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Economia

In calo i settori dell'agricoltura e del commercio, in aumento edilizia e servizi

L'Osservatorio dell'economia della Camera di commercio ha fotografato l'andamento demografico delle imprese


Aumentano le imprese edili e nei servizi, diminuiscono quelle nel commercio, nell'agricoltura e nella manifattura. Sono alcune evidenze emerse dai dati emersi di Movimprese. Al centro dell'analisi, l'andamento della demografia delle imprese ferraresi nel 2023, elaborati dall'Osservatorio dell'economia della Camera di commercio. In uno scenario economico caratterizzato da inflazione, tensioni geopolitiche e cambiamenti tecnologici, dunque, il saldo 2023 per le imprese ferraresi ritorna negativo, ma non per tutti gli ambiti di attività. 

Al netto delle cancellazioni d'ufficio, aumentano, oltre alle costruzioni (+103 unità), le attività professionali scientifiche e tecniche (+40), così come avvenuto lo scorso anno. In generale cresce la maggior parte delle attività dei servizi, con un ritmo più veloce per quelli rivolti alle imprese. Chiudono in rosso, invece, il commercio (-130, più che raddoppiando il saldo negativo dello scorso anno), l'agricoltura (-123, quasi triplicato il risultato negativo del 2022). Più contenute le diminuzioni per le attività manifatturiere (-24), la logistica (-10) e le attività di alloggio-ristorazione (-4). Questi risultati sono determinati al netto delle 544 cancellazioni d'ufficio effettuate nel corso dell'anno, mentre nel 2022 erano state quasi 1.700, operazioni di 'pulizia' volte a migliorare la trasparenza e la qualità dell'informazione, eliminando le imprese non più operative (per esempio partita iva chiusa, titolare deceduto, società di capitali in liquidazione che non hanno depositato i bilanci per 3 anni consecutivi). Segnali di contenimento della crisi arrivano, invece, dall'artigianato, che chiude il proprio bilancio annuale con 51 unità in più, incremento appena inferiore al risultato dello scorso anno.

La lettura dei dati dal punto di vista delle forme organizzative delle imprese conferma il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale, in atto ormai da anni: crescono, infatti, le società di capitale (+2,3%), mentre diminuiscono le società di persone (-1,2%) a velocità ormai costanti nel tempo. Le imprese individuali, che continuano a rappresentare oltre la metà dello stock delle imprese ferraresi esistenti (il 58,7%, quando a livello nazionale la quota scende al 50,6%), mostrano invece una flessione di 166 unità, facendo registrare, in termini relativi, un decremento del -0,9%, accelerando il ritmo della contrazione.

"Per le imprese ciò che conta è poter agire e muoversi in un contesto di affidabilità e stabilità finanziaria: politiche fiscali responsabili sono imprescindibili per poter sostenere l'attività d'impresa e non rompere il patto intergenerazionale, a fronte anche delle crescenti tensioni geopolitiche". A commentare i darti è il vicepresidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna Paolo Govoni, che ha aggiunto che "in un contesto di persistenza di rischi e incertezza, anche a livello internazionale, serve una visione chiara del futuro e uno sforzo condiviso per rilanciare la fiducia e gli investimenti. Infrastrutture, materiali e immateriali, conoscenza e formazione, come pure le connessioni – indispensabili nell'economia digitale – sono cruciali per sostenere la competitività e consentire anche alle piccole imprese, pilastro della nostra economia e delle nostra tradizione, di sviluppare metodi produttivi innovativi e accedere a nuovi mercati".

Le imprese giovanili, le cui iscrizioni rappresentano quasi un terzo di tutte le nuove aperture (29,5%), mentre le cancellazioni sono solo l'11,1% delle chiusure complessive, riducono la loro consistenza di qualche unità, passando dalle 2.451 unità del 2022 alle attuali 2.448 (3 in meno, riduzione più contenuta rispetto a quella dello scorso anno) a causa della perdita dei requisiti di età per definirsi ancora giovanili. Il saldo della movimentazione è infatti largamente positivo (+294 unità), sempre in crescita rispetto agli anni precedenti. Per le imprese straniere, la differenza tra aperture e chiusure, rimane positiva, fermandosi però ad un +178 unità (nel 2022 il saldo era stato di +257, record mai raggiunto prima). Calano leggermente le nuove iscrizioni (461, una quindicina in meno rispetto al 2022), mentre aumentano le cancellazioni (283, di poco inferiori al massimo raggiunto nel 2019 di 294). Nonostante la cancellazione d'ufficio di 36 posizioni, continua a crescere lentamente l'incidenza delle imprese straniere sul totale: ogni 100 imprese registrate 11 non sono gestite da italiani, quando a livello regionale il rapporto sale a 14. L'andamento della movimentazione per l'imprenditoria femminile nel 2023 risulta invece negativo, con chiusure che superano le aperture per un saldo negativo di -65 unità che da solo spiegherebbe il risultato complessivo di tutto il sistema imprenditoriale ferrarese. La quota di imprese femminili in provincia rimane elevata e in lieve crescita, con un valore pari al 23,5%, la quota è sempre superiore a quanto rilevato in Emilia-Romagna (21,1%) e in Italia (22,2%).

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