'Crashing', quando l’arte diventa interazione con il pubblico fra tempo sospeso e psichedelia
Da venerdì a domenica riaprono le porte del Df Art Hub, nella splendida cornice del cassero Strozzi-Magnani, in via Ripagrande 30. Il nuovo evento si chiama 'Crashing', come collisione, collasso. Ma anche come fusione e completamento, come scontro-incontro tra arti indipendenti.
Quelle di 'Crashing' sono atmosfere berlinesi: artisti emergenti che si confrontano nel tempo sospeso e a tratti irreale dell’Hub, visitatori che letteralmente si immergono nel flusso della creatività.
Coerentemente con la filosofia del Df Art Hub, che si è posto fin dall’inizio come riferimento culturale e vivo per gli artisti ospiti, 'Crashing' è davvero un melting-pot creativo. Non solo quindi un momento espositivo, ma spazio e tempo per la riflessione e l’ispirazione individuale e collettiva.
Conversando con gli artisti, sempre presenti in Hub, anche il visitatore si trasforma da osservatore passivo a soggetto partecipante e protagonista. Tanti e multiformi gli ingegni rappresentati in questo evento: dalle opere oniriche di Alessio Piva all’oscurità delle figure antropomorfe e disturbanti di Elisa Artioli, dalle atmosfere atemporali della fotografia di Massimo Giocondo alle immagini tra glamour e paradosso di Antonio Patella, dalle illustrazioni ironiche e dissacranti di Gilda Cesari alle geometrie psichedeliche di Stefano Capozzi.
E la psichedelia, con 'Crashing', non è solo da guardare: appena sottotraccia nella musica funk e alternative rock di Eugenio Bonazza (aka Hektor Brain Jam), vira decisamente verso lo psytrance con Maria Sensolo (aka Psycorange). Il tutto sapientemente dosato e mescolato nello shaker virtuale di Davide Fordiani (Df art project, esposizione permanente).