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Spal, Di Carlo contro il 'maestro' Zeman: "Ci sarà da soffrire, ma compatti si può vincere"

Verso Pescara, il mister analizza le scelte di Galeotti e Nador: "Antenucci? Mi mette in difficoltà..."

Subito in campo. Nemmeno il tempo di assaporare la vittoria contro la Recanatese, che la Spal torna a mettere piede sul terreno verde. Lo farà martedì sera, alle 20.45 a Pescara, contro il ‘maestro’ Zeman, come l’ha definito Di Carlo. Per il mister si prospetta una prova insidiosa, contro una squadra in leggera crisi ma capace di pungere in attacco. La missione è confermare quanto di buono visto al Mazza, cercando di bissare il successo del Mazza. Un uno-due che manca ormai da tempo immemore.

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Poco tempo per preparare la sfida di Pescara: su cosa avete lavorato?
“Abbiamo lavorato sulla fiducia della squadra, specialmente in base alla vittoria contro la Recanatese. In dieci contro undici non era facile: abbiamo dimostrato che quando il gruppo è compatto e crede in qualcosa di importante, poi arrivano anche i risultati. Poi abbiamo lavorato sul gioco, che dobbiamo migliorare. Mi aspetto una crescita”.

Come reputa il Pescara?
“E’ una squadra difficile da affrontare. Ha grande velocità e gioca sempre in avanti, con tanto pressing. Dobbiamo essere bravi a giocare in verticale in ripartenza, ma al tempo stesso saper soffrire, perché ci attaccheranno con le ali e i terzini in sovrapposizione”.

Una decina di anni fa definì Zeman “un maestro dell’attacco”: a quali contromisure ha pensato?
“Zeman ha dimostrato negli anni, con la sua filosofia, di poter rendere felici tanti presidenti e tanti attaccanti. Magari qualche difensore un pochino meno. La sua vocazione è un attacco con tanti giocatori. Anche a Pescara sta facendo un buon campionato, ma noi giocheremo a viso aperto: abbiamo studiato gli avversari ma dobbiamo insistere su noi stessi, provando a impostare con maggiore coraggio”.

Tornando alla Recanatese, cosa le è piaciuto di più e cosa meno?
“Mi è piaciuta la voglia di giocare ed è stato un bene perché la squadra è di qualità e bisogna imprimere la propria mentalità nella partita. Dall’altro lato, sono state poche le cose non fatte bene: la squadra, come avevo chiesto, è rimasta molto compatta, a parte qualche errore tecnico”.

Cosa ha provato al fischio finale?
“Ero contento per i giocatori, per la società e per i tifosi. Perché so quanto ci si tenga alla Spal, me l’hanno sempre dimostrato tutti”.

Il punto sugli infortunati qual è?
“Stiamo valutando Buchel, perché ha giocato 90 minuti e ha speso molto. Diamo un occhio anche a Zilli perché ha preso una botta ma è tutto ok. Rientrerà Fiordaliso dalla squalifica, mentre non ci sarà ovviamente Peda (espulso, ndr). Per quanto riguarda Tripaldelli, ha lavorato con il gruppo. Saiani lo recuperiamo sicuramente per domenica, dato che non si è allenato con la squadra”.

Nador può essere titolare a Pescara?
“La difesa non ha preso gol e questo è già un segnale. A Pescara sarà sicuramente messa sotto pressione e anche io sono curioso di capire come riusciamo a ripartire contro la squadra di Zeman. Ma sono anche fiducioso. Uno tra Nador e Fiordaliso giocherà: li ho provati tutti e due”.

Nell’ultima partita ha scelto Galeotti per la porta: qual è stato il motivo?
“Quando sono arrivato ho visto due portieri – Galeotti e Alfonso – che stavano benissimo. Questo è un aspetto positivo. Alfonso ha dato molto alla Spal, giocando anche quando non era al 100% e per questo motivo gli vanno fatti i complimenti. Poi la decisione è caduta su Galeotti perché aveva fatto un ritiro davvero eccezionale. E a Pescara sarà ancora lui tra i pali”.

Abbiamo rivisto protagonisti anche Valentini e Bruscagin. Quanto pensa che, anche per orgoglio, possano dare in questo finale di stagione?
“Loro due - come tutta la squadra, compreso lo stesso allenatore - hanno voglia di dimostrare la forza di questa squadra. Sia intesa come singoli, sia come gruppo. Dobbiamo stare sul pezzo perché non abbiamo fatto nulla: serve continuità. Vogliamo dare soddisfazioni alla società e ai tifosi. Per farlo non dobbiamo guardare la classifica, ma soltanto a noi e a quello che possiamo fare”.

Antenucci pensa che sia un giocatore da gara inoltrata o valuta la titolarità?
“Se Mirco fa queste cose qui, mette in seria difficoltà. E’ un giocatore che va messo sui binari giusti, perché è fuori categoria. Aveva voglia di dare un segnale e l’ha dato: poi va valutato, perché giocando ogni 3-4 giorni la forma fisica può rappresentare un tema”.

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