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Arte / Centro Storico / Corso Ercole I d'Este, 21

Palazzo Diamanti, a febbraio riapre nel segno dei pittori ferraresi Ercole de' Roberti e Lorenzo Costa

Dopo la fine dei lavori di restauro, lo storico edificio ospiterà una mostra sui due maestri del Rinascimento

Una prima tappa di un progetto legato al Rinascimento segna la riapertura di palazzo Diamanti. Dopo un complesso intervento di restauro e riqualificazione, infatti, lo storico edificio il 18 febbraio 2023 riaprirà le sue porte ospitando la mostra dedicata a due grandi maestri ferraresi del Rinascimento, Ercole de' Roberti e Lorenzo Costa. Una mostra a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli, e organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d'arte del Comune, in collaborazione con la Direzione generale archeologia, belle Arti e paesaggio del Ministero della Cultura, che avrà il suo prologo ideale a palazzo Schifanoia, dove il giovane Ercole de' Roberti esordì nel Salone dei Mesi realizzando il mese di Settembre. 
 
L'esposizione rappresenta il primo segmento di un progetto ambizioso intitolato 'Rinascimento a Ferrara 1471-1598 da Borso ad Alfonso II d'Este'. La finalità è esplorare la vicenda storico-artistica del periodo compreso tra l'elevazione della città a ducato e il suo passaggio dalla dinastia estense al diretto controllo dello Stato Pontificio. 

Gli altri momenti del percorso saranno dedicati ai grandi protagonisti di quella stagione come Mazzolino e Ortolano, Dosso e Garofalo, Girolamo da Carpi e Bastianino. Le oltre cento opere esposte, provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, offriranno al pubblico l'occasione unica per scoprire l'arte di due grandi interpreti del Rinascimento italiano.

Dotato di un incredibile talento compositivo, straordinario per qualità ed espressività emotiva, Ercole de' Roberti (Ferrara c. 1450 – 1496) era l'erede dell'Officina ferrarese, il più giovane e intelligente tra quanti parteciparono al clima culturale di palazzo Schifanoia, negli ultimi anni del governo di Borso che proprio allora riceveva il titolo di duca (1471). Operò a più riprese a Bologna, dove lasciò una impronta profondissima, ma non vi è dubbio che a Ferrara trovò l'ambiente più adatto in cui esprimersi durante l'ultimo decennio della sua vita, trascorso alle dipendenze della corte.

Fu Lorenzo Costa (Ferrara 1460 – Mantova 1535), di dieci anni più giovane, a raccoglierne l'eredità e a continuarne lo stile nelle opere giovanili. Ma durante un lungo soggiorno a Bologna la sua pittura mutò in direzione di una maggiore morbidezza, di una classicità calma e distesa. Il mondo stava cambiando, Leonardo e Perugino stavano imponendo una nuova 'maniera', che Costa comprese subito e della quale fu tra i maggiori interpreti, anche dopo il trasferimento a Mantova alla corte dei Gonzaga.

I visitatori potranno seguire la carriera di Ercole attraverso oltre venti opere, dagli esordi alla compiuta maturità. Tra le prove giovanili saranno presenti gli scomparti del polittico Griffoni, eseguito a fianco di Francesco del Cossa, e i luminosi Ritratti di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio che giungeranno da Washington. Le sale dedicate agli ultimi anni, quando Ercole dopo il rientro in patria era divenuto pittore di corte degli Este, saranno impreziosite da quattro dipinti, grazie al prestito eccezionale concesso dalla National Gallery di Londra. Oltre al dittico che appartenne alla duchessa Eleonora d'Aragona, la Raccolta della manna e l'Istituzione dell’Eucarestia, forse provenienti da una chiesa ferrarese. Dal Kimbell Art Museum di Forth Worth arriva la tavola con Porzia e Bruto che sarà ricongiunta alla compagna con Lucrezia, Bruto e Collatino della Galleria Estense di Modena.

Non meno ricca la selezione di lavori di Costa, che prende avvio dal periodo giovanile, durante il quale il pittore è impegnato in un fruttuoso confronto con Ercole, come dimostrano le Storie degli Argonauti riunite per la prima volta. Questa fase, che passa attraverso capolavori come la Natività del Musée des Beaux-Arts di Lione, trova un termine e una sintesi in una serrata successione di straordinarie pale d'altare degli anni Novanta del Quattrocento. Per illustrare il Costa più classicheggiante e pacato sarà in mostra una serena Sacra Famiglia dal Museo di Toledo in Ohio. Mentre, per documentare il periodo mantovano, finora meno frequentato dagli studi, interverranno la Santa Veronica del Louvre, il Ritratto di cardinale del Minneapolis Institute of Art, fino all'ultima opera nota, la Madonna e santi della chiesa di Sant'Andrea a Mantova, datata 1525.

I due protagonisti saranno affiancati da maestri nobili e da compagni di viaggio contemporanei: Mantegna, Cosmè Tura, Nicolò dell'Arca, Marco Zoppo costituiranno il punto di partenza, mentre Antonio da Crevalcore, Guido Mazzoni, Boccaccio Boccaccino, Francesco Francia e Perugino offriranno una sponda di dialogo lungo il percorso espositivo.
 

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