Questa Spal ora è un Caso: a Frosinone come contro il Genoa, sconfitta senza appello
Venturato opta per una formazione sperimentale che non paga. Da valutare l'infortunio di Alfonso
Copia e incolla. Prendi la sfida contro il Grifone e appiccicala sopra ai novanta minuti dello Stirpe. Le due figure – per la Spal sono figuracce – combaciano alla perfezione. Gli altri giocano a calcio, attaccano e difendono con qualche ideuzza qua e là. La banda di Venturato, al contrario, è una zattera piccola piccola che sta pericolosamente virando verso il mare aperto.
La sosta, ci si chiedeva, avrà fatto male a La Mantia e compagni? La risposta c'è e non è simpatica: eccome. Allo Stirpe, Venturato tiene accanto a sé, seduti in pettorina, i vari Moncini, Dickmann e Maistro. L'ultimo si sa, non è al meglio. Sui primi due, invece, il mistero è fitto. Dentro Finotto, impalpabile, Fiordaliso, disastroso sulla galoppata del vantaggio ciociaro, e Rabbi, unico a portarsi a casa la sufficienza stiracchiata. Di quelle che a scuola facevano tanto contenti mamma e papà, e fine lì.
Il primo tempo è da triplo caffè. Servirebbe ai 116 tifosi – si può dire eroi? - spallini che han deciso di affrontare la traversata verso la terra laziale ignari di vivere un pomeriggio da incubo. Parlare di noia è un eufemismo. Parlare di nulla cosmico è un'offesa a chi, dell'Universo, ne fa una professione seria. Il primo sussulto, che sveglia tutti dal pisolino pomeridiano, è firmato Caso. Ricordiamoci questo nome, tornerà più tardi, e farà male. Il 10 gialloblu va via a Fiordaliso, sempre lui, serve Garritano, che salta Celia ma trova in Alfonso un muro. Quattro giri d'orologio più avanti Garritano scherza ancora con il terzino biancazzurro, bevendoselo come fosse un drink in spiaggia, ma poi inciampa da solo.
Meno male, verrebbe da dire. E invece il male, il dolore vero, tarda di poco ad arrivare. Minuto due della ripresa: Caso si traveste da Gareth Bale, quello dei tempi d'oro, e lascia sul posto Fiordaliso, poi Valzania, esce dal campo, rientra, corre, salta anche Dalle Mura e poi infila Alfonso all'angolino. Avesse avuto le chiavi dell'auto del suo allenatore gli sarebbe anche andato a far la spesa nel frattempo. Cinquanta metri palla al piede e ha la forza di correre anche per esultare. Bravo lui.
E' il gol che spacca la partita e che segna, irrimediabilmente, l'inizio della fine per Esposito e compagni. Col passare dei minuti ciò che può andare male, va peggio. Prima Alfonso esce per infortunio, poi Arena si fa cacciare per un fallo – c'è e non c'è – da ultimo uomo, poi il buon vecchio Thiam si fa trafiggere da Mazzitelli. Punizione non certo alla Messi, ma la barriera si apre come una vongola incastonata in un succulento piatto estivo e buonanotte sogni di gloria.
Il Frosinone aveva sempre vinto allo Stirpe in questa stagione. La Spal ci tiene a non far sgarbi e mantiene la statistica degli uomini del mondial Fabio Grosso pulita pulita. Intanto, però, il campionato va avanti, le altre vincono e i biancazzurri scivolano sempre più giù. Solo un punto sopra la zona playout, quella, per intenderci, del tutto simile ad un'anticamera per l'inferno. In vista di sabato – altra trasferta, a Cittadella, ore 14 – c'è da sbloccare la tastiera. Quella inchiodata sul copia e incolla. Sempre 2-0, sempre un'espulsione, sempre zero tiri in porta. Si è capito che la Spal ne è capace. Ma adesso basta così, grazie.