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Dall'argine del Po alla Biblioteca Ariostea, i luoghi ferraresi nel videoclip del brano di Vasco Brondi

'Un segno di vita' è il titolo del singolo che anticipa l'album del cantautore, in uscita a marzo

Ci sono anche le suggestioni dei tesori artistici, culturali e paesaggistici di Ferrara nel nuovo singolo di Vasco Brondi. Nel videoclip della canzone 'Un segno di vita', pubblicato nei giorni scorsi, sono presenti infatti alcune scene realizzate a Palazzo Schifanoia, alla Biblioteca Ariostea, e tra la caratteristica nebbia sull'argine del Po.

"Grazie a Vasco Brondi - ha commentato l'assessore comunale alla Cultura Marco Gulinelli - per aver scelto di rappresentare alcune parti del suo ultimo video a Ferrara, con due elementi simbolo della sua e della nostra città: la Biblioteca Ariostea e Palazzo Schifanoia. In questi tempi, non troppo luminosi, diffondere poesia è un'opera indispensabile. E, mentre il mondo sembra correre sospinto da un vento contrario, la poetica del suo ultimo video getta luce attraverso il testo unito alla musica. Un video che rappresenta la contemporaneità ma anche l'arte classica, in cui è racchiusa la profondità del viaggio, il suo ma anche il nostro; il viaggio della vita dunque ma anche e soprattutto il valore del ritorno, dove la storia personale si riflette con i cambiamenti di un mondo tormentato. Complimenti a Vasco Brondi, che ci suggerisce come l'amore sia forza primigenia che aiuta a resistere". 

Il cantautore ferrarese ha raccontato che il brano "è una preghiera rumorosa dedicata a questo presente complesso. Abbiamo voluto ambientare il video in un futuro inverosimile, ma abbastanza probabile, dove non sembrano essere rimasti esseri umani ma solo i segni che hanno lasciato, grandi dighe, libri antichi, case abbandonate ricoperte dall'edera e alberi ovunque. Sono contento che una parte sia stata girata a Ferrara in luoghi per me importanti come l'argine del Po, la Biblioteca Ariostea e Palazzo Schifanoia. Chissà per quanto ancora continueremo a costruire, distruggere e ricostruire. Come scriveva Calvino, adesso più che mai è importante 'cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio'".

La protagonista del videoclip musicale, Jessie Yu, si ritrova dapprima a tu per tu con gli sguardi della moltitudine di personaggi che affollano gli splendidi affreschi di Palazzo Schifanoia, dimora quattrocentesca estense creata per 'schivar la noia', per poi passare silenziosamente tra i volumi custoditi in Biblioteca Ariostea, sempre a Ferrara. "La Biblioteca Ariostea - ha continuato Vasco Brondi - è il mio posto del cuore, suona forse retorico da dire ma è realmente una seconda casa. Ricordo la prima volta che ci hanno portato, ero alle scuole medie, e da allora l'ho frequentata quasi quotidianamente, è il posto dove da ragazzino ho imparato a scrivere leggendo e ho scoperto la letteratura italiana e quella americana prendendo in prestito otto libri al mese che era il massimo consentito e che, anche grazie al lungo inverno ferrarese, divoravo con ritmi che non sono mai più riuscito a tenere. Anche ora ci vado ogni volta che torno a Ferrara ed è il mio posto di riferimento per ogni ricerca, anche grazie al supporto di Ombretta Pasetti e degli altri bibliotecari". 

La ricerca continua per il cantautore ferrarese anche durante le tournée. "Negli ultimi quindici anni di concerti ho girato tutta Italia, in ogni posto raggiunto cerco sempre le biblioteche e devo dire che non ho trovato da nessuna parte un luogo del genere, forse è una ricchezza che abbiamo a Ferrara di cui non ci rendiamo conto del tutto, anche se fortunatamente è sempre molto frequentata e piena di vita silenziosa", ha evidenziato Brondi, aggiungendo "così come Palazzo Schifanoia e la sua storia incredibile. Nel video ci siamo immaginati che, in caso di estinzione della specie umana, almeno resterebbero delle belle rovine, dei posti meravigliosi come il Salone dei Mesi". 

Nel videoclip compare anche un altro dei luoghi ferraresi preferiti di Vasco Brondi, che è l'argine del Po. "Ci vado - ha ricordato il musicista - da quando ho avuto il primo motorino a quattordici anni, un Ciao sgangherato. Sul fiume andavo a fare canottaggio alla Canottieri di Pontelagoscuro. Ancora adesso vado a farmi dei lunghi giri in bicicletta e mi fermo a guardare il fiume: per me è come entrare in chiesa, è un luogo sacro". Infine, il cantante ha riportato un aneddoto avvenuto durante le riprese del video: "Ethel Guidi, la dirigente dei Musei ferraresi che è di quelle parti e che insieme all'assessore Marco Gulinelli è stata gentile e disponibile nel darci la possibilità di girare negli spazi a Ferrara e di accompagnarci, ci ha fatto un ultimo regalo, consigliando di assaggiare le ricciole con la crema del bar davanti alla chiesa di Francolino, un'invenzione di quel pasticcere che abbiamo scoperto essere un altro capolavoro della città. Abbiamo concluso lì, bagnati dalla nebbia, le riprese del video ed è stato un momento memorabile".

Il video, scritto e diretto da Davide Perego, da un'idea di Carlotta Centonze, che in poche ore ha totalizzato quasi 13mila visualizzazioni, anticipa e dà il titolo al nuovo progetto discografico di Vasco Brondi, in uscita a marzo per Carosello Records, e al tour di dodici date che partirà in aprile. Si tratta di un ritorno molto atteso, a distanza di tre anni da 'Paesaggio dopo la battaglia', il primo album che Vasco Brondi ha pubblicato a suo nome, dopo la conclusione del progetto Le luci della centrale elettrica.
 

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