rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Spal in viaggio verso l'inferno: doppia sberla del Sudtirol, la via per la salvezza ormai è smarrita

Miracolo inutile di Alfonso, Contiliano esordio discreto, il Var è l'ennesimo nemico

Da Sud a Nord è un lungo viaggio verso l’inferno. Da Cosenza a Bolzano, la Spal gira l’Italia a prender sberloni in ogni stadio. Al Druso finisce 2-0, ma probabilmente a finire davvero è il campionato biancazzurro. Con otto giornate d’anticipo. Perché mentre Dickmann e compagni – evanescenti, non si salva nessuno – infiocchettano la quattordicesima sconfitta dell’anno, le altre corrono. Il Cosenza vince a Frosinone e saluta la truppa, così come il Venezia (0-1 ad Ascoli).

Parlare di classifica è inutile. Si è ultimi, punto. Ma è l’atteggiamento – tanto richiesto da Oddo in conferenza stampa – l’aspetto più preoccupante di un insieme di calciatori che, adesso, chiamare gruppo è forse offensivo per chi, l’affiatamento, lo mette in campo davvero. Vedasi Sudtirol, per dirne una. La sfortuna non esiste, diceva Enzo Ferrari. Giusto, giustissimo. E allora il gollonzo del vantaggio dei padroni di casa è da annoverare tra gli errori dei biancazzurri e non da porre in seno alla cattiva sorte.

Ma si proceda con ordine. Quello, per intenderci, che nella testa di chi veste la maglia della Spal non esiste più. Confusione totale nella mente, pochezza totale nelle gambe. I primi venti minuti sono la solita overture penosa e studiosa da palpebra calante. Poi il guizzo. Minuto 25: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, la palla giunge a De Col che, da fuori area, lascia partire un tiro sbilenco sul quale interviene Zaro, che spiazza Alfonso. Bandierina alzata e pericolo scampato.

Sembra netto il fuorigioco, ma qualcosa non torna. Il Var impiega tre minuti a tirare la linea giusta, che dice che il difensore – in compagnia di ben tre compagni, loro sì in offside – è in gioco. Lo tiene a galla un tacco di La Mantia, bradipo a salire. E’ vantaggio Sudtirol, tra le proteste (francamente insensate) dei biancazzurri. Esiste la tecnologia, signori, a cosa ci si vuole aggrappare? Zanellato è il più frizzante, in un verso e nell’altro. Nel senso che corre, picchia, protesta. Ma è una goccia d’acqua in un deserto e, alla distanza, evapora anche lui. Della serie: lui è ‘on fire’, gli altri sembrano già ‘on ferie’.

Il finale di tempo regala solo una conclusione a lato di Fetfatzidis, che illude, ma nulla più. Anzi no, c’è anche un Alfonso ammonito per proteste mentre il gioco è fermo a centrocampo. Boh, vai a capire che passa nella testa degli uomini di Oddo. Ma anche dello stesso mister, che in conferenza stampa chiude la saracinesca a doppia mandata su un possibile impiego di Prati (causa malanno settimanale), poi al 59’ lo butta nella mischia. Delle due l’una: o qui siamo di fronte ad un miracolo lazzariano, stile ‘alzati e cammina’, o anche le chiacchierate del venerdì sono da archiviare come simpatica rimpatriata per scambiarsi gli auguri del weekend e nulla più.

Vabbé. Proseguiamo, perché il peggio deve ancora venire. Il secondo tempo è il manifesto perfetto della stagione. Quattro punizioni, quattro, per la Spal al limite dell’area, nemmeno una nello specchio. Quattro, ribadiamolo. Tutte fuori, tutte finite nel parcheggio. Fino al minuto 71, quando Rover parte in contropiede, incrocia il destro e centra il palo. Sulla respinta Casiraghi calcia a colpo sicuro ma Alfonso compie il mezzo miracolo. Inutile, perché tre giri di lancette più tardi il patatrac arriva puntuale. Come un orologio svizzero, pardon altoatesino.

Altro calcio d’angolo, respinta corta di Pepito, nuovo cross del solito Rover e ancora Zaro – stavolta col zuccone – trova il gol. Doppietta di un difensore, saluti e baci alla categoria. Per la Spal in un verso, per il Sudtirol (forse) in quello opposto. Finisce con l’ex Poluzzi che ripiega i guantoni, ancora intonsi, nel cassetto senza passare dalla lavanderia. E questo la dice lunga su tutto quello che fino ad un’ora prima della Waterloo di Cosenza pareva ancora opinabile. Ora c’è chi dice che salvarsi sarebbe offensivo per chi sta sopra: eh beh, non c’è proprio tutto il torto del mondo in questa frase.

Spiace puntare il dito, ma Oddo – con quattro ko in sei gare – pare un pesce fuor d’acqua. Un pesce a Bolzano, ecco. Mettere in guardia il mondo intero, alla vigilia, sulla bravura dei biancorossi nel chiudersi e ripartire e poi accomodargli praterie intonse è sintomo delle poche idee (e anche ben confuse) di cui si parlava prima. Esaltare l’avversario per l’astuzia nello sfruttare i calci piazzati e poi addormentarsi sugli stessi è altro segnale dello sbandamento totale di una truppa già passata, forse, all’essere ‘on ferie’.

L’unico sollievo per chi tiene alla maglia è avere, ora, due settimane di tempo per sbollire la rabbia. C’è la pausa, più che mai benedetta. Poi, il primo aprile, si torna in campo. Stavolta al Mazza, contro la Ternana. Con la speranza, ormai ridotta al lumicino, che il fatto di non viaggiare possa indurre Murgia e soci a non prendere altri sberloni. Con la speranza, sempre minima, che essendo il giorno degli scherzi per eccellenza, la Spal possa piazzare lì una burla. Una a caso. Che ne so, tipo vincere.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Spal in viaggio verso l'inferno: doppia sberla del Sudtirol, la via per la salvezza ormai è smarrita

FerraraToday è in caricamento