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Si avvicina la sfida determinante con il Parma, Oddo: "Mi aspetto una squadra che vada in campo dando tutto"

Nella vigilia del derby, il tecnico biancazzurro ha rimarcato la necessità del suo gruppo di possedere più motivazioni dell'avversario

Una prova senz'appello per la squadra biancazzurra, chiamata contro il Parma a una sfida determinante in chiave salvezza. L'allenatore Massimo Oddo ne ha parlato, alla vigilia del derby. 

Mister, alla luce della sconfitta di Palermo e di qualche episodio negli allenamenti, con che spirito la Spal affronterà questa gara determinante?
"Domani dobbiamo avere lo spirito di una squadra consapevole del fatto che se non ottiene una vittoria finisce in Serie C. Andiamo in campo sapendo di dover vincere la prima delle due battaglie, siamo tutti consapevoli di questo e cercheremo di mettere tutto quello che abbiamo in campo contro una squadra forte e che sta facendo bene. Sappiamo che si può vincere con tutti e perdere con tutti, quindi questa non è una partita persa in partenza. Serviranno sacrificio e sofferenza per ottenere una vittoria che ci manterrebbe in corsa".

Sotto il profilo tattico, cosa ci si può aspettare?
"Mi aspetto una squadra che vada in campo dando tutto, a prescindere da ruoli e giocatori, domani tutti devono mettere le proprie disponibilità a favore del gruppo. Conto sui giocatori che penso siano più pronti e adatti alla partita, la carta d'identità non conta in questo momento. Dietro alle scelte non ci sono considerazioni solo tattiche, ma ci sono anche tante altre valutazioni fatte per arrivare alla scelta che si spera possa essere quella giusta".

La vittoria è l'unica strada possibile. Come la sta vivendo?
"Vivere queste situazioni non è bello per un calciatore e non lo è nemmeno per un allenatore, io faccio parte di un gruppo e di una squadra che è penultima in classifica e, quindi, in questo momento mi sento responsabile tanto quanto tutte le altre componenti di questa società. Nessuno può esimersi dalle proprie responsabilità, quello che conta è che se le cose vanno male vanno male per tutti. Io vivo questa situazione quotidianamente insieme al mio staff, con il quale diamo tutto quello che abbiamo per mettere i ragazzi nelle condizioni di dare il meglio, possiamo sbagliare tutti ma il massimo impegno non è in discussione".

Come è stata vissuta la contestazione in aeroporto?
"La contestazione in aeroporto non mi sposta molto perché è sacrosanta, e anzi me la sarei aspettata anche prima, ma io non ho bisogno di una contestazione per trovare stimoli, anche se magari a qualche giocatore può essere servita. I tifosi soffrono per questa maglia e, se uno viene allo stadio sostenendoti per 36 partite incondizionatamente nonostante un'annata pessima, quando ti contesta non gli puoi dire nulla perché hanno tutto il diritto di farlo. Come riceviamo gli applausi quando va bene, dobbiamo avere il dovere di ricevere insulti quando le cose vanno male, ma questo fa parte del mondo del calcio e della vita in generale".

Ha sempre proposto analisi schiette delle partite. Possono avere generato fastidio in qualche giocatore?
"Dico sempre quello che penso. Per me i calciatori sono come dei figli. Quando devi riprenderli, lo fai, perché non posso essere il capro espiatorio di tutto. La verità è sotto gli occhi di tutti e la difesa incondizionata non va bene, io mi prendo le mie responsabilità e così devono fare anche i ragazzi. Non è un'accusa, se sbaglio un cambio mi assumo le mie responsabilità così come se un giocatore fa male fa altrettanto e non credo che questo possa generare dei problemi, perché quando dico una cosa pubblicamente a voi, lo faccio perché prima l'ho detta in faccia al diretto interessato".

L'avversario di domani può avere motivazioni alte?
"Il Parma si gioca un piazzamento importante, che vale il salto del primo turno dei playoff e, inoltre, arriva sullo slancio di una scia di risultati positivi: verrà qui per vincere, ma noi dobbiamo avere dieci volte le loro motivazioni perché sono più forti e più in forma. La nostra situazione è complicata e, se non riusciamo ad avere più motivazioni dell'avversario in un momento simile, allora è giusto che andiamo giù".

C'è la convinzione di poter raggiungere l'obiettivo della salvezza?
"Io credo ancora fortemente alla salvezza perché con sei punti ti giochi un'altra possibilità. Prepariamo sempre le partite per raccogliere i tre punti, il mio lavoro è sempre stato quello. Il nervosismo è normale, e a volte un allenatore alza volontariamente i toni per provocare delle reazioni: ho visto e vissuto migliaia di cose simili, succede in ogni squadra, solo che con le porte chiuse non si vedono".

Cosa si aspetta dall'incontro fra il presidente Tacopina e la squadra? 
"Il presidente è a capo di questa società, è il responsabile di un investimento economico importante nei confronti del proprio team e inevitabilmente sarà arrabbiato ma, per quello che lo conosco, credo che vorrà incitare la squadra per lottare e conquistare il massimo nelle ultime due partite che ci attendono".

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