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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Imprese, crescono le aperture nel 2023: bene le realtà giovani e straniere, male l'agricoltura

L'analisi della Camera di Commercio coinvolge tutti i settori: ancora in difficoltà il commercio

Chiusure stabili, aperture in aumento e saldo lievemente negativo (-103 unità, pari a una variazione del -0,31% dello stock di imprese, a fronte del -0,19% dell’Emilia Romagna e del -0,12% dell’Italia) per le imprese ferraresi tra gennaio e marzo.

Il primo trimestre dell’anno ha evidenziato, rispetto allo stesso periodo del 2022, una sostanziale stabilità delle cancellazioni al Registro delle Imprese della Camera di commercio (697 unità) e un lieve incremento delle aperture (594 unità) che, tuttavia, restano tra i valori più contenuti degli ultimi dieci anni. Questo in sintesi lo scenario che emerge dai dati Movimprese elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna.

Una flessione, che resta tra le più contenute del recente passato e che caratterizza tradizionalmente i trimestri di inizio d’anno a causa del concentrarsi delle cancellazioni sul finire dell’anno precedente e l’inizio del nuovo. A fine marzo 2023, lo stock complessivo delle imprese registrate in provincia di Ferrara si attesta sulle 32.264 unità, tra cui spicca il settore delle costruzioni, che ha registrato 112 nuove iscrizioni.

In termini assoluti i saldi negativi più pesanti si registrano ancora una volta in agricoltura (-49 unità, si tratta di una tendenza di fondo che prosegue da anni, che questo trimestre è in rallentamento) e nel commercio (-83), settore che peggiora la contrazione rispetto allo scorso anno e a cui si deve gran parte dell’intero saldo negativo. Contrazioni più contenute si registrano poi per le attività manifatturiere (-22) nelle attività di alloggio e ristorazione (-15), nella logistica (-11) e nelle attività finanziarie e assicurative (-6). 

Sotto il profilo organizzativo delle forme giuridiche adottate dalle imprese, tra gennaio e marzo sono nate 125 società di capitali a fronte di 76 che hanno chiuso i battenti, per un saldo nel periodo pari a 49 società in più. A fronte di queste, si è ulteriormente ridotta la consistenza delle imprese individuali, diminuite con 542 cessazioni e 431 nuove aperture.

Il contributo in controtendenza quindi viene sempre dalle società di capitali (49 imprese in più nel trimestre, significa un tasso di crescita positivo dello 0,70%, in ripresa rispetto al 2022, ma ancora inferiore al buon risultato del 2018 quando si registravo quasi un 1%).

L’aggregato che arretra maggiormente e che spiega gran parte del saldo negativo complessivo è appunto quello delle imprese individuali, diminuite in tre mesi di 111 unità (in termini relativi si tratta di un -0,58% contro il -0,9% del 2021 e il -2,11% del 2020), mentre meno significativa, in termini assoluti, è stata la riduzione delle società di persone (-41 unità, corrispondente al -0,72%)

Gli indicatori per il settore artigiano, infine, registrano una stabilità maggiore rispetto a quanto rilevato dal totale delle imprese, con 242 iscrizioni e 243 cessazioni, in termini relativi il tasso di crescita vale appena il -0,01%.

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