Centro di accoglienza in via Gramicia: "Partita la raccolta firme per chiuderlo"
Riceviamo e pubblichiamo:
“Ormai è iniziata da tre settimane la raccolta firme per chiedere la chiusura del centro di accoglienza per immigrati di via Gramicia, aperto senza la benché minima considerazione dei cittadini residenti nella zona e sinceramente nessuno credeva una così grande adesione, dato anche il fatto che ci si è mossi alla vecchia maniera cioè con il confronto e l'ascolto.
Confronto e ascolto che purtroppo sono mancati fin dall'inizio e per questo vorrei rivolgere alcune domande a chi è coinvolto dato che sono così propensi a rispondere ai giornali e poco o niente ai propri cittadini che chiedono solo spiegazioni.
L'unica spiegazione ricevuta (con non pochi sforzi) tramite una mail è che si tratti di un accordo vecchio e basta, ma personalmente mi chiedo se far ricadere "una colpa" su un'amministrazione precedente (specie in clima pre-elettorale) senza neanche confrontarsi con i cittadini che più volte hanno chiesto di essere ascoltati sia abbastanza democratico?
Inoltre a chi non vede problemi chiedo: non è un problema che vengano fatte tali ingerenze in una comunità nel più totale silenzio che fa dubitare dei dettami democratici? Non è un problema che le case vengano potenzialmente deprezzate, che i cittadini non siano informati, che si debba subire e basta? Dov'è la trasparenza della pubblica amministrazione?
Non è un problema che il centro sia stato aperto non appena i residenti hanno cominciato a fare domande a cui solo il Comune ha dato una frettolosa risposta? Se per certe persone non è un problema neanche la totale assenza di dialogo con chi alla fine deve subire determinati effetti allora forse non capiranno neanche perché i cittadini si sono visti costretti ad agire nel solito abbandono in cui versano tramite l'unico strumento che hanno: una petizione, a cui però pochi credono. Questa è accoglienza? Questa è integrazione? E non credo neanche che lo stato di necessità e urgenza valga dato che è un accordo vecchio”.
Federica, una lettrice