rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Sanità

Giornata mondiale del linfedema, Chirurgia e Riabilitazione impegnati nel trattamento della patologia

Gli ambulatori della Riabilitazione dell'ospedale di Cona servono circa 230 pazienti all'anno

Lunedì si celebra la Giornata mondiale del linfedema, una patologia cronica e progressiva del sistema linfatico che può causare gravi disabilità. A seguito di trattamenti chirurgici e di alcune terapie utilizzate in caso di neoplasia mammaria, si possono manifestare condizioni di sofferenza, per lo più transitoria, a carico della cicatrice chirurgica, dell'articolazione della spalla e di piccoli nervi che portano la sensibilità cutanea a livello dell'ascella. Queste producono dolore e difficoltà nella circolazione linfatica, che può tradursi in un linfedema, precoce o tardivo.

Diversi sono i servizi, nella sanità ferrarese, che si occupano del trattamento e della cura di questa patologia, sia dal punto di vista chirurgico che della riabilitazione. "Il linfedema correlato al tumore della mammella – ha evidenziato il docente Paolo Carcoforo, direttore dell'Unità operativa di Chirurgia 2 - colpisce circa una paziente su cinque ed è associato a un'elevata incidenza di problematiche funzionali, psicologiche e sociali, con un impatto notevole sulla qualità della vita".

Da alcuni studi preliminari sull'anatomia delle vie linfatiche, la Scuola chirurgica di Ferrara ha fatto passi importanti nella ricerca scientifica e clinica per la riduzione delle complicanze correlate al linfedema cronico. "Siamo partiti dalle osservazioni pioneristiche del professore Ippolito Donini sul 'linfocentro deltoideo' – ha proseguito il docente Carcoforo – per arrivare all'idea di poter identificare e preservare le vie di drenaggio dell'arto superiore durante la chirurgia sui linfonodi ascellari, sia come biopsia del linfonodo sentinella che come procedura di radicalizzazione durante la linfoadenectomia".

A partire dal 2015, attraverso un progetto di ricerca proposto e guidato dal docente Carcoforo, è stata posta una base clinico-scientifica iniziale e fondamentale per lo sviluppo della 'dissezione ascellare selettiva', recentemente proposta anche da altri Centri nazionali e internazionali. "Attraverso questa metodica è possibile asportare i linfonodi ascellari, sede di potenziali metastasi del tumore mammario - ha aggiunto Carcoforo - identificando e preservando le vie di drenaggio che garantiscono il mantenimento del flusso linfatico dall’arto superiore".

Le pazienti sottoposte a interventi maggiori (mastectomia radicale o linfoadenectomia ascellare) vengono seguite in ambulatori dedicati e congiunti con il Dipartimento di Riabilitazione del 'Sant'Anna'. L'asportazione dei linfonodi all'ascella ha rappresentato per molti anni il completamento alla mastectomia. Lo svuotamento ascellare, o linfoadenectomia ascellare, è considerato da sempre un intervento che, seppure importantissimo, può dare comunque in molte pazienti delle complicanze, tra le quali il linfedema del braccio. Questa patologia può diventare cronica e, quindi, va affrontata per tempo. Gli ambulatori del Modulo dipartimentale attività ambulatoriale della Riabilitazione servono circa 230 pazienti all'anno, delle quali meno di un quarto (circa 50 pazienti) sono affette da linfedema.

"La gravità dell'espressione clinica del linfedema si è notevolmente ridotta nel tempo, e si vedono casi meno gravi", ha dichiarato la dottoressa Lorenza Cavazzini, specialista in Medicina fisica e Riabilitazione, referente Pdta mammella e Pdta polmone, aggiungendo che "il trattamento di questa patologia si attua attraverso una terapia decongestiva combinata comprendente cura della cute; linfodrenaggio meccanico o linfodrenaggio manuale, laddove necessario; bendaggio compressivo linfologico multistrato; esercizi attivi; consigli di praticare attività fisica secondo le personali attitudini; uso di tutore elastocontenitivo dopo i trattamenti con fisioterapista e su prescrizione medica".

Le pazienti devono essere in ogni caso indirizzate a un Centro in grado di fornire un programma terapeutico specifico. Nel follow-up delle pazienti con linfedema deve essere garantita la visita di controllo e la possibilità di programmare visite al bisogno in base alla comparsa di eventuali aumenti del volume o variazione della consistenza dei tessuti del braccio, eritema, dolore. E' inoltre opportuno fornire a queste pazienti una valutazione fisiatrica.

"Per seguire al meglio le donne operate di tumore mammario – ha concluso la dottoressa Cavazzini - e provvedere ai trattamenti necessari, arrecando il minor disagio possibile, dal 2014 abbiamo organizzato una rete di servizi che copre sia l'Azienda universitaria ospedaliera che l'Ausl. La rete si dispiega fra la città di Ferrara (Casa della Salute – Cittadella San Rocco, responsabile dottore Efisio Lissia; referente Pdta mammella, dottoressa Cavazzini), e le sedi provinciali di Cento, Argenta, Portomaggiore, Ospedale del Delta, Casa della salute 'Terre e Fiumi' di Copparo, Casa della Salute 'San Camillo' di Comacchio; queste ultime dirette dalla dottoressa Stefania Degli Esposti".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giornata mondiale del linfedema, Chirurgia e Riabilitazione impegnati nel trattamento della patologia

FerraraToday è in caricamento