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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Fusco e la Spal che verrà: "Contiliano perno. L'allenatore? Settimana prossima"

Il direttore dell'area tecnica: "Voglio giocatori motivati, parlerò con ciascuno"

Parola d’ordine: responsabilità. Con l’obiettivo di “vincere tutte le partite”. Filippo Fusco, nuovo direttore dell’area tecnica della Spal si presenta con le idee chiare. La Spal che nascerà a breve sarà, naturalmente, imbottita di giovani. Ma anche e soprattutto di giocatori con la voglia. E per l’allenatore? Serve attendere ancora qualche giorno.

Direttore, cosa le ha promesso il presidente?
“Mi sono confrontato con lui e ho capito subito che stava cercando un dirigente con le mie caratteristiche, che sappia assumersi tutte le responsabilità più forti. E mi è bastato questo. Ora vogliamo lavorare al meglio, senza illudere nessuno”.

Partiamo da un dettaglio tecnico: che differenza c’è tra lei e Righi?
“Nominalmente io sono il direttore dell’area tecnica e lui il direttore sportivo. Nella sostanza, lui è un mio collaboratore: ho piena fiducia in lui, ma la responsabilità di tutto è solamente mia”.

A cominciare dalla scelta dell’allenatore…
“Esattamente. Ho già avviato i primi contatti con alcuni mister. A metà, o al massimo alla fine, della settimana prossima avremo un nome. Poi da lì inizieremo a costruire la squadra”.

A livello di percentuale, quanta Spal dell’anno scorso rimarrà anche in Serie C?
“E’ presto per dirlo. Le retrocessioni lasciano sempre scorie, perché magari qualche giocatore poi non accetta la categoria. Io però lavoro sul metodo: prima parlo con ogni ragazzo, poi deciderò di trattenere solamente chi è motivato (al di là dei contratti). Ovviamente l’obiettivo è anche quello di valorizzare il lavoro fatto negli anni sul settore giovanile”.

A livello di mister, preferisce un giovane brillante o un ‘vecchio lupo’ della categoria?
“Non ho preconcetti. Vale lo stesso discorso dei giocatori: voglio una persona che venga per fare il meglio possibile. Voglio percepire in lui lo stesso entusiasmo che ho io in questo momento. E che ha il presidente”.

La sua ultima esperienza è stata in Spagna: pensa di poter attingere anche al mercato internazionale?
“Sicuramente può essere un’opzione, ma la priorità va data ai nostri giocatori e ai giovani italiani. Poi non dimentichiamoci che siamo sempre in Serie C…”.

Quale traguardo vi ponete a livello di campionato?
“Vogliamo vincere tutte le partite. Sappiamo che è difficile, ma bisogna essere sempre ambiziosi. Con equilibrio, ma ambiziosi. Non ci possiamo accontentare e lotteremo fino in fondo per l’obiettivo massimo”.

In questo senso, che squadra intende costruire?
“Coraggiosa, propositiva e che abbia sempre la voglia di vincere. Per quanto riguarda il modulo non parlo: già è difficile essere un dirigente, figuriamoci dover anche fare l’allenatore”.

Prima parlava di giovani: quelli della Spal sono già spendibili per una Serie C?
“Ogni giocatore ha il suo momento e noi dobbiamo capire questo: il ritiro estivo ci servirà proprio per valutare la contezza fisica e mentale di ognuno di loro. Chiaramente molti di loro hanno richieste di mercato, ma vogliamo tenerne alcuni: chi poi rimarrà dovrà essere impiegato con regolarità per poter crescere”.

Poi ci sono le ‘vecchie glorie’. Alcuni ex che farebbero carte false per tornare…
“Serve sempre capire le motivazioni. Qui si dice ‘andare alla Spal’: ecco, io voglio giocatori che dicano che vanno alla Spal, non solo in campo a giocare”.

Per fare tutto ciò che budget avete a disposizione?
“Prima servirà valutare le uscite, come sempre d’altronde. Poi, in base a quelle, programmeremo anche gli acquisti”.

A livello di possibili partenti, cosa può dire su Contiliano?
“Lui rimarrà. E’ un giocatore cardine della ripartenza, anche se non dobbiamo compiere l’errore di caricarlo di troppe responsabilità. Magari non chiamiamolo ‘simbolo’, quello sarebbe un po’ forzato”.

A livello di assetto, lei con quali collaboratori lavorerà?
“Io, nella mia carriera, mi sono portato dietro sempre uno o due collaboratori al massimo. Non sono uno di quelli che si porta dietro uno staff da dieci persone. Per me è importante valorizzare le persone che conoscono già la realtà locale”.

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