attraverso capolavori come l'Adorazione del Bambino del Musée des Beaux-Arts di Lione, trova un termine e una sintesi in una serrata successione di straordinarie pale d'altare degli anni Novanta del Quattrocento. Per illustrare il Costa più classicheggiante e pacato è in mostra una serena Sacra famiglia dal Museo di Toledo in Ohio; mentre per documentare il periodo mantovano, finora meno frequentato dagli studi, intervengono la Veronica del Louvre, il Ritratto di cardinale del Minneapolis Institute of Art, fino all'ultima opera nota, la Madonna e santi della chiesa di Sant’Andrea a Mantova, datata 1525. 

Il co-curatore Michele Danieli ha sottolineato che "la mostra ha cercato di illustrare il percorso dei due artisti nella maniera più completa e utile", auspicando che i visitatori possano giovarsi dell'opportunità per guardare alla loro produzione "con occhi nuovi". L'esposizione ha il suo prologo ideale a palazzo Schifanoia, dove il giovane Ercole de' Roberti esordisce nel Salone dei Mesi realizzando il mese di Settembre, e un proseguimento naturale nelle sale della Pinacoteca Nazionale al piano nobile di palazzo Diamanti dove è proposto un itinerario tematico che approfondisce il contesto artistico in cui de' Roberti e Costa operano.

A tal proposito è stato istituito un biglietto abbinato che consente l'accesso in mostra e Pinacoteca a un prezzo agevolato, così come, nel quadro del più ampio progetto finalizzato alla valorizzazione culturale e turistica della città e di collaborazione tra enti, è stato siglato un accordo di reciproca promozione e riduzione sul biglietto d'ingresso con il Museo di Casa Romei e il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, afferenti alla Direzione regionale musei dell'Emilia-Romagna.

targa 'Officina Ferrarese'

Anche l'intervento del sindaco Alan Fabbri, ricordando l'alto riconoscimento relativo alla mostra rappresentato dalla medaglia del Quirinale, ha posto l'accento sul fatto che "l'Officina Ferrarese è viva e 'Rinascimento' è anche un grande omaggio a coluì che la coniò, Roberto Longhi, 'il più serio e più preparato storico dell'arte che abbia oggi l'Italia e uno dei migliori d'Europa', nelle parole di un  grande ferrarese, Nello Quilici. Lo scriveva nel 1934. A circa 90 anni da quella storica data, palazzo Diamanti sarà così il protagonista non solo dei quattro mesi di questa esposizione, ma dei prossimi anni, segnando  tappe espositive successive dedicate ad altri grandi maestri del Rinascimento: Mazzolino, Ortolano, Dosso Dossi, Garofalo, Girolamo da Carpi, Bastianino".

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