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Ebraismo / Centro Storico / Via Piangipane, 81

Mostra al Meis, il ministro Sangiuliano: "Un'esperienza culturale profonda"

Fra i contenuti presenti nell'esposizione, anche un messaggio video della senatrice Segre

"Il catalogo della mostra 'Ebrei nel Novecento italiano' esalta un percorso di valore inestimabile, magnificamente pensato e realizzato dal Museo nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah-Meis di Ferrara. L'esposizione offre, soprattutto alle nuove generazioni, una esperienza culturale profonda che riconcilia la coscienza civile italiana con una tra le sue memorie più antiche, vive e pulsanti". A commentare con un messaggio i contenuti della rassegna, in apertura venerdì 29 marzo, è il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

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"Dopo aver raccontato nelle mostre precedenti l'esperienza del popolo ebraico in Italia dalle origini al 1800 - ha sottolineato il ministro - viene ora messa a fuoco la dolorosa pagina del Novecento, il secolo dei totalitarismi, delle persecuzioni razziali e dell'abominio della Shoah. Le opere e le testimonianze esposte presentano una storia dell'ebraismo italiano filologicamente rigorosa e metodologicamente capace di descrivere la presenza ebraica nelle trasformazioni epocali che investono la cultura, l'economia e la società del ventesimo secolo". 

Sangiuliano ha aggiunto che "L'ebraismo italiano ha partecipato attivamente alla costruzione dello Stato nazionale nell'avvicendarsi delle varie fasi storiche dai governi liberali del Regno d'Italia alla tragica e nefasta parentesi fascista, sino alla nostra Repubblica democratica. Le diverse sezioni della mostra rappresentano l'identità ebraica italiana nella sua complessità storica di memoria collettiva che informa di sé il nostro umanesimo, la nostra civiltà della libertà e della democrazia. Ai curatori della mostra e del catalogo, e al Presidente del Museo vanno il mio plauso e la mia gratitudine".

Fra i contenuti presenti nell'esposizione, c'è posto anche per un messaggio video della senatrice Lilian Segre. "La nostra Costituzione - ha evidenziato la testimone della Shoah - è capace di futuro. Ecco perché il Patto, siglato 76 anni fa tra le principali correnti politiche, culturali e ideali del Paese, ha retto all'usura del tempo consentendo a ciascuno di noi di entrare nell'età dei diritti. Grazie alla Carta, siamo diventate cittadine e cittadini a pieno titolo. Nel giro di un secolo si è passati dall'articolo 24 dello Statuto Albertino, nel quale tutti i sudditi erano uguali davanti alla legge, alla insuperabile formulazione dell'articolo 3 della Costituzione, l'articolo dell'eguaglianza nella forma e nella sostanza".

Una riflessione che si conclusa con la considerazione che "dalle macerie morali e fisiche è nato un testo gentile, un documento storico politico che configura un ordine futuro. Al centro la persona, non il cittadino, titolare di diritti inviolabili e di doveri inderogabili. In una sintesi mirabile, le più classiche libertà fondamentali incrociano i diritti sociali e di partecipazione politica. Una saldatura che rappresenta ancora la solidità della nostra Costituzione".
 

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