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Venerdì, 26 Aprile 2024
Edilizia

Emergenza abitativa, 210 sfratti in un anno. I sindacati contro il governo: "Ha acuito il problema"

Le sigle hanno snocciolato i dati relativi alla provincia di Ferrara, chiamando in causa l'esecutivo

Oltre 3.500 domande per morosità incolpevole, con 210 sfratti in un anno. A fronte, però, di circa mille alloggi vuoti. Sono questi i numeri – riferiti al 2022 – snocciolati dai sindacati per sottolineare come nella provincia di Ferrara esista una vera e propria emergenza abitativa. Il problema – secondo Cgil, Cisl Sicet, Sunia, Uil e Uniat – è stato acuito dalle recenti scelte del governo Meloni. Ma andiamo con ordine.

“I Comuni – sostengono – stanno facendo i conti con un disagio abitativo crescente, dato dall’incremento dei costi dell’abitare, senza che vi siano adeguate risorse a disposizione per aiutare le famiglie. Le scelte del governo Meloni, con l’ultima legge finanziaria, hanno aggravato colpevolmente la situazione”. Da qui i dati prima citati. Ma non è tutto, perché la denuncia delle sigle si spinge anche oltre.

“Il mancato finanziamento per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzato al ripristino degli alloggi pubblici liberati da tempo – incalzano le sigle – sta impedendo la riassegnazione degli stessi. In provincia di Ferrara vi sono circa 1.000 alloggi vuoti in attesa di manutenzione o ristrutturazione e solo 148 di questi hanno, ad oggi, dei piani di lavori programmati. Nell’ultimo bando di assegnazione degli alloggi Erp (edilizia residenziale pubblica, ndr) erano presenti in graduatoria circa 770 domande”.

E, sempre secondo i sindacati, la scelta del blocco dei crediti operata per il Superbonus ha condannato il settore per i prossimi anni: “I Comuni – proseguono – sono chiamati a scegliere se dare la casa ad un nucleo familiare tra i primi posti in graduatoria per l’assegnazione di una casa e con uno sfratto intimato dal proprietario oppure a nucleo in procinto di essere messo in strada in quanto soggetto all’esecutività dello sfratto. Tutto questo è inaccettabile”.

Da qui, la richiesta conclusiva, ai Consigli comunali dei vari territori. Ovvero quella di prendere posizione nei confronti del governo per il rifinanziamento strutturale dei fondi per il contributo affitto destinato ai nuclei familiari in difficoltà finanziare, così come il ripristino dei fondi per gli interventi di manutenzione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e un ‘piano casa nazionale’ che “manca ormai da troppi anni”.

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