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Lunedì, 29 Aprile 2024
Arte

'Sommersi salvati', in mostra il salvataggio di 15mila libri dall'alluvione

La rassegna fotografica di Silvia Camporesi è stata inaugurata nel Castello Estense

Ci sono i detriti e i libri. E ci sono le fatiche degli uomini per tentare di sottrarre i secondi dai primi, e restituire all'arte la sua funzione di fruizione. 'Sommersi salvati' è il titolo della mostra fotografica di Silvia Camporesi, che è stata inaugurata venerdì 26 gennaio a Ferrara, nella Sala dei Comuni del Castello Estense. Una rassegna aperta al pubblico e visitabile da sabato 27 gennaio, fino al 17 marzo, dalle 10 alle 18, tranne il martedì.

Organizzata dal Seminario Vescovile di Forlì, Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d'arte del Comune di Ferrara, proprio nel seminario forlivese la rassegna era stata dapprima ospitata, e "ora, nella nuova e più sontuosa sede ferrarese, diventa una sorta di mostra itinerante", come ha sottolineato la stessa artista, la cui ricerca negli ultimi anni è dedicata al paesaggio italiano e le cui opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra cui il Maxxi di Roma, la Collezione Farnesina, il Mart di Rovereto, Mac Lissone, la Gnam di Roma.

Opere in mostra

'Sommersi salvati', dal titolo evocativo degli scritti di Primo Levi, racconta una storia di libri e di passione. Pagine di numerosi libri, piccoli e grandi, soprattutto di storia e teologia, custoditi nella biblioteca del Seminario Vescovile di Forlì, e improvvisamente sommersi dall'acqua e dal fango nel corso dell'alluvione che ha colpito violentemente l'Emilia-Romagna lo scorso maggio. Libri provvidenzialmente e faticosamente salvati dagli uomini, che da loro ricevono da sempre nutrimento. Assieme al video di Mara Moschini e Marco Cortesi, anch'esso presente nella Sala dei Comuni in Castello, le immagini di Camporesi raccontano il tragico imprevedibile evento e soprattutto quello che ha generato: una straordinaria, convinta e struggente difesa della memoria grazie all'opera di cittadini, volontari e forze dell'ordine che hanno lavorato nel fango senza sosta per portare in salvo gli 'abitanti' della biblioteca forlivese. 

"Le fotografie di Silvia Camporesi - ha evidenziato l'assessore comunale alla Cultura Marco Gulinelli - vanno ben oltre la documentazione. Si tratta di scatti coinvolgenti in cui esalta il lavoro delle centinaia di persone accorse in quei giorni per aiutare. Catastrofi come quella avvenuta in Emilia-Romagna hanno un effetto distruttivo sulle persone, ma anche sul patrimonio culturale. Il lavoro di Silvia Camporesi, che ha ora sede al Castello Estense di Ferrara, rappresenta il salvataggio di 50mila libri, un terzo dei documenti presenti del seminario vescovile di Forlì quando è stato travolto dall'acqua e dal fango".

Marco Gulinelli e Silvia Camporesi

Il presidente della Fondazione Ferrara Arte Vittorio Sgarbi ha sottolineato che "Ferrara e Forlì si abbracciano in questa mostra, tornando sorelle di una stessa terra, la stessa terra che abbiamo visto in tutta la sua fragilità. Questa mostra non è una commemorazione, ma è la sublimazione di un momento tragico che attraverso la visione estetica di Silvia Camporesi vive nella nostra memoria. E questo è il senso dell'arte. Le sue sono fotografie grandi, parlanti, sono fotografie di umanità, raccontano di persone che hanno visto e hanno vissuto quei momenti. E con loro, anche i libri sono come persone, che vivono e raccontano esistendo oltre il loro tempo".

Vittorio Sgarbi-3

L'autrice degli scatti Silvia Camporesi ha raccontato che "il 16 maggio 2023 è un giorno che non dimenticherò mai. Sono una fotografa, ma solitamente non mi occupo di reportage. Volevo però restituire attraverso le immagini questo processo di salvataggio che tante persone, tanti volontari, avevano messo in atto. I libri sono stati sommersi e alcuni di loro sono stati salvati, soprattutto quelli più antichi che altrimenti sarebbero andati irrimediabilmente persi, dimenticati". Al centro dell'esposizione, dunque, il libro. Oggetto fragile, intimamente naturale, è il simbolo universale del sapere e della cultura e, come scriveva Jorge Luis Borges, "è una delle possibilità di felicità che abbiamo noi uomini". 

Sauro Turroni, che ha collaborato all'allestimento, ha aggiunto che "fin da subito abbiamo capito che dovevamo documentare, rappresentando però questo momento in maniera artistica, come memoria senza tempo di una cosa grande accaduta. Silvia Camporesi stava già documentando i tantissimi giovani volontari accorsi, immersi nel fango con i badili e gli stivali, che lavorano da mattina a sera per aiutare la popolazione. Dovevamo salvare un pezzo di memoria e di storia, che aveva coinvolto le famiglie, ma anche conventi, seminari e altri luoghi di culto. Don Andrea Carubia ha capito subito e ci ha lasciato fare".
   
Silvia Camporesi è nata nel 1973, è laureata in Filosofia, e attraverso i linguaggi della fotografia e del video costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. Negli ultimi anni la sua ricerca è dedicata al paesaggio italiano. Dal 2004 ha tenuto numerose personali in Italia, tra le quali 'Dance dance dance' al Mar di Ravenna nel 2007, 'Planasia' al Festival di fotografia europea di Reggio Emilia nel 2014, 'Genius Loci' al Mac di Lissone nel 2017. Nel 2007 ha vinto il Premio Celeste per la fotografia, nel 2008 è fra i finalisti del 'Talent Prize' e nel 2010 del Premio Terna. Ha vinto il Premio Francesco Fabbri per la fotografia nel 2013, il premio Rotary di Artefiera ne 2015, il Premio Bnl 2016, il Premio Cantica21 nel 2021, Soroptimist Donne al lavoro nel 2021 e 'La nuova scelta italiana' nel 2022. Ha pubblicato dieci libri, affianca l'attività artistica all'insegnamento. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.

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