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Guerra in Israele

Il mondo culturale e la guerra: alle parole di Moni Ovadia risponde Vittorio Sgarbi

Protagonisti il direttore del Teatro e il presidente della Fondazione Ferrara Arte

Le drammatiche vicende relative alla situazione in Medio Oriente non hanno lasciato indifferente il mondo culturale ferrarese. Dopo le dichiarazioni del direttore generale della Fondazione Teatro Comunale Moni Ovadia, è infatti giunto un commento da parte del presidente Vittorio Sgarbi. L'attore, nel corso di un'intervista ad Adnkronos, ha sottolineato che "la morte anche di una sola persona, sia essa israeliana o palestinese, è sempre una tragedia e va condannata con tutte le forze", aggiungendo che "Israele lascia marcire le cose, fingendo che il problema palestinese non esiste, per cancellare la stessa idea che i palestinesi esistano; e la comunità internazionale è complice: questi sono i risultati". 

Ovadia ha evidenziato che "questa è la conseguenza di una politica di totale cecità, di occupazione e colonizzazione. La Striscia di Gaza non è un territorio libero, è una gabbia, una scatola di sardine: è vero che dentro non ci sono gli israeliani, ma loro controllano comunque i confini marittimi e aerei, l'accesso delle merci, l'energia, l'acqua. Non a caso l'Onu aveva già dichiarato Gaza zona 'non abitabile'. La situazione è vessatoria, dirò di più: è infernale. Come ci insegna persino l'Iliade, l'assedio è una forma di guerra... e allora? A Gaza non sono forse assediati da Israele? Poi, hanno deliberatamente lasciato il governo di Hamas perché per gli israeliani la rottura inter-palestinese fra Hamas e l'Olp-Al Fatah è stata fondamentale".

Il presidente della Fondazione Ferrara Arte Vittorio Sgarbi, di fronte all'attacco di Hamas contro cittadini israeliani inermi, ha invocato il rispetto e la necessità del dolore e della condanna di un'azione terroristica senza obiettivi militari. "Nessuna disperazione e nessuna ragione - ha continuato Sgarbi - possono giustificare un'azione così indegna. Le istituzioni culturali ferraresi hanno il dovere di sostenere il diritto di Israele a esistere. Ogni altra considerazione umana e politica sui diritti dei palestinesi non può essere invocata". Il presidente della Fondazione ha dunque richiamato il direttore generale, nel suo ruolo istituzionale, "al contegno e alla umana pietà per le vittime innocenti, che sono posizioni necessarie e preliminari a qualunque riflessione politica".

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