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Sanità, sindacati: "Tempi di attesa sono la conseguenza di mancati investimenti"

Cgil, Cisl e Uil: "Chiederemo un incontro urgente alla direttrice generale dell'Ausl"

"Le liste di attesa delle prestazioni ambulatoriali e delle visite specialistiche sono la punta dell'iceberg del baratro della sanità pubblica. Il tema della sanità, oggi oggetto di attenzioni particolari di diverse trasmissioni televisive, è una questione seria che impatta drammaticamente nella vita dei cittadini e delle famiglie, gravando economicamente e peggiorando la qualità della vita". E' una nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil a intervenire sul tema.

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Le sigle sindacali hanno evidenziato che "in Italia, infatti, la sanità è la Cenerentola dell'agenda politica con la previsione di una riduzione del rapporto tra spesa sanitaria e prodotto interno lordo pari al 6,1%. Nettamente sotto la media europea e inferiore a Lituania, Romania, Polonia e Lettonia. Per colmare il gap tra noi, Francia e Germania sono indispensabili investimenti quantificati in circa 50 miliardi di Euro all'anno. Il mancato investimento a sostegno del Sistema sanitario nazionale non garantisce più alla popolazione equità di accesso alle prestazioni sanitarie con pesanti conseguenze sulla salute delle persone e sull'aumento della spesa privata".

La nota si è soffermata ha sottolineato che "interminabili tempi di attesa, i pronto soccorso affollati, impossibilità di trovare un medico di base, inaccettabili diseguaglianze regionali e aumento della spesa privata sino alla rinuncia alle cure, ne sono le conseguenze. In questo contesto la chiusura delle liste è una realtà grave e inaccettabile che deve essere affrontata e risolta nel più breve tempo possibile. Cgil, Cisl e Uil Emilia Romagna stanno affrontando una discussione con la Regione e con l'assessore regionale", dove si è svolto un confronto nella scorsa giornata di mercoledì 13 marzo.

"A livello territoriale - ha proseguito la nota - come Cgil, Cisl e Uil chiederemo un incontro urgente alla direttrice Generale dell'Ausl di Ferrara, commissaria straordinaria dell'Azienda ospedaliera sanitaria di Ferrara, per riprendere il confronto avviato lo scorso anno, per ricercare soluzioni percorribili per riaprire le agende e dare risposta alle esigenze delle persone".

Da qui alla conclusione che "proprio perché il diritto alla salute è un diritto costituzionale che va difeso con tutte le forze, chiediamo a chi ha le responsabilità di amministrare la cosa pubblica di occuparsene, anche a livello locale nell'unico luogo deputato a farlo: la Conferenza territoriale socio sanitaria. I cittadini hanno bisogno di risposte concrete da parte degli amministratori locali, di Destra e di Sinistra che metta al centro una sanità pubblica in grado di dare risposte universali a bisogni primari come sono quelli sanitari".
 

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