Chris Amon, la vita del 'pilota sfortunato' della Ferrari raccontata in un libro
Esistono eroi e antieroi. Piloti leggendari ed eterni gregari. Campioni capaci di conquistare vittorie e uomini che, sfidando la velocità, cercano un posto nell'Olimpo dei motori, senza mai trovarlo. In quest'ultima categoria vi entra sicuramente Christopher Arthur Amon, per tutti Chris (classe 1943), primo e unico pilota neozelandese del Cavallino che, tra il 1967 e il 1969, riuscì a conquistare cinque podi, ma mai la gloria. Centootto Gran Premi gli sono valsi, comunque, un posto nella storia della Formula 1: e proprio di questa storia, della sua storia, parlerà lo scrittore Emiliano Tozzi.
L'appuntamento, per appassionati e curiosi, è per venerdì alle 17 alla Sala Agnelli della biblioteca Ariostea. In questa occasione, Tozzi presenterà la propria ultima fatica letteraria, intitolata per l'appunto 'Chris Amon, la sfortuna non esiste' (Minerva edizioni, con prefazione del giornalista Leo Turrini). L'idea è quella di far emergere i segreti e i retroscena della vita di un uomo che, nell'immaginario collettivo del mondo dei motori, non è mai stato baciato dalla Dea bendata. Anzi, tutt'altro. In pista – numerosi sono i ritiri negli ultimi giri mentre si trova al comando, e non vincerà mai una corsa – come nella vita, Amon (scomparso nel 2016) è stato dipinto come sfortunato anche dai propri colleghi.
Di lui, il leggendario pilota statunitense Mario Andretti, un giorno sentenziò testualmente: “Se facesse il becchino, la gente smetterebbe di morire”. Ma, come detto, Emiliano Tozzi nel suo volume ha voluto indagare oltre, oltre quel mare di sfortuna, nelle viscere di un talento purissimo. Lo stesso scrittore faentino, per l'occasione, dialogherà con l'autore Stefano Ravaglia.