rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Spal, l'anno si chiude senza il botto: il Pisa vince, ai biancazzurri non ne va(r) bene una

Rabbi tradito da una spalla, Murgia si becca l'ennesimo rosso, Varnier a momenti...

E anche sto 2022 se lo semo levati dalle... palle. Calcistiche, si intende. L’anno biancazzurro, partito male e proseguito peggio, si chiude senza alcun fuoco d'artificio. Anzi. La Spal perde in casa e, purtroppo, questa non rappresenta più una novità. Quattro successi nel girone d'andata raccontano di una pochezza assoluta di Maistro e compagni.

Il Pisa è una formazione in salute, i ferraresi arrivano dai tre punti forse più fortunati dell’intero torneo. Gli ingredienti, nel pentolone del Mazza, sono quelli giusti per un match utile a smaltire le sbornie da pranzi e cenoni natalizi. E, in effetti, di spettacolo se ne vede anche. Peccato che il risultato sia sempre lo stesso: per quanto la salamina sia cucinata a puntino, alla fine rimane sempre indigesta. Mettiamola così, c'è poco da esser sazi.

La Spal ha il mal di gol. Ci fosse una 'a' in fondo, sarebbe un dolore passeggero, di stagione. Il problema, qui, è che il dolore è sì di stagione, ma stagione calcistica intera. Fatta, fino ad ora, di 19 partite. E chissà quando arriverà - e se arriverà, a questo punto - lo sciroppino giusto.

Il match comincia con un brivido: quattro minuti e Meccariello regala palla al Pisa in area di rigore, ma l’arbitro fischia, perché la punizione di Biagio sarebbe stata battuta con la sfera in movimento. E' un regalo grande grande, che i biancazzurri però non sanno apprezzare. Tipo il maglione della zia, che dici "bello bello" ma poi non indosserai mai. E alla fine, tutta questa supponenza, la paghi.

Fioccano proteste toscane, poi fioccheranno cartellini, spinte, botte, perdite di tempo. Il Pisa è avversario rognoso, forse oltre il lecito. La Spal, dal canto suo, accetta l'andazzo del match. Pagherà anche questo. Minuto 17, Rabbi d'esterno disegna una mezzaluna luminosa per Valzania: peccato che da quelle parti ci sia Livieri, portiere ospite, che interrompe parabola e spegne i sogni di gloria. Gli astri, insomma, non ne vogliono proprio sapere di allinearsi. Poi altre pacche e spintoni.

Minuto 26, altro diagonale di Dickmann. Stavolta parliamo di un tiro sbilenco, ma Rabbi in tuffo sul secondo palo ci crede. Ci crede? Sì. Ci arriva? No. E' però la prova generale dell'ennesima, incalcolabile, grande illusione. Dopo una testata fuori di Meccariello e un colpo dello scorpione di Gliozzi - Ibra è altra cosa e il tentativo di imitazione è una cineseria bella e buona -, Rabbi a quattro dall'intervallo in tuffo di testa sul solito tiro-cross di Dickmann insacca.

Fotocopia stampata dell’azione precedente, con apparente lieto fine. Il Var cancella tutto, perché la spalla dello spallino - e qui il gioco di parole è fin troppo scontato - è oltre la linea. La banda di De Rossi è in partita, ma nel calcio i tempi sono due. Da qualcosina come oltre un secolo. E, di fatti, bastano nove giri d'orologio nella ripresa, al Pisa, per riprendere la corsa verso i playoff promozione (e per affogare i biancazzurri laggiù, dove le sabbie sono drammaticamente mobili).

Morutan scende sulla destra, serve al centro Marin che fa la sponda per Sibilli: sassata centrale sotto la traversa, 0-1 e per i 1.213 tifosi ospiti parte la festa. E' una doccia tiepida. Perché ci pensa Murgia, al 62', a girare il manettino su freddo polare. Entrata sconsiderata, secondo giallo, buonanotte. L'ennesima espulsione. In questo senso, è veramente allarme rosso. Qualcuno lo farà presente? Boh, forse, chissà. Ma per una squadra che gioca perennemente con l'acqua alla gola, tapparsi da sola il boccaglio (quasi ogni maledetta domenica) è questione masochistica assai.

La Spal incassa il colpo e barcolla. Si flette e pende come la torre ospite, ma regge l'urto psicologico. I toscani sfiorano il raddoppio: clamorosa la parata di Alfonso a tu per tu con il solito Morutan al 69', perdonabile l'errore di Masucci dieci minuti dopo. Poi girandola di sostituzioni e qualche tiepido segnale di speranza emerge dalle tenebre. Ma è robetta vana. Nel giro di sette minuti, Varnier la spara alta di testa, La Mantia sembra insaccarla ma colpisce Proia e lo stesso 8 tira debolmente dopo una sponda del prima citato Varnier. Insomma, se qualcosa può andare storto, ci va eccome.

Sono gli scampoli di un match, e di un anno, da dimenticare. Ora la pausa verrà ingolfata da sparate di mercato, in entrata e in uscita. In tal senso, i 90 minuti di Santo Stefano sono stati la prova generale del dopo-Esposito: al Mazza era squalificato, poi verrà ceduto. Come è andata, lo si è detto. Di campo se ne riparla invece a metà gennaio, in quel di Reggio Calabria. Lì le salamine saranno un lontano ricordo. E, si spera, anche le agonie di certi pomeriggi di questo 2022.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Spal, l'anno si chiude senza il botto: il Pisa vince, ai biancazzurri non ne va(r) bene una

FerraraToday è in caricamento