Mirco Antenucci e le sfide importanti: "Sapevo di tornare in una città che mi ama"
L'attaccante, nuovamente in biancazzurro, ha ricordato il calore dello stadio e la spinta dei tifosi
Al suo fianco, in videoconferenza, il presidente Joe Tacopina. Al centro della scena, e anche del progetto Spal, l'attaccante Mirco Antenucci. "Per prima cosa – ha iniziato il presidente biancazzurro - voglio dare il bentornato a casa al capitano. Oggi è un grande giorno per tutti, per me e per la club perché presentiamo un giocatore che sarà la guida nella ricostruzione della nuova Spal". Un progetto, dunque, imperniato sulla presenza in campo e nello spogliatoio della punta proveniente dal Bari, con tre stagioni esaltanti vissute in biancazzurro.
"Ho avuto il piacere di cenare con lui e la moglie circa un mese fa e sono rimasto colpito dalla sua persona e dai suoi valori: me lo avevano detto, ma conoscerlo è stato un grande piacere. Mirco è un giocatore dalle qualità tecniche indiscutibili, ma soprattutto dalle grandi qualità umane, lo ha già dimostrato nella sua precedente esperienza in biancazzurro e ha tutte le caratteristiche di leadership che abbiamo condiviso fin dal primo momento con il direttore tecnico Fusco e che saranno preziose all'interno dello spogliatoio".
Il presidente ha aggiunto che "quando con il direttore abbiamo iniziato a parlare delle caratteristiche della squadra che sarà, e soprattutto delle qualità mentali e caratteriali che avrebbe dovuto avere, il nome di Mirco tornava sempre. E' la persona ideale per guidare il nuovo gruppo e anche quando ne ho parlato con mister Di Carlo è stato subito entusiasta. E' un acquisto importante, simbolo di un nuovo corso, e mi auguro che rimanga con noi a lungo, entrando anche a fare parte del management del club in futuro. Sono felice di aver fatto questo regalo a tutta la città e a tutti i tifosi della Spal".
Un cenno finale al desiderio di "sottolineare l'educazione, la formazione e l'intelligenza di Mirco anche dal punto di vista umano e intellettuale. Una persona che non vuole mai smettere di studiare e imparare, uno dei pochi giocatori che è riuscito a laurearsi durante l'attività sportiva, e questo fa capire ancora di più il suo spessore umano. So cosa significa il suo arrivo per la città e tutti i tifosi perché ha scritto pagine importanti nella storia della Spal e quindi non posso fare altro che dargli ancora una volta il mio più caloroso benvenuto".
Antenucci ha quindi ringraziato "il presidente Tacopina per le belle parole. Ci siamo conosciuti poco tempo fa, ma ho subito apprezzato il suo entusiasmo, la sua intelligenza e la sua voglia di ripartire che mi hanno convinto ad accettare. Sarà una ripartenza basata su valori e senso di appartenenza, che dovranno essere le linee guida per ricostruire, perché adesso bisogna iniziare una nuova fase. Mi sento ancora giocatore, amo questa città però non torno come icona, ma come un calciatore che ha voglia di raggiungere obiettivi importanti".
E' consapevole di portare sulle spalle una grande responsabilità?
"Ho sempre accettato sfide importanti, non mi interessa la categoria ma l'emozione e l'entusiasmo che ci sono dietro: ho lasciato la Spal in Serie A per il Bari in Serie C, e ora il Bari quasi in A per la Spal in C. Le responsabilità, in carriera, me le sono sempre prese, ma l'ho fatto con molta serenità".
Come ha vissuto questo mese?
"E' stato un mese di riflessione, sicuramente è stata una batosta perdere una finale playoff all'ultimo minuto, ma si deve ripartire. Sono stato combattuto, ho lasciato tanti amici, un gruppo fantastico e una città meravigliosa ma sapevo di tornare in una città che mi ama. So che c'è bisogno di me, ma entrerò in punta di piedi nello spogliatoio anche se sono il più vecchio e darò il 100% per il presidente, per la squadra e per tutti i tifosi".
Ha conosciuto l'allenatore Di Carlo?
"Ho incontrato il mister e mi ha trasmesso grande carica. Mi è piaciuto subito a livello umano per quello che ci ha detto, e sono convinto che potremo fare un bel lavoro. I miei compagni mi hanno sorpreso: si stanno allenando con forza, motivazione ed entusiasmo, sia i giovani che i più grandi, e in campo c'è un bel clima. Un consiglio che posso dare loro? Bisogna avere la passione di fare il nostro lavoro sempre con il sorriso, perché dobbiamo essere consapevoli di quanto siamo fortunati a fare del calcio la nostra professione. Solo questo deve dare mille motivazioni".
La retrocessione ha portato alcune fratture fra una parte della tifoseria e la società. Lei sarà anche il mediatore per ricucire questo strappo?
"Io l'anno scorso ero in un altro club, non so cosa sia successo. Deve tornare l'unità tra tutti, perché questo può fare la differenza: ricordo il calore dello stadio e la spinta dei tifosi, che sarà ancora fondamentale.
Quale è la tua tenuta nell'arco di una partita di campionato?
"Ho giocato 140 partite in 4 anni. Sto bene e sono integro, altrimenti non avrei scelto una sfida così delicata ma, il mio impiego, lo deciderà il mister. Io sono a disposizione, sono sereno. E ci sarà dialogo, ma le scelte saranno sempre le sue".
Quando ha deciso che sarebbe tornato a Ferrara?
"Qualche giorno fa ho preso la scelta definitiva. Avevo una proposta da entrambe le società, sapevo che la squadra aveva bisogno di me, e sono molto contento di essere tornato".