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Un Südtirol in clima Halloween fa paura alla Spal: Meccariello ci mette la zucca, Zaro toglie le ragnatele

Alfonso c'è, Murgia pure, davanti La Mantia e Moncini non si conoscono. Il pari finale è sudato, anche a causa del clima

Anno domini 1968. Il buon vecchio Walter Matthau piazzava lì una pellicola da nulla, tal ‘La strana coppia’, diventato un cult della commedia a stelle e strisce. Anno domini 2022. La strana coppia – ma nel vero senso del termine – La Mantia-Moncini piazza lì uno show che assomiglia più che altro ad una tragedia. Nulla di irreparabile, ci mancherebbe, ma pare che l’intesa tra i due non sia da migliorare, quasi più da costruire.

La Spal si imbriglia in un Südtirol (che d’ora in poi chiameremo Bolzano, perché scrivere quella ‘u’ coi puntini è più complicato che vedere un passaggio filtrante di Zanellato) arcigno e maleducato. Questi fino a ieri erano mezzi sconosciuti, ora arrivano a Ferrara e quasi si portano a casa il malloppo più prezioso. Non succede, il match regala un 1-1 scialbetto e, alla fine, va anche bene così.

Eppure il pomeriggio del Mazza parte come meglio non potrebbe. Minuto 4, angolo di Esposito, spizzata di Moncini (calmi, le cose buone si fermeranno qui) e Meccariello in tuffo sul secondo palo insacca. La zucca di Biagio è succosa assai, ma la partita del pre-Halloween è pronta a riservare ai tifosi biancazzurri più scherzetti che dolcetti.

La Spal, infatti, è tutta qui. Strano a dirsi dopo le cinque pesche di sette giorni fa, ma dal minuto quattro e trenta in poi la banda di De Rossi si sgonfia progressivamente. La qualità delle giocate si abbassa allo stesso ritmo con cui calano, lemmi lemmi, i calzettoni di La Mantia. Al 38’ D’Orazio (non l’ex) incorna a porta sguarnita: la palla colpisce l’esterno della rete, i tifosi bolzanini non lo capiscono ed esultano. Momento ilare, ma più tardi festeggeranno davvero.

Un giro d’orologio all’intervallo e, finalmente, lo schema principe dei biancazzurri si mostra in tutta la sua bellezza: tiro di Maistro che centra in pieno La Mantia. Déjà-vu di una settimana fa, con un esito, stavolta, da ‘Mai dire gol’, perché il 19 stoppa in pieno la conclusione e si fa pure male.

Poi, inizia la ripresa. O, almeno, inizia per il Bolzano, perchè la Spal non si vede. Centoventi secondi, Odogwu calcia sull’esterno della rete, quattro minuti dopo Alfonso devia sulla traversa un’altra sortita offensiva ospite. Altri tre minuti e il pari è cosa fatta, con Zaro che svetta a centro area su calcio d’angolo e va a togliere la ragnatela di Halloween dalla porta spallina.

Tutto il resto è noia, cantava Califano, forse proprio immaginandosi questa partita. Nella mezz’ora finale c’è spazio per un rigore in movimento bolzanino mal calciato, per un Murgia che legna alla De Rossi e si intasca una gragnuola di applausi al momento di andare a farsi la doccia e per una sosta rigenerante a metà tempo, con tanto di borracce lanciate in campo alla bell’e meglio dai massaggiatori per i giocatori accaldati. Roba che il 29 ottobre, diciamocelo, non è proprio usuale. Ma in tempo di caro bollette, guai a svegliar la Thunberg che dorme.

Finisce in parità, insomma, un match insapore. Sarebbe servito un po’ di pepe, forse quasi un Pepito, ma i cambi non hanno condito un bel nulla di nulla. Dopo il volo di Cosenza, dunque, la Spal torna sulla Terra. Nulla di grave, si è detto, ma la sterilità offensiva è tornata questione da prima pagina. Serve cambiare rotta. Tra sette giorni, in tal senso, c’è Terni (sempre alle 14): là, qualche annetto fa, si è scritta la storia. Ora, non diciamo che sabato si debba fare altrettanto, ma magari vedere un paio di gollettini in più non sarebbe male.

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