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Decreto lavoro, Cgil: "I protagonisti devono rimanere i servizi pubblici territoriali"

La sigla sindacale chiede di investire nella formazione del personale sulle nuove procedure

"Il Governo dimostra ancora una volta di non avere alcuna considerazione per il ruolo centrale che i servizi pubblici territoriali hanno nella risposta ai bisogni della popolazione, con l'operato quotidiano di lavoratrici e lavoratori in essi impiegati". La posizione critica proviene dalla Cgil, "a seguito delle risultanze emerse dall'attività di Sol nel 2022 pubblicate il 5 agosto 2023" sul tema delle politiche del lavoro. 

"Il 'Decreto lavoro' - ha sottolineato la sigla sindacale - abolisce il reddito di cittadinanza e introduce l'assegno di inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro. Dall'1 settembre 2023 le persone a rischio di esclusione sociale e in cerca di occupazione dovrebbero poter accedere alla nuova piattaforma per partecipare a progetti finalizzati all'inserimento nel mondo del lavoro e dall'1 gennaio 2024, per attivare le procedure per la ricezione all'assegno di inclusione, ma, a poco più di un mese dalla conversione in legge del 'Decreto lavoro', ancora non si conoscono le nuove procedure e la nuova piattaforma Siisl, il sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa, per la gestione integrata delle attività previste".

La Cgil ha continuato che "invece di rafforzare i Centri per l'impiego e la collaborazione con i servizi sociali dei comuni, chiamati a prendere in carico situazioni di fragilità, il Governo persevera nel restringere il perimetro pubblico in favore dei soggetti accreditati (privati). Per noi i protagonisti devono rimanere i servizi pubblici territoriali e per questo riteniamo necessario: investire nella formazione del personale sulle nuove procedure; destinare spazi e strumentazione idonei; un piano straordinario di assunzioni sufficienti a coprire il fabbisogno del personale a fronte dei nuovi carichi di lavoro e dei prossimi pensionamenti".

Una situazione dove, a detta del sindacato, "i dati del Ministero del lavoro parlano chiaro: le assunzioni per potenziare i servizi per i Centri per l'impiego sono fermi a un terzo di quelle programmate. Gli interventi che richiediamo, e che sono anche tre le richieste al centro della nostra mobilitazione prevista per l’autunno, sono necessari per valorizzare lavoratrici e lavoratori e per migliorare l'efficienza degli uffici, che troppo spesso viene messa in secondo piano, proprio a scapito di chi di quei servizi, deve usufruirne. Migliaia di persone in difficoltà resteranno senza sostegno e senza risposte. Per questo la nostra mobilitazione non è solo a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi pubblici, ma anche a supporto di tutte le persone che di quei servizi necessitano".

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