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Istruzione / Comacchio

Dimensionamento della rete scolastica, Pd: "La Giunta va incontro alle famiglie?"

A commentare la vicenda è stato anche il segretario generale Flc Cgil

La questione dell'entrata in vigore del Decreto legge 127 del 30 Giugno 2023 'Definizione contingente organico dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi' continua a fare discutere il mondo politico di Comacchio. "Apprendiamo in questi giorni - ha dichiarato il segretario del Pd di Comacchio Michele Farinelli - dell'assemblea pubblica di venerdì 20 ottobre da parte dei genitori delle scuole di Porto Garibaldi. Un'ottima iniziativa che parte dalla cittadinanza. L'azione del governo che mira a diminuire i numeri degli Istituti comprensivi è di per sé deleteria per un territorio come il nostro. Nel nostro Comune da due si passerà ad uno. Ricordiamo che Comacchio ha una delle percentuali più alte di dispersione scolastica in tutta la regione Emilia Romagna e questa azione potrebbe inficiare ulteriormente nel percorso di studi".

Farinelli ha continuato che "come Pd già a livello regionale ci si è mossi, facendo immediatamente ricorso al Tar del Lazio tramite la forte presa di posizione dell'assessora regionale è evidente. Un Istituto Comprensivo unico potrebbe portare alla chiusura di Lido degli Estensi e probabilmente San Giuseppe. Una scuola dell'infanzia e due scuole primarie di cui una sperimentale. Ci si chiede anche se la previsione di costruire un nuovo polo scolastico dell'infanzia ubicato a Comacchio non potrebbe diventare un'azione dolosa che prepara il terreno a un accorpamento senza coinvolgere di fatto la cittadinanza. Non ci rassicura la risposta a mezzo stampa e via social dell'assessore competente Maura Tomasi a riguardo. 'Sarà fatto tutto quanto in nostro potere per garantire agli studenti ed alle loro famiglie un'istruzione che mantenga elevati standard qualitativi'. In questa affermazione non si trova purtroppo la chiarezza di un'azione concreta e l'idea di ciò che potrà verificarsi". 

L'esponente Dem ha aggiunto che "non vengono menzionati nemmeno i posti di lavoro che potrebbero saltare. Posti di lavoro anche di concittadini. Chiederemo quindi lumi in Consiglio comunale, che posizione intenda adottare la Giunta Negri e soprattutto in caso di accorpamento se andrà incontro alle famiglie che dovranno necessariamente spostarsi da un paese all'altro. Che indicazioni verranno date e che rassicurazioni sui posti di lavoro a rischio. Andrebbe anche fatto un prospetto demografico per capire cosa ci aspetta nei prossimi 10 anni".

Sull'argomento è intervenuto anche segretario generale Flc Cgil Ferrara Mauro Santi. "In questi giorni - ha sottolineato il sindacalista - leggo i primi interventi anche in questa provincia, sul tema 'dimensionamento della rete scolastica'. Premetto che si scrive dimensionamento ma si deve leggere tagli, tagli alla rete scolastica, tagli di classi, tagli di posti di lavoro. La Flc ha impugnato questa decisione presso il Tar del Lazio ed anche la Regione Emilia-Romagna ha avviato ricorso, prima alla Corte Costituzionale e poi al Tar del Lazio. Queste azioni legali scaturiscono dalla profonda convinzione, anzi dalla certezza, che il
dimensionamento della rete scolastica previsto nella legge di bilancio del governo Meloni non impatta solo sul numero dei dirigenti scolastici impiegati e neppure serve a 'responsabilizzare maggiormente le diverse Regioni che sarebbero autonome di decidere come e dove assegnare le presidenze' come afferma il sindacato dei presidi".

Mauro Santi ha evidenziato che "serve ad avere meno scuole, meno servizi per l'utenza, meno docenti ed Ata assunti. Questa ulteriore cura dimagrante per il bilancio dell'Istruzione in Italia, che sposta il paletto da 600 alunni a 1000 (le dimensioni previste sono tra 900 e 1000), impatterà fondamentalmente sull'offerta di servizi: meno scuole sul territorio, meno scelta per le famiglie, meno personale in mega scuole che non saranno più a dimensione umana. A Ferrara su 40 Istituti, 20 non arrivano a 900 alunni e altri 8 arrivano appena ai 1000. Per rendere più comprensibile la portata di questa manovra faccio un esempio: due istituti che ora sono autonomi e hanno un numero di alunni appena superiore ai 600, uniti hanno poco più di 1200 alunni, quindi un preside e un Dsga in meno, e, a seconda dell'età degli alunni vengono suddivisi nelle classi: scuola media (secondaria inferiore: l'Istituto che definiamo A ha 4 classi da 25 alunni in prima seconda e terza (12 classi), l'Istituto che definiamo B, ha tre classi da 20 alunni in prima seconda e terza (9 classi)". 

Il sindacalista ha spiegato che "il probabile calcolo a cui si giunge sommando i due Istituti è che i 100 alunni di prima dell'Istituto A sommati ai 60 alunni dell'Istituto B, diviso 27 che è il moltiplicatore per il calcolo del numero di alunni per classi, fa sì che delle originali 7 classi ne rimangano solo 6 per tutti e tre i corsi. Quindi l'intervento sul numero degli alunni per classe è nel senso di aumentarli. Questo complesso calcolo ovviamente va applicato anche a tutti gli ordini di scuola, per non parlare del personale Ata che oltre ai 1200 alunni non viene più assegnato. In questo caso è bene dare i numeri, la società deve essere conscia che questi sono tagli, non razionalizzazione".

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