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Venerdì, 26 Aprile 2024
Calcio

Spal e Palermo si impantanano al Mazza: Meccariello fa Giroud ma l'1-1 è un brodino annacquato

La Mantia è un caso, Thiam salvato dalla bandierina. E i cartellini volano come in Olanda-Argentina

Scrivi Palermo, leggi Südtirol. O viceversa, vabbè cambia poco. Stessa storia, stesso posto, stessa partita. Al Mazza la Spal si impantana contro i rosanero come già aveva fatto con i bolzanini: Meccariello la sblocca dopo poco, gli ospiti iniziano a macinare gioco, arriva il pareggio e la partita si trascina stancamente verso il triplice fischio finale. Senza emozione altra.

Nel pomeriggio di Ferrara arriva un punto che sa di brodino ino ino ino, annacquato da una pioggia incessante che sbiadisce una buona partenza biancazzurra. Ma d’altronde, come detto, questo è il solito copione: il Mazza è come un teatro in cui va in scena sempre e solo la medesima rappresentazione, commedia o tragedia che dir si voglia, dipende dai punti di vista.

Biagione, dopo dieci giri d’orologio, veste i panni del Giroud formato mondiale e su un angolo cotto a puntino da Esposito disegna un colpo al volo da bomber consumato. Il Palermo – in casacca nera bretellata rosa – pare non esser arrivato a Ferrara. Ma è una simpatica burla, perché alla prima vera occasione punisce: al 32' Brunori, solo in area, con un colpo da biliardo dà un bacino al palo e insacca il pari.

E c’è di più. Per farlo, si concede il lusso di un tunnel a Dalle Mura. Tanto per gradire, tanto per aumentare il livello di beffa. In mezzo c’è tempo per qualche sussulto qua e là, con La Mantia che vede stoppato un tiro potenzialmente letale e con Di Mariano che tocca la sfera con una mano ma senza indurre l’arbitro a fischiare il rigore.

La pioggia fa il resto, con le scivolate che non si contano, pantaloncini che si infangano come nei campi di periferia e con i cartellini (tutti gialli, sia chiaro) che vengono sventolati a destra e a manca quasi fossero ventagli in una calda serata agostana. Se ne contano sei solo a fine primo tempo, roba da far impallidire argentini e olandesi.

La ripresa si apre con Thiam tra i pali al posto di Alfonso e con un La Mantia che al minuto tre dimostra tutta la sua scarsa condizione, forse più mentale che fisica. In spaccata, da metri due, solo soletto, scheggia la traversa e regala la boccia ai tifosi della Est. Non è giornata, non è periodo. Anzi, avanti così rischia proprio di non essere annata.

Il Palermo, che di punti in più della Spal ne ha solamente tre, dimostra a propria volta limiti evidenti e nell’acquitrino di corso Piave non regala giocate da ricordare. Se si pensa che l’ultima volta che i siciliani hanno sfidato i biancazzurri – ok, era al Barbera ed era Coppa Italia – agli ordini di Zenga c’erano soldati del calibro di Cavani, Miccoli, Kjaer e Pastore, la lacrimuccia scende facile.

Il match di questa Serie B riserva, invece, tanti errori e qualche orrore. Al minuto 57, Celia scatta in contropiede, serve in mezzo La Mantia che fa velo per l’accorrente Rabbi che calcia in bocca a Pigliacelli. Ok non avere Mbappe o Messi là davanti, ma ricordiamoci che ci si salva a suon di punti, non di rimpianti.

Al 78’, invece, dall’altra parte gli ex Sala e Vido confezionano il gol – poi annullato per fuorigioco – del vantaggio ospite. Il tutto, complice una papera gigantesca di Thiam, che salva faccia e possibilità di tornare tra i pali in futuro grazie alla benedetta bandiera dell’assistente di Di Bello.

Ah, parentesi. Anche domenica, tra le fila dei rosanero, sono scesi in campo tre ex. Segno evidente della mole di calciatori passati – senza grandi fortune – dalle parti di via Copparo. Segno evidente di come, negli ultimi anni, sia mancato qualcosa anche a livello di mercato. Ma chiudiamola subito sta parentesi, che rischia di essere graffa, con dentro una quadra e dentro una tonda e durare in eterno.

Insomma, il brodino – senza caplit – dice 1-1. Due punti in tre scontri diretti in una settimana. Ai posteri, ma nemmeno troppo, l’ardua sentenza. Mancano centottanta minuti, poi a gennaio la giostra ricomincia. E sarà l’ultimo giro. In mezzo è presumibile che mister Joe inserisca qualche gettone, per dare gas. Ma se ciò non dovesse bastare, quei campi infangati di periferia diventerebbero tremendamente realtà.

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