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Antica Delizia estense scomparsa, emersi dagli scavi i mattoni di Belfiore ancora anneriti dall'incendio del 1632

Sono state rinvenute anche porzioni di colonne, di archetti, di pavimenti in laterizio, oltre a un frammento di affresco

A tre settimane dall'inizio degli scavi, sono stati trovati alcuni resti della Delizia estense di Belfiore, distrutta da un incendio del 1632. A imbattersi nelle scoperte, nell'attuale area di circa un ettaro e mezzo a nord ovest dell'ultimo tratto di corso Ercole I d'Este, sono stati gli studenti dei licei Ariosto e Roiti, e i volontari del Gruppo archeologico ferrarese che aderiscono al progetto di archeologia partecipata 'Che Delizia Belfiore!'. Progetto ideato e diretto dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara, con il sostegno del Comune, che ha investito a tal fine 37.500 euro.

Come spiegato da Chiara Guarnieri, archeologa della Soprintendenza, tolti i primi livelli di appianamento degli strati, risalenti a epoche successive alla distruzione della Delizia, i primi resti della residenza monumentale estense andata perduta sono già emersi nel saggio di scavo più a nord dell'area. Si notano addirittura i mattoni rimasti anneriti dopo essere stati avvolti dalle fiamme di, quasi, quattro secoli fa. Oltre a essi sono stati rinvenuti: porzioni di colonne, di archetti, di pavimenti, tutti in laterizio. E anche un  frammento di affresco che potrebbe essere attribuibile al quindicesimo secolo, ma saranno i successivi approfondimenti a rivelarlo con precisione, e ceramiche riconducibili alla metà del 1400. 

Novità anche sul versante topografico: le direzioni e gli incroci dei muri corrispondono infatti alla ricostruzione realizzata attraverso le antiche carte e confermano anche alcuni dati che erano emersi dalle prospezioni preliminari con georadar e magnetometro, realizzate questa estate da un'équipe internazionale di archeologi e tecnici. Il team di archeologi al lavoro nell'area è guidato da Flavia Amato e Maurizio Molinari.

"E' come se attraverso l'indagine archeologica - ha evidenziato Chiara Guarnieri - fossimo già dentro l'edificio distrutto dalle fiamme. Un risultato sorprendente perché in poco tempo ci ha già consentito di entrare nei resti della Delizia. Mancano ancora due settimane alla fine della prima campagna di scavi, ci aspettiamo ulteriori novità. E stiamo già organizzando la fase successiva, che prevede: il lavaggio dei materiali rinvenuti, le siglature, i disegni, le classificazioni. Protagonisti saranno, ancora una volta, gli studenti che grazie a questo progetto potranno apprendere le nozioni fondamentali dell'archeologia, in tutte le sue fasi". 

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