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Venerdì, 29 Marzo 2024
Calcio

Spal corsara nello Stretto: De Rossi affonda Inzaghi, poi San Alfonso nega il pa'Reggio'

Miracoli a non finire tra i pali e show Zuculini dalla panchina. Esposito è già dimenticato

Benvenuto 2023. Se chi ben comincia è a metà dell’opera, qui a maggio si rischia di dover rispolverare bandiere e trombette. Voli pindarici a parte, la Spal vince a Reggio Calabria una partita di piramidale importanza. Combatte, soffre, quasi non gioca per buona parte dei praticamente cento minuti ma dallo Stretto torna con i tre punti e un sorriso beffardo da godimento ad oltranza.

Quel che sta intorno, in fin dei conti, non interessa. Che il match sia sostanzialmente la fotocopia di quelli passati - con Rabbi troppo isolato e occasioni da gol più rare di un laghetto in una tappa della Dakar – è quell’insalatina scunza nel piatto del ristorante: va a referto, per carità, ma è solo contorno. A spegnere i sogni di gloria dei padroni di casa sono i padroni di casa stessi, quasi come successo a Parma.

Gagliolo incorna nella sua porta lo 0-1 finale. E’ un bacetto della buonanotte dolcissimo per la banda di De Rossi, di quelli che ti lancia nelle braccia di Morfeo e ti fa finalmente tornare a sognare. E’ mortifero, tipo che la luce si spegne e il buio è profondo, per gli uomini di Inzaghi (altro derby in salsa berlinese tra le panchine) che già sognavano l’aggancio al Frosinone in vetta.

Luce che, scherzi del destino a parte, rischia di non accendersi per davvero al Granillo nel prepartita. Ma tutto si sistema per tempo e lo show può cominciare. Una ventina di minuti di buona Spal, con Celia che quasi regala un assist a Menez e Maistro che calcia un missile centrale su punizione. Poi è solo Reggina, con la partita che si gioca a singhiozzo. Nel senso che sono tante le interruzioni, ma quando non si sobbalza gioca solo la Reggina.

Il minuto 20 è tra l’altro quello del primo miracolo di San Alfonso da Padova. Testa di Fabbian e il portiere spallino sveste la casacca biancazzurra (rosa per l’occasione) per vestire quella di un certo Banks su Pelé. Anno 1970. Anche chi non era nato, almeno una volta, nella sua vita, l’avrà vista. Quindi non stiamo qui a ricordarla. E, si creda, non è nemmeno la migliore del pomeriggio. Minuto 35, Alfonso vola ancora. Ma ormai anche una parata all’incrocio sembra ordinaria amministrazione per sta specie di Superman da prato d’erba.

A centrocampo si lotta e ci si legna. Mentre Zanellato prende talmente tante testate che, in confronto, Materazzi si può definire fortunato, Zuculini si fa ammonire dalla panchina per proteste. Poi, al momento di esibire il numero di maglia, finge di non capire, finge di avere sotto quella della nonna che se la solleva prende freddo, finge di essersela dimenticata a casa come uno studente scapestrato qualsiasi che inventa la balla del quaderno di matematica lasciato in camera per non ammettere di non aver fatto i compiti. Poi più tardi l’argentino entrerà pure in campo, già ammonito.

Storia nella storia. Roba quasi da scriverci un libricino e far concorrenza ai principi d’oltre Manica. Intanto la Spal segna. O meglio, segna la Reggina, sotto la sua curva, dentro la sua porta. Minuto 65, angolo, testa di Gagliolo, 0-1. Festa grande, con i giocatori che corrono un po’ a vanvera, perché non si sa mai chi andare ad abbracciare. Gioia che dura, però, solo quattro giri di lancette. Dickmann calcia l’aria, Canotto si tuffa (con un cognome così, che altro potrebbe fare?), l’arbitro abbocca, rigore. Poi il Var cancella tutto. E qui, si sgranino gli occhi, Alfonso si trasforma nuovamente nel supereroe di giornata.

Al 78’ vola all’incrocio sempre su Canotto, all’87’ blocca un’altra incornata di Santander, al 95’ devia l’ennesima zuccata di Loiacono. Poi la palla rotola verso la rete ma Dalle Mura la caccia via, lontano, quasi oltre lo Stretto, quando uno spicchio già dice che è gol. Ma è solo uno spicchio. Vale come il contorno di prima: nulla. Finisce così, con l’ennesimo infartino e con la consapevolezza che la strada verso la tranquillità è bella lunga.

L’opera da scrivere in questa prima parte del 2023 ha un programma quasi già tutto definito. Si intitola ‘Salvezza’, è formata da 19 atti e si conoscono gli attori. Chi ben comincia, ne è già a metà, si dice. Ma serve non fermarsi qui. Perché Gagliolo si è dimostrato più bomber di Rabbi e La Mantia per un pomeriggio. Ma già da sabato, contro l’Ascoli (alle 14), serve che la scena se la prenda magari chi indossa la maglia biancazzurra.

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