Colori e forme prendono vita nelle 'Città Elettriche' di Marco Sgalla in mostra da Idearte Gallery
Fino a giovedì 18 aprile, Idearte Gallery ospita la mostra personale di Marco Sgalla dal titolo 'Città Elettriche'. L'esposizione è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19, sabato e festivi solo appuntamento telefonando al numero 0532 1862076. Inaugurazione sabato 23 marzo alle 18.
Marco Sgalla vive e lavora a Ferrara, negli anni giovanili frequenta l’Istituto d’arte Dosso Dossi ed in seguito l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dopo una prima esperienza presso uno studio di grafica pubblicitaria, all’inizio degli anni ‘80, in pieno boom dell’industria ceramica, si trasferisce a Sassuolo dove ricopre il ruolo di creativo nel settore della decorazione ceramica. Al termine dell’attività lavorativa ritorna nella città natale dove riprende il percorso pittorico, mai completamente interrotto.
'Città Elettriche' si configura come incursione negli abissi dei mondi interiori che definiscono l’identità artistica di Sgalla. Paesaggi, galassie, universi si fondono in un’unica visione dove il firmamento si fonde con l’orizzonte terrestre ed i lampi incontrano il mare. Si contrappongono le acque, i campi, i soli con le strade, i sogni e i pensieri. Tutto questo prende forma geometrica nel dinamismo interattivo, rivelando il mistero intrinseco nei loro rapporti, creando così una dimensione surreale, nota distintiva delle sue opere.
Le forme geometriche nascono dall’istinto, dal viscerale, parallelamente alla metamorfosi della tela. L’istinto è associato all’esplorazione che funge non solo da decifratore delle proprie visioni e realtà interne ma anche del rapporto con il mondo esterno. La città non solo come un costrutto sociale ma anche il riflesso di noi stessi.
In queste città-mondi, emerge un approfondito studio dei colori, un percorso che ha accompagnato l’intera esperienza artistica e professionale di Sgalla, manifestandosi attraverso palette precise. Il colore, l’essenza vitale delle sue opere, agisce qui come narratore orchestrando una tavolozza ottica che non solo coinvolge gli occhi dello spettatore ma ne penetra il sistema nervoso. Il risultato è un’ambivalenza di sensazioni che oscillano tra la calma e la tempesta in un intenso abbraccio.