Numero di telefono obbligatorio nel questionario delle frazioni, scoppia la polemica politica

Lettere inviate via posta, con relativi costi di spedizione, e soprattutto la richiesta di lasciare il proprio numero di telefono. Il progetto ‘Con le frazioni’ finisce nuovamente al centro della diatriba politica. A chiedere chiarimenti in merito ai due aspetti sopracitati è la consigliera del Gruppo Misto, Anna Ferraresi.

La premessa, in questo caso, è doverosa e riguarda i cittadini di Baura e Contrapò. A loro, infatti, sono recentemente arrivate via posta delle missive – firmate dal vicesindaco, Nicola Lodi - nelle quali è presente anche un questionario per la segnalazione di criticità e problematiche della frazione di riferimento.

Accanto a ciò, però, è presente anche una sezione nella quale è richiesta la compilazione dei dati personali (nome, cognome, indirizzo, frazione e numero di telefono o cellulare). “Non si spiega – analizza la consigliera del Gruppo Misto - come si siano resi obbligatori i campi anagrafici e i recapiti telefonici, i quali dovrebbero essere sempre facoltativi, in indagini come queste”.

Ma le richieste di chiarimento – sottoforma di interpellanza al sindaco e al presidente del Consiglio comunale – non si fermano qui. Ferraresi, infatti, aggiunge che “in un momento delicato, come quello che stiamo vivendo, appare assai curioso affrontare spese di cancelleria e di affrancatura per inviare un cospicuo quantitativo di lettere”. A questo, la stessa consigliera fa seguire la richiesta di conoscere l’importo della spesa complessiva dell’operazione.

Poi arriva l’attacco politico: “Il testo della lettera di accompagnamento – conclude -, altro non è che l’ennesimo tentativo di perseguire una propaganda atta a catturare l’attenzione dei cittadini delle frazioni, per mantenerne alto il gradimento. In verità chi vive nelle frazioni già si rende conto di quanto le promesse elettorali siano rimaste tali e difficilmente potrà cadere nella ennesima trappola”.