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Disturbi alimentari, il Pd contro il ridimensionamento del Fondo nazionale

Sull'argomento è stato presentato un Ordine del giorno dai Gruppi di minoranza in Consiglio comunale

"In questi giorni, un tema di grande interesse è rappresentato dagli ulteriori tagli alla Sanità pubblica da parte del Governo attraverso il ridimensionamento del Fondo nazionale per i disturbi alimentari, istituito con la Legge di Bilancio del 30 dicembre 2021 con una dotazione di 25 milioni di euro per il biennio 2022 e 2023". A intervenire sull'argomento sono Chiara Benvenuti, referente per Salute e benessere sociale nella Segreteria dell'Unione provinciale del Partito Democratico, e Nicola Minarelli, segretario della Federazione del Partito Democratico di Ferrara. 

Gli esponenti Dem si sono soffermati su "persone affette da anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata che nel nostro Paese, secondo i dati dell'Istituto superiore di Sanità, nel 2020 hanno coinvolto 2.398.749 di persone di cui il 30%con meno di 14 anni. Purtroppo nel post covid si è registrata una forte crescita di casi tra giovani e giovanissimi, fino a triplicare questi dati. Inoltre, molte persone non rientrano nelle statistiche, perché non sono intercettate. Sappiamo comunque che per le giovani e i giovani sono la seconda causa di morte dopo gli incidenti della strada. Si tratta di pazienti che attraverso il cibo denunciano un malessere profondo, disagi psichici e psichiatrici che vanno presi in carico da strutture pubbliche".

Benvenuti e Minarelli hanno sottolineato che "purtroppo, questi disturbi non rientrano nei Livelli essenziali di assistenza lasciando alle Regioni e alle famiglie l'onere della cura con enormi differenze fra regioni. Il Fondo nazionale per i disturbi alimentari aveva in qualche modo 'soccorso' questo grave ritardo del Sistema sanitario pubblico. La Regione Emilia-Romagna che conta circa 2008 persone prese in carico (+27,5% rispetto all'anno precedente) ha ricevuto 1,8 milioni che hanno consentito di stabilizzare e consolidare il modello organizzativo della rete ambulatoriale basato su equipe multidisciplinari di professionisti (psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, nutrizionisti, dietisti, infermieri, neuropsichiatri infantili) che, attraverso un percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale, prendono in carico i pazienti con disturbi della nutrizione e alimentazione in ogni Azienda Usl".

Da qui alla considerazione che "il Partito Democratico di Ferrara vuole raccogliere il grido silenzioso dei tanti giovani e giovanissimi affetti da questi disturbi. Un grido di allarme che ben conoscono i professionisti della sanità pubblica, che ogni giorno con queste ragazze e questi ragazzi si confrontano, oltre che i volontari e le volontarie delle associazioni e le famiglie che queste situazioni vivono direttamente. Anche il Partito Democratico di Ferrara sostiene la mobilitazione dal basso, che coinvolgendo i territori e gli amministratori negli enti locali chiede al Governo di ripristinare il Fondo nazionale per il
contrasto ai disturbi del comportamento alimentare e che questi disturbi siano finalmente riconosciuti nei Lea".

Una posizione, in linea con la Segreteria dell'Unione comunale del Pd, secondo la quale "investire nella cura significa investire nelle giovani generazioni: è assolutamente necessario ripristinare il Fondo a livello nazionale e prevederne l'incremento nei prossimi 3 anni per garantire l'accesso a servizi specializzati. E che ricalca anche un Ordine del giorno da parte dei Gruppi di minoranza in Consiglio comunale, sulla "reintegrazione del Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione ed emanazione dei decreti attuativi necessari per l’inserimento dei disturbi alimentari nei livelli essenziali di assistenza". 

A questo proposito la richiesta da parte di Partito Democratico, Movimento 5 stelle, Azione Civica, Ferrara Bene Comune e Gruppo Misto rivolta al sindaco e alla Giunta comunale è a "sollecitare con fermezza il Governo affinché ripristini le risorse precedentemente previste, provvedendo quindi al rifinanziamento del Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione", a "sollecitare con fermezza il Governo affinché provveda all'emanazione dei decreti attuativi necessari per l’inserimento dei disturbi alimentari nei Livelli essenziali di assistenza", e a "stanziare risorse congrue, nella prima manovra utile, per finanziare attività, all'interno delle scuole e nei luoghi di aggregazione dei giovani, volte a conoscere e riconoscere questi preoccuparti disturbi e offrire sostegno a chi ne avesse necessità, personalmente o per un proprio caro".

Anche l'Udu si è rivolta al Governo, chiedendo una retromarcia sul tema e organizzando una mobilitazione da Ferrara a Bologna venerdì 19 gennaio, con destinazione piazza Scaravilli alle 18. "Finché non vedremo approvato l'emendamento al Decreto Milleproroghe con il rifinanziamento al fondo per il contrasto ai Dca - ha spiegato una nota - non saremo soddisfatti. Chiediamo al Governo di ascoltarci, trovando una soluzione urgente. Qualsiasi ritardo può comportare danni irreparabili ai percorsi assistenziali che aiutano chi ha un disturbo alimentare. Ricordiamo al Governo che, nel nostro Paese, in 4 milioni soffrono di questi disturbi, con 4mila morti ogni anno. Non c'è tempo da perdere".
 

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