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Avis e Fidas accanto alle Aziende sanitarie ferraresi, rinnovata la convenzione fino al 2024

L'intesa prevede il miglioramento della raccolta sangue e dell'informazione verso i cittadini

“La collaborazione col terzo settore è, e sarà sempre più, strategica per l’erogazione di servizi sanitari qualificati”. In quest'ottica le associazioni che si occupano di donazione di sangue svolgono un ruolo di grande rilievo e, per questo motivo, la collaborazione tra l’ospedale e l’Ausl con Avis e Fidas Renazzo è stata rinnovata e resa più operativa attraverso la stipula di una nuova convenzione valida per il triennio 2022-2024.

La convenzione

L’atto va a definire dettagliatamente la collaborazione tra le due Aziende sanitarie e le associazioni che operano sul territorio provinciale, sia per quanto riguarda l’attività vera e propria di raccolta sangue, sia per le iniziative mirate ad accrescere ulteriormente la sensibilità della cittadinanza su questo aspetto e, conseguentemente, ad aumentare le donazioni.

Saranno dunque condivisi progetti finalizzati a qualificare la rete dei punti di raccolta, accrescere la fidelizzazione e il ricambio generazionale dei donatori, accrescere i margini di autosufficienza del territorio ferrarese e della Regione Emilia-Romagna rispetto al fabbisogno di sangue e dei suoi derivati e, infine, implementare la realizzazione di farmaci plasmaderivati.

Obiettivi del progetto

Diversi gli obiettivi posti in essere dall’intesa. Tra i principali, vi è quello di promuovere la donazione volontaria, associata, periodica, anonima, gratuita e responsabile del sangue e degli emocomponenti mediante l’informazione ai cittadini. Inoltre, ci si vuole sforzare nel promuovere lo sviluppo del volontariato organizzato sulla donazione del sangue e della sua rete associativa.

Quindi, si lavorerà per garantire una gestione informatizzata delle attività svolte dalle associazioni, promuovere la tutela del donatore, migliorare i sistemi di gestione della qualità nelle attività svolte, incentivare lo sviluppo di programmi di promozione della salute, garantire l'emovigilanza dei donatori, definire le modalità di interazione con il Servizio trasfusionale di riferimento e, infine, garantire l'effettuazione della formazione del personale coinvolto nelle attività sanitarie di raccolta associativa del sangue e dei suoi componenti.

Piano di attuazione

Tanti obiettivi, ma come fare per renderli perseguibili concretamente? Nell’accordo, vi è la presenza delle azioni da mettere in campo. In sintesi, sono previsti lo svolgimento di iniziative di informazione, di comunicazione sociale, di educazione sanitaria, di formazione dei cittadini, il reclutamento e la fidelizzazione dei donatori, la tutela dei donatori e dei riceventi (con particolare riguardo al mondo della scuola e dell’università), il sostegno di specifici progetti riguardanti donatori, donazioni e utilizzo della terapia trasfusionale, il miglioramento continuo della qualità attraverso lo sviluppo della buona prassi e, infine, l’organizzazione di programmi specifici di formazione continua.

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