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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Le opposizioni chiedono le dimissioni del presidente del Consiglio comunale

Secondo le forze politiche e civiche della minoranza "è venuto meno al ruolo di terzietà"

Una nota congiunta di Italia Viva, Azione, Ferrara Bene Comune, Partito Democratico, Azione civica, Misto, Sinistra Italiana, +Europa e Socialisti ha chiesto ufficialmente le dimissioni del presidente del Consiglio comunale Lorenzo Poltronieri. La richiesta, pervenuta a seguito della seduta dello scorso lunedì, è legata all'esito della votazione terminata con un'approvazione che però non ha raggiunto la maggioranza qualificata. Approvazione caratterizzata anche dai voti favorevoli dei componenti del gruppo Ferrara Nostra Francesca Savini, Luca Caprini e Catia Pignatti, e dalle astensioni di Federico Soffritti di Fratelli d'Italia, e Annalisa Ziosi e Benito Zocca di Prima Ferrara con Alan Fabbri. 

"Il presidente del Consiglio comunale - ha sottolineato la nota delle opposizioni - è venuto meno al suo ruolo di terzietà assoggettando completamente il funzionamento e l'attività del Consiglio comunale alle esigenze del sindaco e della Giunta. Il presidente del Consiglio comunale dovrebbe rimanere esterno al confronto politico. Invece da inizio mandato condiziona le funzioni primarie del Consiglio comunale. Un comportamento che non è degno del ruolo affidatogli nel 2019. Con gli atti assunti negli ultimi mesi il Presidente del Consiglio ha completamente espropriato una delle due principali funzioni del Consiglio Comunale: ossia quella di controllo. Ricordiamo che il Testo Unico degli Enti locali e il Regolamento garantisce attraverso l'accesso ai documenti e alle informazioni in possesso dell'Ente. Un modus operandi che va contro l'essenza della dialettica democratica tra organo di Governo (il sindaco e la Giunta) e organo di controllo (il Consiglio) composto dai rappresentanti dei cittadini ferraresi".

Il riferimento è alla data del "16 novembre 2022", nella quale "il direttore generale ha informato il presidente del Consiglio di una direttiva da lui impartita ai dirigenti secondo la quale i consiglieri per avere informazioni devono inoltrare la richiesta tramite il presidente, per poi essere ricevuti in presenza dell'assessore: di questo Poltronieri non ha dato alcuna notizia al Consiglio. Su richiesta dei Gruppi di minoranza si è espresso il Ministero dell'Interno dando l'interpretazione autentica sul diritto dei consiglieri all'accesso sia ai documenti che alle informazioni, confutando radicalmente le argomentazioni del direttore generale. Nonostante il parere del Ministero, il presidente del Consiglio ha continuato formalmente e pedissequamente a sostenere le argomentazioni del direttore generale". 

Un'ulteriore argomentazione della nota ha aggiunto che "il presidente ha poi lasciato che venisse attivata un'ulteriore procedura che di fatto abroga il diritto di accesso dei consiglieri, ritenendo obbligatorio l'accreditamento tramite Spid con conseguente risposta entro 30 giorni, in barba all'articolo 5 comma 2 del Regolamento, che cita: 'L'accesso agli atti e documenti del Comune avviene anche informalmente con richiesta rivolta al responsabile dell'ufficio che detiene il documento originale'. Al presidente sfugge volutamente che ai consiglieri è data la possibilità di portare in discussioni i temi che attengono alla vita della comunità sia con i poteri di iniziativa di fare proposte e portarle in discussione in Consiglio, sia di chiedere la convocazione delle singole Commissioni ai sensi dell'articolo 39: troppo spesso le richieste di convocazione rimangono disattese o fissate a mesi di distanza. Un clima di passività, quello del presidente Poltronieri, che immobilizza i lavori e la possibilità di rispondere tempestivamente alle esigenze della cittadinanza. La nota ha Al presidente 'sfugge' anche che se ci sono atti da inoltrare al Consiglio vuol dire che deve preoccuparsi che i consiglieri siano posti nelle condizioni di conoscerli: per esempio gli atti della Corte dei Conti relativi ai rendiconti e ai bilanci di previsione del Comune, tuttora non sono stati inviati ai consiglieri. Non ultimi, i giudizi espressi sull'operato del presidente nella vicenda Arquà sono tutt'altro che lusinghieri, sia da parte del Tar, 'Atipica sequenza procedimentale', che del Consiglio di Stato, 'comportamento irrituale e abnorme'. Crediamo che sia doveroso far conoscere ai cittadini le difficoltà in cui operano i loro rappresentanti in Consiglio comunale, spesso privati della possibilità di essere garanti del giusto corso della politica, costretti a essere all'oscuro delle decisioni della politica".

Le opposizioni hanno concluso che "il Presidente Poltronieri al momento della sfiducia è rimasto imperterrito nel gestire l'aula, un attaccamento viscerale alla poltrona, che testimonia come per lui venga prima la propria carriera politica che il bene dei cittadini. La destra è per l'ennesima volta totalmente divisa e inaffidabile per affrontare seriamente qualsiasi tipo di delibera che tocca la vita dei nostri concittadini e concittadine. Il caso Poltronieri non è un incidente di percorso, ma un segnale politico chiarissimo: non esiste più alcuna garanzia di terzietà e imparzialità rispetto alle delibere ammesse in votazione. Lo dicono gli stessi membri della maggioranza che sostiene il sindaco Fabbri. Un sindaco responsabile, che ha rispetto delle istituzioni, chiamerebbe i capigruppo delle forze politiche rappresentate in consiglio comunale per individuare il prima possibile un nuovo presidente del Consiglio comunale".

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