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Agricoltura

Gelate notturne nella provincia, preoccupazioni di Confagricoltura per la conta dei danni

Secondo le prime stime è il comparto frutticolo a essere stato più colpito

Nella notte fra mercoledì e giovedì, le temperature nelle campagne ferraresi sono scese sotto lo zero, arrivando a toccare i -4 gradi. Le preoccupazioni da parte di Confagricoltura sono dunque rivolte a un fenomeno che ha colpito diverse aree della regione, interessando tutta la provincia di Ferrara. Secondo le prime stime si registrano diversi danni nel comparto frutticolo. La specie più colpita sembra essere quella delle drupacee, cioè pesche, susine, albicocche, ciliegie. 

Tuttavia, danni sono stati registrati anche sulle pomacee e questo, per il territorio ferrarese, rappresenta un grande problema alla luce della stragrande maggioranza dei frutteti costituita da pereti e meleti. Ad allarmare gli agricoltori è stato il perdurare delle temperature sotto lo zero che, in alcune zone, si è protratto per l'intera nottata aumentando il rischio di danneggiare irrimediabilmente il fiore. Confragricoltura ha aggiunto che una quantificazione più precisa e dettagliata dei danni potrà essere redatta nel corso delle prossime giornate.

"Si tratta dell'ennesimo flagello – ha sottolineato Paolo Cavalcoli, direttore di Confagricoltura Ferrara – che colpisce il comparto frutticolo, già fortemente provato dalle calamità che lo hanno colpito negli ultimi anni. Auspichiamo che i danni siano il meno rilevante possibile, per non aggravare ulteriormente la situazione delle nostre aziende che difficilmente potrebbero superare un altro anno in perdita".

Oltre al crollo delle temperature notturne sotto zero, poi, continua l'emergenza siccità con il Po mai così basso in questo periodo, la neve dimezzata sulle montagne e i livelli dei laghi ai minimi. Una tenaglia climatica tra freddo e siccità che si abbatte su una natura in tilt, con le coltivazioni che si erano risvegliate prima del solito ingannate dalle temperature anomale, con il rischio adesso di perdere i raccolti di un anno di lavoro.

"L'eccezionalità degli eventi atmosferici - ha aggiunto Coldiretti - è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne".

Nel frattempo, i frutticoltori pensano ai risarcimenti e al sistema assicurativo che dovrebbe garantirli, come ha sottolineato Claudio Mazzetti, membro del Consiglio direttivo di Cia Ferrara. "La nostra associazione  - ha commentato il dirigente - ha sempre sostenuto che le assicurazioni sono una delle poche armi che abbiamo a disposizione per difenderci. Credo però che il sistema vada un po' rivisto, soprattutto a livello di percentuali di indennizzo che rischiano di non coprire i danni effettivamente subiti. Faccio un esempio: l'assicurazione gelo-brina copre da quest'anno il 70% dei danni, con una franchigia del 30%. Questo significa che il reale indennizzo che arriva nelle tasche dei produttori, ammesso che il danno sia totale, è del 40%, una percentuale che, soprattutto con l'aumento dei costi di produzione degli ultimi anni, copre a malapena le spese. Ma noi non possiamo produrre così, dobbiamo avere liquidità per affrontare la prossima annata, non semplicemente evitare di andare completamente in rosso. Nel frattempo credo sia essenziale anche un forte sostegno e misure urgenti perché le gelate primaverili del 2023 vengano considerate come una calamità, assicurando però che le aziende ricevano una cifra adeguata e in tempi brevi, non due anni dopo come è successo dopo le gelate del 2021".

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