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Mesi di partite in tv e due proposte, ma Di Carlo si è ripreso la Spal: "Qui ho un sogno"

Il mister: "Esonero? Alla squadra serviva tempo. Ho parlato con Tacopina". Modulo a due punte

Che l’era ‘Di Carlo II’ cominci. Il mister torna a sedersi sulla panchina della Spal dopo l’esonero di inizio stagione. Carico più che mai a riprendere il filo per aiutare i biancazzurri a salvarsi. Prima di farlo, però, ci ha tenuto a spiegare come ha vissuto i mesi lontani dal campo e ha parlare di Colucci, Tacopina e dei nuovi arrivati nel mercato di gennaio. E svelando parte della formazione…

Con che spirito si accinge a questa seconda avventura alla Spal?
“Lo spirito è molto positivo da parte mia. Ringrazio la società che mi ha ridato fiducia e mi ha dato la possibilità di riscattarmi. Oggi la squadra ha molta più qualità, lo si vede anche dal mercato. Vorrei finire un percorso che avevo iniziato: sono motivato e fiducioso”.

Quali sono le sue prime impressioni?
“Ho ritrovato un gruppo sano, che lavora bene. La qualità che citavo prima serve, ma poi è necessario vincere i duelli e avere coraggio e determinazione. Il nostro percorso inizia dalla Recanatese e voglio vedere in campo quello che è stato provato in settimana”.

La Spal in questi mesi si è rivelata fragile a livello mentale: come pensa di agire?
“Il sono il condottiero e devo trasferire il giusto atteggiamento. Sta a noi trascinare i tifosi e far vedere le qualità che, invece, la classifica non dimostra. Voglio vedere una squadra che ha voglia di andarsi a prendere la partita, per tutti i novantacinque minuti. La differenza tra andata e ritorno è che all’andata ce la si gioca, mentre al ritorno tutti vogliono far punti”.

Quale può essere la difficoltà della squadra nell’interpretare i vari momenti di una partita?
“L’aspetto mentale è importantissimo e per questa squadra ancora di più. In questi giorni ho lavorato molto sulla testa, sul coraggio e poi sul gioco. Non bisogna pensare a quello che è successo fino a ieri. Serve pensare alla Recanatese, serve pressarla, colpirla e vincere i duelli. Dobbiamo provare a vincerla in tutti i modi”.

A livello tattico, come avete preparato la sfida del Mazza?
“Provando due moduli, entrambi con due attaccanti. Uno dei moduli è il 3-4-1-2, perché è una soluzione offensiva. Voglio dare un input ad Antenucci che, giocando con uno vicino, diventa molto più forte.

Dal punto di vista fisico, invece, come ha trovato i giocatori?
“Stanno bene, sono stati allenati bene. E ringrazio chi c’era prima perché non è mai semplice”.

Cosa non è andato nella sua precedente esperienza?
“Tornando indietro col pensiero ci faremmo del male, ovviamente volevamo che tutto andasse diversamente. Quella di inizio stagione era una squadra nuova, con tanti giovani: c’era solo bisogno di tempo e pazienza. Io ora sono arrivato con la voglia di riprendere il percorso”.

E’ stato prematuro l’allontanamento? E come ha vissuto questi mesi?
“C’era bisogno di tempo, ma questo è il mio pensiero. Ho accettato comunque la decisione della società. Poi ho visto tutte le partite, perché ho sempre lo stesso sogno: voglio fare qualcosa di importante a Ferrara. Guardavo anche la Serie B e la Serie C dell’altro girone. Qui speravo di non tornare, ma solo perché speravo che la Spal andasse meglio e non ce ne fosse bisogno. Comunque in questa squadra ci credo: per me è un’opportunità e motivo di orgoglio”.

All’epoca le mancò un centravanti classico?
“No, all’inizio c’era un progetto giovane. E tanti altri giocatori arrivarono giusto alla fine del mercato. L’infortunio di Sits, poi, ha scombussolato l’idea di un gioco con una punta fisica. Però la squadra doveva avere più tempo per conoscersi”.

Maistro è un po’ un jolly: lei dove lo inquadra meglio?
“Dipende da come giochiamo. E’ un giocatore di qualità che deve stare sulla trequarti o fare l’esterno che viene dentro o giocare anche più in su. Quando è stato bene ha fatto le sue prestazioni, gli è mancato il gol. Ha tirato poco eppure ha una conclusione micidiale”.

I giovani, nel ‘Di Carlo II’, che ruolo avranno?
“I giovani, se sono bravi, giocano. Sono contento di ritrovare Contiliano: con me ha sempre avuto qualche problema a livello fisico. E’ un ottimo professionista e un buon giocatore. Così come Rao, Orfei e Saiani”.

Buchel è giocatore da impiegare davanti alla difesa? E Nador?
“Nador è un jolly, però devo conoscerlo meglio. Buchel non si discute (e sarà in campo contro la Recanatese): è un ragazzo di esperienza e personalità che deve prendere in mano il gioco. E’ un riferimento per la squadra perché ha una qualità superiore”.

E per quanto riguarda i portieri?
“Contro la Recanatese si giocano il posto da titolare in due: Alfonso e Galeotti”.

Chi, invece, non ci sarà?
“Abbiamo recuperato Maistro, ma Tripaldelli rimarrà in dubbio fino all’ultimo”.

Quanto tempo servirà per rivedere l’impronta di Di Carlo?
“Voglio rivederla già contro la Recanatese”.

In questi quattro mesi ha avuto altre richieste?
“Sì, c’è stata la possibilità di andare in altre due piazze, poi però hanno scelto un allenatore evidentemente più bravo. Parliamo di una squadra di Serie B e una di Serie C”.

Ha parlato di recente con Tacopina?
“Sì già un paio di volte e ho parlato comunque con tutta la società. E’ una cosa che ho voluto io espressamente. Quando ti mandano a casa rimane qualche strascico: io non volevo ciò e ho trovato grande disponibilità e supporto. Ora ho grande libertà”.

Quale può essere l’impatto dei nuovi innesti di gennaio?
“Vanno inseriti anche se tutti dicono che bisogna farli giocare. Il problema è che arrivano da realtà diverse, con allenamenti diversi e conoscenze differenti. Ora abbiamo bisogno di chi sta bene”.

Come reputa il lavoro di Colucci?
“Ha dato il massimo che poteva dare e i risultati non l’hanno premiato, ma questo fa parte del nostro mondo. Io proverò a rimettere a posto ciò che si può rimettere a posto. Ma serve una collaborazione da parte di tutti”.

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