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La Spal torna a Terni cinque anni dopo la promozione in A, De Rossi ci crede: "Loro forti, ma noi non abbiamo paura"

Il tecnico, per il match di sabato alle 14, dovrà fare a meno di Murgia, uno degli uomini più in forma del momento

Si torna a Terni. Là dove in un caldo pomeriggio di cinque anni fa, la Spal conquistava la storica promozione in Serie A. Oggi è cambiato tanto, ma non proprio tutto: la voglia di vincere è sempre la stessa. E in prima linea, per la sfida di sabato alle 14, c’è l’allenatore Daniele De Rossi.

Mister, come è andata questa settimana?
“La settimana è stata, di base, simile a quella precedente, direi positiva. Nei primi giorni abbiamo lavorato sull’aspetto fisico, poi siamo andati a scemare con l’intensità per prestare più attenzione all’avversario e a quello che vogliamo fare in campo. Continuiamo a inserire nella testa dei giocatori i concetti, perché non dobbiamo pensare di aver già acquisito tutta la conoscenza di cui abbiamo bisogno”.

La Ternana è terza in classifica: un altro impegno importante, insomma.
“Vero. Incontriamo tutte squadre decisamente in forma, forse questa è quella che ha anche il tasso tecnico più alto. Ma quello ce l’abbiamo anche noi e dobbiamo andare a Terni a fare la nostra partita senza paura, con grande rispetto dell’avversario”.

Che indicazioni ha ricavato dall’analisi, in settimana, del match passato contro il Sudtirol?
“Siamo partiti dai nostri errori per finire con le cose buone che abbiamo fatto e ce ne sono state parecchie. Dobbiamo essere più bravi nell’ultimo spicchio di campo: parlo della costruzione del tiro in porta, dell’aiuto da fornire agli attaccanti per creare i presupposti per tirare in porta. Poi serve più attenzione nelle marcature preventive, cosa che non c’è riuscita bene nel secondo tempo”.

A Terni non ci sarà Murgia. Ma è un giocatore rinato sotto la sua guida…
“E’ un elemento importante ma io non gli ho detto nulla. Si allena sempre al massimo ed è tutto merito suo. Con il cambio di allenatore, spesso scatta una molla in ogni giocatore: sia in chi non è stato tanto preso in considerazione fino a quel momento, sia in chi ha sempre giocato perché deve mantenere quella gerarchia. Murgia forse con il mio arrivo si è sentito più stimolato: io non lo so, ma non mi interessa. Per me si allena e gioca bene. A Terni non ci sarà, sono comunque tranquillo per chi giocherà al suo posto”.

Zuculini, in tal senso, può avere le caratteristiche per compensare l’assenza di Murgia?
“Franco ha quelle caratteristiche al 100%. Ha anche un’intensità innata. Serve però capire quanta resistenza ha in questo momento, perché negli ultimi anni ha giocato molto poco. Ad ogni modo mi sta dando tante soddisfazioni, anche per come conduce il gruppo. E’ un vero leader”.

Il fatto di non aver mai vinto in trasferta in stagione è un concetto motivazionale aggiuntivo?
“Non abbiamo parlato di questo aspetto. Dobbiamo raggiungere una nostra fiducia che ci porti a giocare, spero presto, nella stessa maniera sia in casa sia fuori. Mi piace molto di più giocare in casa perché lo stadio è veramente ‘tanta roba’ e dare una gioia ai nostri tifosi è il momento più bello del nostro calendario, però si deve giocare anche in trasferta. A Genova abbiamo fatto un grande secondo tempo, mentre la prima partita (a Cittadella, ndr) non è stata proprio il massimo”.

Tacopina qualche settimana fa aveva parlato di una squadra impaurita. E’ soddisfatto dei miglioramenti?
“Non posso e non devo analizzare i miglioramenti, perché prima non c’ero. Qualche nozione e qualche spunto l’ho voluto sapere perché non volevo partire da zero. Ma io non ho mai visto una squadra di ragazzi impauriti. L’aspetto positivo è che non smettono mai di correre, ma dobbiamo lavorare sulla reazione ‘lucida’ che si deve avere quando si riceve un cazzotto, come successo contro il Sudtirol”.

A livello di condizione fisica, a che punto è la squadra?
“Ci vuole un po’ di tempo per raggiungere la condizione fisica che vorremmo noi. I ragazzi corrono tanto, anche nelle prime settimane comunque abbiamo proposto intensità (tipo nel secondo tempo a Genova in Coppa Italia). Non ho trovato una squadra distrutta fisicamente: abbiamo cambiato i carichi di lavoro e la tipologia di allenamento. Questo potrebbe aver appesantito qualcuno e rilanciato qualcun altro”.

Siamo già ad un quarto del campionato e non c’è ancora una squadra che sta ammazzando il campionato. Lei cosa ne pensa?
“Mi sembra il leitmotiv di ogni campionato di Serie B. C’è stata qualche squadra che ha dominato, in passato, ma anche l’anno scorso a tre giornate dalla fine era tutto aperto. E’ bello per questo, perché ti lascia sempre ben sperare. Basta guardare il Frosinone, oggi in testa, che fino a qualche settimana fa non era nelle zone alte della classifica. Questo ci deve far sperare, ma anche far stare con le antenne dritte perché dietro abbiamo grandi club”.

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