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Armi nella polizia locale, Fp Cgil: "L'agente in servizio esterno può lavorare senza"

Ripercorsa la vicenda di un obiettore, alla luce della conciliazione in Corte d'appello di Bologna

Una recente vicenda, che si è conclusa in seno alla Corte d'appello di Bologna, ha sancito il diritto all'obiezione di coscienza in materia di armi, da parte degli agenti della polizia locale. A ripercorrerla è la Cgil, attraverso la causa portata avanti dalla Funzione pubblica con l'assistenza legale delle avvocate Marina Capponi e Sibilla Santoni. La vicenda è legata all'aprile dello scorso anno, quando una sentenza di primo grado ha ritenute fondate le ragioni di un agente di polizia locale di Ferrara che, per obiezione di coscienza, si era rifiutato di girare armato e, per questo motivo, era stato spostato a mansioni d'ufficio. 

Le tappe processuali

Nel dicembre del 2021 Funzione pubblica Cgil e l'agente obiettore hanno depositato nella Sezione Lavoro del Tribunale di Ferrara un ricorso. La finalità è che venisse riconosciuta la discriminazione operata dal Comune di Ferrara nei confronti dell'obiettore di coscienza e delle agenti donna che, non essendo sottoposte all'obbligo di leva, non si erano mai potute pronunciare sul tema riferito all'utilizzo delle armi

Nell'aprile del 2022, la giudice del Lavoro ha accertato il comportamento discriminatorio del Comune condannandolo a: rimettere l'agente obiettore alle mansioni precedenti allo spostamento in ufficio; riconoscergli a titolo di risarcimento il totale dell'indennità che avrebbe percepito se non fosse stato spostato; interpellare le agenti donna assunte, a qualsiasi titolo, prima del 2010 affinché si esprimessero sull'obiezione di coscienza in merito all'utilizzo dell'arma; non modificare le loro condizioni lavorative a seguito dell'obiezione di coscienza; riconoscere a Fp Cgil la somma di 5mila euro come risarcimento dei danni dell'azione collettiva; pubblicare la sentenza su un quotidiano locale; pagare le spese legali delle controparti.

Nella primavera del 2022 il Comune ha promosso ricorso in appello contro l'ordinanza della Giudice di primo grado. Infine, il 12 ottobre del 2023 in Corte 'appello di Bologna, Fp Cgil Ferrara, agente obiettore e Comune di Ferrara hanno firmato un verbale di conciliazione. Nel dettaglio, Fp Cgil e l'agente obiettore hanno rinunciato al rimborso delle spese legali e al risarcimento economico stabilito in primo grado, mentre il Comune di Ferrara ha rinunciato all'appello riconoscendo tutti i diritti sanciti nella sentenza di primo grado.

Da sinistra Marco Blanzieri, Silvia Pivetti e Veronica Tagliati

Le reazioni del sindacato

Marco Blanzieri, segretario generale della Fp Cgil, ha sottolineato che "viene sancito il principio che l'agente della polizia locale che svolge il servizio in esterna può lavorare senza l'obbligo di utilizzare l'arma. La riteniamo una vittoria importante anche perché fornisce una prospettiva diversa a quello che sta succedendo politicamente nel nostro Paese. Oggi obbligare tutti gli agenti di polizia locale a utilizzare l'arma aumenta il rischio che gli stessi vengano utilizzati per compensare le carenze di organico delle altre forze di polizia a discapito delle funzioni proprie della polizia locale".

Silvia Pivetti, funzionaria della Fp Cgil, ha evidenziato il valore dell'estensione del "diritto all'obiezione di coscienza, in merito all'utilizzo dell'arma, alle agenti donna che non ne hanno mai goduto perché non previsto dalla legislazione". Arma intesa in senso lato, e non esclusivamente in relazione a quelle da fuoco. Veronica Tagliati, segretaria generale della Cgil, si è soffermata sul "lungo percorso del sindacato a fianco dell'obiettore per l'affermazione dell'esercizio di un diritto".

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