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L'intervista

Centenario Disney, il fumettista Donald Soffritti: "Così ho disegnato i personaggi con fattezze da supereroi"

L'iniziativa rientra in una serie di 'variant covers', omaggi in versione disneyana che ricreano copertine Marvel

Nel 1923 i fratelli Walt e Roy Disney fondavano l'omonima azienda destinata a diventare un marchio ricononosciuto in tutto il mondo. L'anno in corso, pertanto, rappresenta quello del centenario di una realtà editoriale che, attraverso le sue storie di fantasia, ha lasciato un segno nell'immaginario comune di diverse generazioni. Una multinazionale che da più di un decennio ha inoltre acquisito la Marvel Entertainment, ulteriore universo narrativo legato alle avventure dei supereroi. E nella galassia di iniziative promosse per omaggiare la ricorrenza trova spazio anche una serie di 'variant covers', cioè di riproduzioni di celebri copertine Marvel in versione disneyana. Fra gli autori italiani chiamati a realizzare quest'omaggio grafico rivolto al pubblico statunitense, c'è anche il disegnatore ferrarese Donald Soffritti.

Foto © Disney e Marvel-2

Come è nata la realizzazione di questo disegno?
"E' un'iniziativa legata alle celebrazioni per i cent'anni della Walt Disney. Negli Stati Uniti, per festeggiare la ricorrenza hanno pensato alle riproduzioni di alcune storiche copertine Marvel, in versione disneyana. E la richiesta che è arrivata a me era appunto a tema 'supereroistico', con personaggi di un mondo narrativo nelle vesti di supereroi che appartengono ad altri albi".

Ci descrive il contenuto della 'copertina alternativa'?
"Sono partito da un'immagine di riferimento che raffigurava alcuni personaggi Marvel. Considerando che titolo della serie è 'What if... ', ho lavorato sull'ipotetico scenario di nuovi Avengers in chiave Disney. Così, Topolino è rappresentato nei panni di Capitan America e, dietro di lui, Paperino ha le sembianze dell'Uomo Ragno, Pippo di Iron Man, Minnie di Wolverine, e Paperina di Spider-Girl".                 

Quanta complessità c'è in questo tipo di riproduzione?
"Il problema di fondo è l'altezza del personaggio in primo piano. Topolino, a differenza di Capitan America, è più piccolo. Quindi ho lavorato su scale diverse. Elementi di riconoscimento di ciascuno sono dettagli come lo scudo, le tute, gli artigli. Per mantenere l'identità disneyana e meno 'cupa', per esempio, ho disegnato Pippo con il volto ripreso in obliquo e sorridente".        

Le capita di confrontare i suoi primi lavori per Disney con quelli più recenti?
"Certamente, con il passare degli anni ho notato un'evoluzione. Devo anche dire che, quando Andrea Freccero è diventato art director, ha indicato a noi disegnatori come fare per tornare a una 'classicità' delle figure. Per restituire i personaggi alle origini, seppur con un segno moderno. Un recupero delle tradizioni disneyane dalla struttura fisica alla postura".   

C'è un personaggio disneyano al quale è particolarmente affezionato?
"Ce ne sono più di uno. Io ho iniziato con Paperoga e, in un certo senso, sono ripartito dalle sue origini. L'ho fatto 'recitare' come faceva il suo primo disegnatore Al Hubbard, rappresentandolo con il becco più a punta. Poi, c'è Pico De Paperis, che ho recuperato dai film di animazione. E Amelia, che ho ripreso dallo storico disegnatore Carl Barks, partendo dalle origini e finendo per modernizzarla. Fra i più complessi da rappresentare direi Topolino, per la questione delle proporzioni a cui accennavo prima".     

Ci sono nuovi progetti all'orizzonte? 
"Prosegue il mio lavoro con Disney. Recentemente sono tornato con la serie su Pico De Paperis e Newton Pitagorico. Nel giugno scorso è uscita l'edizione in cartonato della 'Topodissea', una storia di 80 pagine con la sceneggiatura di Roberto Gagnor. Una parodia disneyana del poema di Omero che ho disegnato negli anni precedenti, oltre che un'esperienza bella e impegnativa che mi piace ricordare. Tempo e impegni premettendo, mi piacerebbe anche lavorare a qualcosa di mio che ho in mente da tempo".   
 

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