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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Al Mazza arriva la capolista Frosinone, Oddo prepara la 'guerra': "Spal, serve più personalità"

L'allenatore sta valutando il sostituto di Alfonso tra i pali. E si augura di non dover usare Pepito

Un mare di assenze. E un mare tempestoso in società (che l'allenatore liquida con un perentorio "no comment"). La Spal approccia alla partita più complicata della stagione – almeno in termini di classifica, dato che il Frosinone è capolista – forse nel momento peggiore. Ma Oddo non può far altro che crederci: “Se si ha paura di andare in guerra, la guerra è già persa”. Col dubbio portiere.

Mister, che partita ci possiamo aspettare contro il Frosinone?
“E’ difficile prevedere qualsiasi tipo di gara. Noi abbiamo lavorato come sempre. Dobbiamo andare in campo concentrati e convinti di quello che facciamo. Dobbiamo mettere qualcosa in più oltre la tattica e la tecnica. Servono motivazioni interiori. Le capacità singole le conosciamo, ma queste non vengono fuori se non hai quel fuoco dentro che ti obbliga a dover raggiungere il risultato”.

La Spal ha tante assenze: è prevista una rivoluzione tattica?
“C’è stato poco tempo per preparare il match, ma al di là del lavoro tattico e tecnico bisogna mettere in campo qualcosa in più a livello emotivo. Non ci saranno stravolgimenti, anche perché siamo riusciti a dare una certa solidità a questa squadra che, in un campo difficile (Ferraris di Genova, ndr), ha tenuto in equilibrio la partita per 77 minuti. Il lato negativo è la lucidità e il coraggio al momento delle scelte in campo. Faremo di tutto per mettere in difficoltà il Frosinone: mi auguro che i ragazzi riescano a mettere in campo ciò che fanno durante la settimana”.

Rimanendo un attimo sul match di sabato: quali aspetti positivi ha tratto da quei 90 minuti?
“Abbiamo fatto una partita di grande ordine e il Genoa non ha creato occasioni particolari, nonostante la supremazia. Dall’altro lato, serve più personalità nel proporre gioco e avere più coraggio nel fare le cose con i piedi. Poi serve che i giocatori riescano a risolvere i problemi da soli, perché la società è vicina e c’è uno staff, ma le partite cambiano col passare dei minuti. Ci sono dei momenti in cui i giocatori devono assumersi le proprie responsabilità e servono le letture personali, facendo scelte proprie”.

Lei parla di una Spal che si è difesa bene. Però non ha praticamente attaccato.
“A livello difensivo avevamo preparato la sfida così, con grande ordine e compattezza. Però è altrettanto vero che avevamo lavorato per un altro tipo di partita nel momento di possesso palla e quella non è stata fatta. E’ mancata la lucidità, la personalità per poter giocare meglio a calcio. Lo scollamento tra centrocampo e attacco ci sta in questo tipo di gare, perché non sempre c’è tempo di salire in maniera compatta dopo tanti minuti in difesa”.

Nonostante tutto, contro il Frosinone si può credere al colpaccio?
“Arriva la prima della classe, ma la Serie B ci insegna da anni che si può vincere contro la capolista e perdere contro l’ultima. Quindi non parlerei di colpaccio. Non c’è una squadra nettamente più forte dell’altra: nella singola partita noi abbiamo tutte le qualità per poterne venire fuori e conquistare i tre punti”.

A livello di formazione, chi giocherà in porta?
“Alfonso non ci sarà domani, ma recupererà a breve, per Cittadella direi. Sul suo sostituto sto facendo delle valutazioni. La scelta non è prettamente tecnica, ma sono in ballo vari aspetti in questo momento. Da un lato c’è lo spirito di rivalsa di un ragazzo (Brazao, ndr), dall’altro l’esperienza e l’aiuto vocale di un altro (Pomini, ndr): sono entrambi pronti per giocare e deciderò all’ultimo”.

Pepito Rossi come sta?
“Pepito Rossi non è pronto per giocare una partita dall’inizio perché non sappiamo quanto possa durare. Sappiamo tutti il suo valore e da lui si vedono delle cose particolari che in Serie B si fa anche fatica a vedere. E’ un giocatore che in questo momento può entrare a partita in corso e giocare 15-20 minuti: ma soprattutto va utilizzato in determinati momenti. Se siamo in sofferenza e lontani dalla porta, è meglio inserire un giocatore che ha caratteristiche diverse. Lui ci può dare una grandissima mano nel momento in cui devi vincere la partita e sei nell’area avversaria. Mi auguro di poterlo usare il meno possibile adesso, perché vorrebbe dire che bisogna recuperare un risultato”.

Nainggolan può permettersi di fare tre partite in una settimana?
“In questo momento conta la testa. La stanchezza conta relativamente. Abbiamo cinque cambi: quando uno non ce la fa più alza la mano ed entra un altro. A Genova non abbiamo speso così tanto a livello fisico, perché siamo stati nella nostra metacampo: abbiamo speso energie mentali, quello sì”.

In base alla sua esperienza, in questo momento nei giocatori prevale la paura nelle scelte o la tensione positiva?
“Le scelte dell’allenatore vanno anche verso l’aspetto caratteriale, non solo tecnico o tattico. Magari c’è un giocatore maggiormente emotivo e uno che se ne ‘sbatte’ di più. Io dico sempre ai ragazzi che peggio che perdere non c’è nulla: quindi proviamo a fare qualcosa di più. Se c’è la paura di andare in guerra, la guerra la perdi sicuro”.

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