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La magia di Bertini, una bandierina amica e il fantasma di Destro: è festa Spal

Sestri Levante, che protesta, sconfitto 1-0: ancora male Carraro, guai fisici per Iglio

Un arcobaleno in una serata autunnalmente uggiosa. E in una stagione cupa e tempestosa. La parabola della punizione con cui Bertini inchioda il Sestri Levante al muro della sconfitta è quella che i tifosi si augurano possa assumere, d’ora in poi, anche la stessa Spal: diritta, verso l’obiettivo. Al minuto 68 il centrocampista dipinge – esorcizzando il meteo, si potrebbe dire: con un acquerello – un piccolo capolavoro balistico.

Alla Pirlo, alla Del Piero, alla chi volete voi. La palla che supera la barriera e rimane sospesa a librare nell’aria fino al fatidico ‘sette’, per una volta, porta con sé un’intensa fragranza di liberazione. E’ pura gioia. A Glasgow, nella Scozia piovosa come questa Ferrara, è usanza appoggiare dei coni stradali sopra le teste delle statue: è l’estro di chi inventa qualcosa di diverso per portare gioia. Là funziona. Al Mazza, almeno per una sera, pure.

Contro il modesto – e nessuno si offenda, diamine – Sestri Levante basta più o meno questo per riscrivere, dopo mesi uno e giorni sette, il numerino tre accanto a quello dei punti conquistati. Il 19 settembre a cadere fu la Juventus dei giovanissimi, nemmeno a dirlo con un gol di Bertini. Coincidenze? A Colucci il compito a casa di capirlo.

Eppure il match delle infauste e lavorative 18.30 è tutt’altro che da consegnare agli annali della storia. Specie per una prima frazione che annovera nella casella delle occasioni solo azioni a tinte rossoblu. Al 22’ Alfonso devia in angolo una punizione velenosa di Sandri, al 33’ Parlanti calcia alto, al 36’ ancora l’estremo difensore biancazzurro salva su Pane e un giro di lancette dopo Toci tira a lato da buona posizione.

Poi, al 58’, ancora Toci spaventa i 5mila (eroici) del Mazza, trovando sempre Alfonso a negargli ogni possibile gioia. Per un’ora abbondante, insomma, la Spal è più o meno sempre la stessa: lenta, compassata, poco lucida nel trovare l’ultimo passaggio e, a tratti, anche ballerina dietro. Poi Bertini mette il birillo sopra la statua e manda all’aria le quote dei bookmakers. Sarebbe da chiudere baracca e burattini e tornarsene a casa felici, ma le emozioni hanno appena staccato il biglietto per salire sulle montagne russe.

Negli ultimi cinque minuti succede di tutto. All’85esimo Gala, di testa, insacca sotto la Ovest. Ma il pareggio viene cancellato dalla bandierina dell’assistente. E si scatena il caos. Il Sestri Levante protesta, forse a ragione, forse no. Nessuno saprà mai se qualche ligure, nell’azione, era in fuorigioco. Rimarrà tema di discussione di esperti varisti, terreno di ricerche scientifiche, sarà archiviato a Roma accanto ai grandi segreti di Stato. Chissà.

Ma non è tutto. C’è tempo anche per un déjà-vu. Un dolcissimo ricordo passato. Chi è tifoso biancazzurro lo sa, ci ha pensato, l’ha rivissuto. All’88esimo Parlanti sveste i propri panni per assumere quelli di Mattia Destro (che poi fa poca fatica, tanto rossoblu è uno, rossoblu è l’altro) e, da due metri, consegna il pallone alla Ovest. Altro che Tacopina sotto l’acquazzone della Lucchese. Questo sì che è un regalo bello gradito.

Finisce con un dipinto da tre punti, una bandierina amica e il fantasma – benevolo – di Destro. Finisce con l’arcobaleno che colora una notte uggiosa in una stagione buia. Finisce con l’estro che prevale sulla logica. Ma anche con l’idea che domenica, a Sassari in casa Torres (capolista), sarà tutta un’altra storia. Una di quelle che vanno riscritte. Con estro o senza fa poca differenza. Ma possibilmente con un finale che riconsegni un’altra ghiotta porzione di gioia.

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