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Venerdì, 26 Aprile 2024
Calcio

Tacopina fa mea culpa, filosofeggia, poi attacca: “Rimango in caso di C? Domanda stupida”

Lupo si prende le sue responsabilità, ma non fa sconti alla squadra: “Tutti devono dare di più”

La colpa è mia. No, è mia. E’ un tira e molla continuo quello tra Joe Tacopina e Fabio Lupo nell’addossarsi le responsabilità del fallimento del ‘progetto De Rossi’. Frasi di circostanza davanti ai microfoni? Forse. Ma intanto, la risposta che i tifosi chiedevano è arrivata: il presidente è sbarcato dagli States ed è tornato ‘a casa’. Anche se, a detta sua, non contano i chilometri.

“Ogni mese, passo a Ferrara almeno due settimane e anche quando non sono qui do anima e corpo per questo progetto”. Parole di un Joe deciso, a tratti stizzito dal dover confermare l’amore per i colori biancazzurri. Ma le sue parole erano e restano fondamentali, in un momento come questo. “Non c’è alcuna intenzione di mollare – riprende -. Sono qui e non vado da nessuna parte”.

Anche in caso di retrocessione? Una domanda liquidata come “stupid question”. Roba da giornalisti, mettiamola così. Anche se la classifica parla chiaro. Ma una cosa è certa: se il carisma che Tacopina sfodera davanti ai taccuini lo avessero anche i giocatori in campo, forse oggi la Spal navigherebbe in acque ben più tranquille. “I tempi duri passano, le persone dure resistono – filosofeggia, prima di tornare al sodo –. Il fatto che sia arrivato Oddo è la conferma che non ho intenzione di mollare. Ho commesso degli errori e la colpa è solo mia”.

Tacopina a colloquio con Oddo a bordo campo

Poi, affrontando il discorso relativo proprio all’arrivo del nuovo mister, lo stesso presidente si lascia andare a qualche volo pindarico: “Ho obiettivi alti, ma lavoro per raggiungerli. La stagione è lunga e magari, con Oddo, possiamo aprire un nuovo corso”. Per arrivare dove, non è detto. Alla salvezza, come minimo. Più in su, nei prossimi tre mesi, pare difficile se non impossibile.

Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, come detto. Quella di Fabio Lupo, direttore sportivo. Anche lui si cosparge il capo di cenere, fa mea culpa sulle scelte passate. Ma al contempo fa un passo avanti. Esce, se vogliamo, dall’ordinario: “Le responsabilità sono di tutti – chiarisce – e l’ho detto anche ai giocatori. Ora è tutto nei loro piedi, nei loro cuori, nelle loro teste. Possono e devono fare di più”. Parole, finalmente, non banali. Anche la squadra è chiamata a rapporto. Gli alibi sono finiti. L’ultimo tassello – oltre a Oddo – è Pepito Rossi: “Ci siamo quasi – chiude Lupo -. Siamo ai dettagli contrattuali”. Poi giù in campo anche lui. Per puntare alla salvezza. Come minimo.

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