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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Kleb, Leka a tutto cuore: "Ho avuto un crollo emotivo, ma grazie ai tifosi. Miozzi? Serviva trasparenza"

L'allenatore, emozionato, ha voluto spiegare i motivi del fallimento: "I giocatori? Hanno offerte"

Un messaggio vocale di poco meno di tre minuti, con cui si è cancellata la storia del basket a Ferrara. E’ uno Spiro Leka emozionato quello che mette la faccia davanti a telecamere e microfoni il giorno dopo il fallimento del Kleb: “Mi sono passati davanti tutti e quattro gli anni. Ho avuto un piccolo crollo emotivo. Poi i tifosi mi hanno tirato su il morale”. Occhi lucidi. Ma la lucidità è anche nelle parole, nell’analizzare cosa è successo dietro le quinte.

Coach, qual è stato il suo primo pensiero appresa la notizia del fallimento?
“Quando ci hanno comunicato che la stagione sarebbe finita così ho avuto un piccolo crollo emotivo. Speravamo tutti quanti non accadesse. Questa città ha sete di basket e l’affetto ricevuto dai tifosi fa capire che abbiamo fatto qualcosa di buono in questi anni”.

Possiamo ripercorrere le tappe di questo fallimento?
“Fino a dicembre non avevamo sentore che potesse finire così. In quel periodo gli stipendi arrivavano regolarmente e il presidente ci aveva assicurato di aver trovato i fondi per arrivare al termine della stagione. Poi è iniziata la fase di instabilità. A metà gennaio quegli stipendi mancavano e sono iniziati i malumori, le telefonate ai vari procuratori, la preoccupazione”.

Come si è arrivati a ciò?
“Io non voglio giudicare l’aspetto societario. Sicuramente è mancato qualcosa dall’arrivo del nuovo presidente. Sono mancate delle linee guida sicure. Penso che l’unica via percorribile fosse una struttura a consorzio, come era stato detto. Ma noi - intesi come staff e squadra - siamo sempre rimasti all’oscuro di tutto”.

Ha sentito un vuoto da parte della società?
“Io credo che serva sempre trasparenza e chiarezza. Il rammarico è far sparire una società senza sapere esattamente cosa ci sia dietro, quanti soldi mancassero. A mio avviso serviva un Cda con più persone. In altri termini serviva strutturare meglio la società”.

Quindi è stato un problema che è nato già tempo addietro, non solo nelle ultime settimane?
“Allargherei il discorso agli ultimi due anni. Quando parlo di strutturazione di una società intendo dire che vanno programmate bene le entrate degli sponsor: non puoi andarli a spremere ogni 2-3 settimane, così. L’anno scorso qualche problema c’era stato, ma quest’anno è stato peggio”.

Per quale motivo, secondo lei, il presidente Miozzi si è quindi accollato una situazione che non era così idilliaca?
“Questo andrebbe chiesto a lui. Miozzi faceva già parte del Cda, in quanto vicepresidente, quindi sapeva perfettamente quale fosse la situazione. Evidentemente ha intravisto situazioni che poteva colmare. E’ stata una scelta sua, nessuno gli imposto nulla”.

Poi cosa ha sbagliato, il presidente, in questi mesi?
“Io parlo di campo e di basket, non giudico il lavoro altrui. Posso solo dire che con D’Auria ci sentivamo anche dieci volte al giorno e lui rimaneva al campo fino a sera. Era un rapporto diverso che aveva con la squadra”.

Miozzi, già a inizio stagione, aveva assicurato di poter arrivare sino in fondo. E aveva quindi aggiunto che il futuro del Kleb sarebbe dipeso solo dai risultati sportivi. Invece…
“Legare la strutturazione di una società ai risultati del campo è un pericolo che un dirigente non può correre. Guardate la Juventus, ad esempio: non sa cosa sarà del suo futuro. Quello che so è che noi siamo partiti con il budget più basso della A2 e una eventuale retrocessione in B non sarebbe stato un dramma. Poi ovviamente, io non voglio mai perdere”.

A proposito di prestazioni sportive, come reputa la stagione fatta? E cosa ne sarà dei giocatori?
“I miei ragazzi hanno fatto miracoli in campo. Se si lavora con fiducia e con metodo poi i risultati si ottengono. Mi fa piacere che tutti abbiano già ricevuto offerte, alcune anche con ingaggi raddoppiati. Significa che abbiamo fatto bene e che Ferrara è stata un trampolino di lancio. Sapevano che avrebbero dovuto dare tutto per convincere pubblico e avversari della loro forza e così è stato”.

Ultimo aspetto: Ferrara. Le mancherà?
“Mi mancherà tantissimo. Mi mancheranno i tifosi e la gente che ancora adesso mi ferma per strada. Mi sono innamorato di questa piazza a tal punto che l’anno scorso, se avessi pensato solo alla mia carriera, avrei dovuto decidere di andare altrove. Invece, complice anche il presidente in ospedale, ho tenuto botta. Ma non pensavo si potesse arrivare a questo epilogo”.

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