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Venerdì, 26 Aprile 2024
Ambiente

Rifiuti, uno studio sulle modalità di gestione del servizio indica i costi del cambiamento del metodo misto

Dall'analisi emerge che i benefici derivanti dal porta a porta non sarebbero sufficienti a compensare i maggiori oneri di gestione

La percentuale della raccolta differenziata a Ferrara attraverso l'attuale sistema arriva all'87,28%, a fronte del dato medio regionale del 72%. A indicare le percentuali è uno studio sulle modalità di gestione del servizio rifiuti che ha preso in analisi tre scenari. Nel dettaglio, la gestione del servizio da parte di una società esterna individuata da parte di Atersir dopo la procedura di gara ai sensi della normativa vigente, con sistema di raccolta a porta a porta; la gestione del servizio da parte di una società in house con sistema di raccolta a porta a porta; e la gestione del servizio da parte di una società in house con sistema di raccolta misto (cassonetti stradali con carta di accesso e porta a porta).

"Lo studio - ha spiegato Alessandro Balboni, assessore comunale all'Ambiente - è l'esito di un percorso iniziato nel 2018, quando, a seguito di una proposta di Delibera popolare approvata, Atersir venne incaricata di predisporre uno studio di fattibilità per il passaggio alla gestione in house del Servizio raccolta e smaltimento rifiuti per il Comune di Ferrara. Anche a fronte delle richieste da parte del Tavolo partecipato per i rifiuti, che chiedeva la predisposizione di un Piano Industriale, il Comune ha investito 55mila euro per elaborare un documento tecnico-scientifico utile a valutare al meglio il modo più utile e conveniente per la gestione dei rifiuti che sarà necessario da scegliere, dal momento che è scaduto il contratto con Hera già nel 2017. Il referente dello studio è il professor Enrico Bracci di Unife, che dopo sei mesi di lavoro ha consentito di arrivare a fine 2022 all'elaborazione dei risultati. gli scenari analizzati portano a una stima di aumento a regime di una gestione in house con metodo porta a porta 'spinto' rispetto all'attuale sistema di circa il 10%".

Alessio Stabellini, dirigente del Servizio qualità ambientale, ha ricordato che "il sistema attuale oggi è 'misto', ossia utilizza cassonetti e porta a porta in centro storico e aree del forese. Circa 1300 sono le isole ecologiche complete a disposizione sul territorio comunale per la raccolta delle diverse frazioni di rifiuti. Circa 80mila le utenze, tra quelle domestiche e non e una percentuale di raccolta differenziata dell'87,3%, rispetto alla media regionale del 72%, che porta Ferrara in vetta alla classifica dei Comuni d'Italia con più di 100mila abitanti. Lo Studio è lo strumento tecnico a supporto della decisione politica su come procedere per il bacino di Ferrara, ovvero decidere se procedere con un affidamento mediante procedura di gara, secondo le disposizioni normative vigenti oppure optare per una gestione in-house, decidendo anche quale metodo di raccolta utilizzare tra il misto e il porta a porta spinto".

Il vice direttore del dipartimento di Economia e Management di Unife Enrico Bracci ha quindi anticipato l'esito dello studio, che nelle prossime settimane sarà oggetto di un'Informativa nell'apposita Commissione consiliare del Comune di Ferrara e di una comunicazione in Giunta, per poi passare all'elaborazione di una proposta da mettere ai voti in Consiglio comunale.

"Un gruppo di lavoro multidisciplinare - ha illustrato il docente Bracci - ha simulato scenari diversi, in modo da descriverne gli esiti possibili tramite l'applicazione di rigorosi metodi e strumentazioni di calcolo economico-ingegneristico. Le alternative analizzate riguardano una gestione 'in house' con metodo di raccolta rifiuti sia di tipo misto sia porta a porta. Dall'analisi emerge che nonostante i benefici ambientali ed economici derivanti da una migliore qualità dei rifiuti differenziati che il metodo porta a porta genererebbe, questi non sono sufficienti a compensare i maggiori oneri di gestione. Infatti, gli scenari analizzati portano a una stima di aumento a regime di una gestione in house con metodo porta a porta 'spinto' rispetto all'attuale sistema di circa il 10%. Nello scenario di una gestione in house con l'attuale metodo di gestione misto del servizio, l'incremento di costo è stimato in circa il 3%. E' stato inoltre stimato il fabbisogno finanziario necessario al Comune per acquisire dall'attuale gestore le attrezzature e automezzi operativi e per avviare la propria gestione autonoma. Tale fabbisogno oscilla tra i 15,8 e 13,5 milioni di euro a seconda degli scenari. Si è stimato che di questi almeno tra i 4,4 e 5,2 milioni di euro dovranno essere coperti dal Bilancio del Comune, la restante parte tramite indebitamento a breve e a lungo termine".

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