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L'intervista

Accoglienza, sostegno alla spesa e supporto digitale. Monica Indelli: "Così Il Mantello aiuta i più fragili"

La presidente dell'associazione racconta le diverse attività di un progetto che ha recentemente compiuto sei anni

Dall'anno del suo approdo in città, il 2016, le situazioni di fragilità economica sono al centro della propria azione. Il Mantello, come lo stesso nome dell'iniziativa lascia intendere, è un progetto che deriva da un lavoro di squadra fra più realtà, con l'obiettivo di garantire una protezione a coloro che si trovano ad appena un gradino più in alto dalla povertà assoluta. Dal 2019, il progetto guidato da Agire Sociale, Comune, Ausl e Asp si costituisce come associazione di promozione sociale. Elemento trainante delle attività, la gestione dell'emporio solidale in via Mura di Porta Po 9. Un luogo dotato di un market dove persone in difficoltà possono fare la spesa usando una tessera a punti, ricevendo un aiuto per raggiungere piccoli obiettivi di miglioramento rispetto alla situazione personale o familiare che stanno vivendo. I diversi volontari sono persone che mettono a disposizione il proprio tempo libero a titolo gratuito, e sono disponibili a svolgere dei colloqui di accompagnamento, segnalare corsi di formazione gratuiti, avviare ad un percorso di orientamento al lavoro per chi è disoccupato, offrire la possibilità di partecipare ad attività culturali e sportive gratuite, fornire consulenza legale e aiuto psicologico. Delle diverse attività targate Il Mantello, abbiamo parlato con l'attuale presidente Monica Indelli.

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Alcuni giorni fa il progetto ha festeggiato sei anni di attività. Nell'arco di questo periodo, vi siete confrontati con diverse situazioni di povertà. È cambiato qualcosa rispetto ai primi giorni?
"Prima eravamo soltanto un progetto, poi abbiamo cominciato a camminare con le nostre gambe. Quando siamo diventati un'associazione di promozione sociale è stata formalizzata, e accentuata, la relazione con gli altri empori regionali, che sono oltre una ventina. In provincia siamo in quattro, dopo il nostro si sono aggiunti uno a Lido di Pomposa, uno ad Argenta e uno a Cento. Tutte realtà che forniscono aiuti attraverso la distribuzione di merce, ma ciascuno legato alle diverse esigenze del suo territorio".  

E cosa, invece, è rimasto immutato?
"L'idea originaria di fondare il nostro sostegno sulla relazione. Dall'attività del market all'accoglienza, fino all'assistenza nelle richieste digitali per richiedere dei bonus, tutto quello che facciamo è fondato sul concetto di relazione da coltivare con le persone che si rivolgono a noi".

Come funziona la gestione del market?
"Siamo aperti a giornate fisse. I turni vengono effettuati dai soci volontari, complessivamente una quarantina. Quelli più attivi sono un po' meno. E l'organo decisionale è l'assemblea dei soci."

E i prodotti alimentari da dove arrivano?
"Una parte consistente attraverso il Banco alimentare di Imola. Altre fonti sono le eccedenze industriali di alcune aziende che ci forniscono i loro prodotti, oppure sono il frutto di raccolte nazionali o locali da parte di alcuni marchi di ipermercati. E infine ci sono le donazioni di privati cittadini. E' anche grazie a tutti i donatori se siamo stati in grado di supportare 280 nuclei familiari provenienti dall'Ucraina".

Ci sono dettagli a cui prestate più attenzione nel market?  
"Quando disponiamo la merce sugli scaffali, cerchiamo di esporre le confezioni dal lato delle figure impresse sulle etichette rispetto alle scritte. Può sembrare banale, ma chi ha bisogno di cibo non sempre è alfabetizzato, oppure non conosce bene la lingua italiana. Così la scelta diventa più intuitiva".

Oltre al cibo, che cosa si trova sui vostri scaffali?
"Ci sono prodotti per l'igiene della persona e della casa, pannolini, materiale per la scuola e per gli animali, una novità che abbiamo introdotto nel periodo della pandemia. Ci sono anche quelli che definiamo i 'beni relazionali', come buoni per accedere al cinema o al teatro, proprio perché consentono appunto, a chi usa i biglietti, di coltivare una vita di relazione".  

C’è stato un aumento delle richieste delle persone all’emporio solidale, negli ultimi tempi?
"Il problema della povertà rimane costante. Ultimamente, poi, bussano alla nostra porta persone che hanno poche conoscenze digitali. Così, qualcuno dei volontari li assiste nell'attivazione dello Spid o nella compilazione di domande online per accedere a bonus". 

Quanto hanno inciso pandemia e rincari energetici nelle richieste di aiuto?
"Tanto, così come per i nostri beneficiari. E per noi stessi. L'ultima bolletta bimestrale dell'energia elettrica riportava una cifra sopra i 1100 euro. E per portare avanti il market, sono essenziali il frigo dove conservare i prodotti, una vetrina per i surgelati e una per i prodotti non surgelati".   

Oggi, quanto è difficile scivolare sotto la soglia della povertà?
"Basta dare uno sguardo all'ultimo rapporto della Caritas. E purtroppo la fragilità economica, molto spesso, si accompagna a situazioni di povertà relazionale. Non a caso, durante la fase della pandemia in cui siamo rimasti aperti, ci siamo resi conto dell'importanza degli animali per molte persone che vivevano in isolamento. Così, nel market abbiamo introdotto anche prodotti per animali". 

Sei anni di attività per una realtà come Il Mantello che cosa insegnano a chi vi presta il proprio servizio?
"Io non sono qui da quando è nato il progetto, ma da pochi mesi dopo. In passato, ho lavorato come responsabile di un day-hospital oncologico. E, fra le cose che s'imparano presto, c'è che l'attenzione alle persone è il cardine di ogni relazione".   
 

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