L'enciclica 'Pacem in terris' e il laboratorio fiorentino. Un incontro in biblioteca Ariostea
Venerdì alle 17 la biblioteca Ariostea ospita la conferenza di Fiorenzo Baratelli dedicata all’'enciclica 'Pacem in terris' e al laboratorio fiorentino.
Sessant’anni fa (correva l’anno 1963) veniva pubblicata l’enciclica 'Pacem in terris', subito definita il manifesto del mondo nuovo. Fu anche l’ultima parola del pontificato di papa Giovanni XXIII.
È significativo che la parola 'pace' si trovi all’inizio del pontificato nel discorso di accettazione e alla sua fine con l’uscita di questa enciclica a pochi mesi dalla morte del pontefice. E altrettanto importante fu che questa enciclica cadesse in mezzo ai lavori del Concilio Vaticano II, fortemente voluto da papa Giovanni XXIII come evento che segnava una svolta epocale.
Una chiesa che declinava finalmente il vangelo dentro ai grandi cambiamenti di quegli anni: la pace nel tempo dell’atomica, i movimenti di liberazione dei Paesi sottoposti a una lunga e feroce colonizzazione, il movimento femminile che rivendicava libertà ed eguaglianza, il movimento operaio e la denuncia dello sfruttamento del capitale.
Tornare a riflettere sulla 'Pacem in terris' non vuol dire però parlare solo del passato, ma metterla a confronto con il presente drammatico che stanno vivendo l’Europa e il mondo, e con il futuro di pace e giustizia che si vorrebbe costruire.
La conferenza vuole indicare anche la cornice che consentì la grande svolta del Concilio Vaticano II e la pubblicazione dell’enciclica. A questo riguardo, verrà ricordato il contributo che diedero alcune grandi figure del cattolicesimo democratico fiorentino: Giorgio La Pira, padre Ernesto Balducci e don Lorenzo Milani.