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Storia

Delizia Belfiore, l'ultimo ritrovamento è una vasca in mattoni di epoca estense con decine di oggetti

Gli approfondimenti verranno condotti nel corso della seconda sessione di scavi, in programma a primavera

Di recente era stata individuata una nuova scoperta, un'antica 'rimessa sotterranea' di materiale di scarto, definita 'butto', con ceramiche, stoviglie e resti di cibo, quando l'area archeologica di Belfiore, in attesa di essere chiusa al termine della prima campagna di scavi, ha regalato una ulteriore novità. E' stata ritrovata una vasca di scarico in mattoni di epoca estense, che rimarrà parzialmente scavata in attesa di ulteriori approfondimenti, che saranno condotti nel corso della prossima campagna, a primavera. 

Questa fase è dedicata infatti all'analisi dei reperti in classe, che sarà condotta dagli studenti. Studenti che, con i volontari del Gruppo archeologico ferrarese, sono stati i principali protagonisti del progetto di archeologia partecipata 'Che delizia Belfiore!', sviluppato dalla Soprintendenza, con il finanziamento comunale di 37.500 euro, di portata triennale. 

Nelle classi i reperti, trovati a decine nella prima tranche di lavori nell'area che fu dell'antica Delizia estense tra le attuali via Orlando Furioso e via Giacomo Leopardi e scomparsa nel 1632, saranno puliti, catalogati, descritti uno per uno. E su carta millimetrata ne è già stata ricostruita l'esatta collocazione su piantine e sezioni redatte dai ragazzi.

L'ultima scoperta, la vasca di scarico in mattoni, non è dissimile da altre che nel territorio ferrarese sono state individuate negli anni, nel corso di cantieri di riqualificazione o di ripavimentazione. In piazza Municipale, a palazzo Paradiso, a palazzo Schifanoia, al convento di San Paolo, al Belriguardo. 

Come ha spiegato la funzionaria della Soprintendenza Chiara Guarnieri, promotrice dell'iniziativa e coordinatrice del gruppo di professionisti del progetto, "queste vasche, contenendo il materiale di uso quotidiano che veniva scartato, come pure il recente 'butto' emerso dagli scavi, consentono di ricostruire abitudini, anche alimentari, dei cittadini dell'epoca. Non solo: contenendo anche frammenti di stoviglie e ceramiche, alcune finemente decorate, restituiscono ulteriori informazioni anche su questi oggetti, sugli stili, sulle usanze tipiche e, in generale, sulla quotidianità del vivere in epoca estense". 

"Si chiude una prima fase di lavoro sul campo - ha evidenziato il sindaco Alan Fabbri - che rimanda a ulteriori approfondimenti che sono e saranno condotti in classe. Ringrazio la dottoressa Guarnieri, gli archeologi Flavia Amato, Maurizio Molinari, Marco Bruni, i docenti, il Gruppo archeologico ferrarese e tutti i ragazzi che, con passione ed entusiasmo, si stanno mettendo sulle tracce di un passato affascinante  e che, grazie al loro lavoro, aprirà nuovi orizzonti nel campo della conoscenza".

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